Consulenza linguistica

Sui trigrammi

  • Anna M. Thornton
SOTTOPOSTO A PEER REVIEW - IN ANTEPRIMA

DOI 10.35948/2532-9006/2024.31172

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Quesito:

Diverse lettrici e lettori ci hanno scritto segnalando che alcune grammatiche scolastiche indicano come trigrammi non solo sci e gli, ma anche chi e ghi, e chiedono se questa indicazione sia corretta.

Sui trigrammi

La risposta è no.
Un trigramma (composto neoclassico con gli elementi tri- ‘tre’ e -gramma ‘lettera’) è un ‘gruppo di tre lettere che indica un fonema’ (Nuovo De Mauro).
Nell’ortografia standard dell’italiano contemporaneo sono in uso due soli trigrammi:

  1. sci, che indica il fonema /ʃ/ (fricativa postalveolare sorda) quando è seguito dalle vocali /a/, /ɔ/, /o/ e /u/, come in sciame, sciocco, sciovinista, sciupato;
  2. gli, che indica il fonema /ʎ/ (laterale palatale) quando è seguito da vocali diverse da /i/ e dal dittongo /wɔ/: maglia, Agliè, maglie, gliommero, aglio, tagliuzzare, figliuolo.

Va ricordato che /ʃ/ e /ʎ/ sono tra quei fonemi consonantici detti “geminate intrinseche”, perché hanno una durata e un comportamento fonologico tipico di consonanti lunghe (dette anche “doppie” o “geminate”) senza che esista nell’inventario fonematico dell’italiano una consonante breve (detta anche “semplice”) con lo stesso modo e punto di articolazione (cfr. Bertinetto-Loporcaro 2005, p. 134).

Nei trigrammi sci e gli la vocale i è un “puro segno ortografico” (Malagoli 1912, p. 65), che serve solo a indicare che le componenti sc e gl  dei trigrammi stanno per /ʃ/ e /ʎ/ e non per /sk/ (come in scatto, scotto, scorso, scuro) e /ɡl/ (come in glassa, globo, globale, glutine, oltre che in glicine, geroglifico, negligente e poche altre parole nelle quali /ɡl/ è seguito da /i/, elencate da Malagoli 1912, p. 69 e Camilli 1965, p. 42).

Invece nelle sequenze chi e ghi, erroneamente considerate trigrammi da alcune grammatiche citate da chi ci ha scritto, la vocale i indica un fonema, che può essere la vocale alta, anteriore, non arrotondata /i/, come in chi, aghi, o l’approssimante palatale /j/, come in ghianda, ghiera, unghiolo, ghiotto, unghiuto. Dunque qui i non è “puro segno ortografico”, ma sta a indicare un fonema, /i/ o /j/; le sequenze chi e ghi non sono quindi trigrammi, ma digrammi seguiti da una vocale. I digrammi in questione sono ch e gh, che indicano rispettivamente i fonemi /k/ e /ɡ/ quando sono seguiti da vocali anteriori o dall’approssimante palatale.

Spiace dover constatare che circolano grammatiche scolastiche che propagano nozioni errate. Fa piacere invece poter confermare che altri strumenti di consultazione da noi considerati tra i più affidabili, quali la Grammatica italiana di Luca Serianni (Serianni 1988, I.139) e l’Enciclopedia dell’italiano Treccani (s.v. digramma), consultate da alcuni lettori, riportano indicazioni del tutto corrette.


Nota bibliografica:

  • Bertinetto-Loporcaro 2005: Pier Marco Bertinetto, Michele Loporcaro, The sound pattern of Standard Italian, as compared with the varieties spoken in Florence, Milan and Rome, “Journal of the International Phonetic Association” 35 (2) 2005, pp. 131-151.
  • Camilli 1965: Amerindo Camilli, Pronuncia e grafia dell’italiano. Terza edizione riveduta a cura di Piero Fiorelli, Firenze, Sansoni, 1965.
  • Malagoli 1912: Giuseppe Malagoli, Ortoepia e ortografia italiana moderna. Seconda edizione riveduta e aumentata, Milano, Hoepli, 1912.


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