DOI 10.35948/2532-9006/2025.40573
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Alcuni lettori di area piemontese chiedono informazioni sull’uso di sancrato, anziché sciancrato, per riferirsi a un abito aderente in vita.
Un abito che aderisca al punto vita è detto sciancrato. Questa è la forma attestata nei dizionari d’italiano in riferimento a un abito “modellato con una scavatura nel punto di vita” (Vocabolario Treccani online, s.v. sciancrato), “stretto in vita” (Sabatini-Coletti, s.v. sciancrato), “attillato in vita” (GDLI, s.v. sciancrato) o, appunto, “che aderisce alla vita” (GRADIT, s.v. sciancratura). Sciancrato proviene dal francese échancré “scavato, incavato” (cfr. DELI, s.v. sciancrato; DEI, s.v. sciancratura): participio passato, in funzione aggettivale, del verbo échancrer ‘scavare, incavare’ (tlfi, s.v. échancré, ée), derivato da chancre ‘cancro’ (ěx + cancrum + āre; cfr. rew 1574, cancer, cancru, canceru, *cranco; FEW II, cancer); avente quindi, propriamente, il significato di “intaccato come da un cancro” (Vocabolario Treccani, s.v. sciancrato). Sciancrato è pronunciato, evidentemente, con la stessa consonante iniziale di parole quali scelta o scimmia: la fricativa postalveolare sorda [ʃ] (es. [ʃaŋ'kraːto], ['ʃelta], ['ʃim:ja]).
In Piemonte, tuttavia, è più comune la forma sancrato: sono infatti di ambito piemontese, ad esempio, annunci commerciali come “Piumino invernale sancrato da donna con cappuccio ‘Never Without’” (Leone 1947 Apparel, Asti), “Giacca sancrata in dainetto effetto pelle invecchiata con chiusura zip frontale” (FACIT, Torino), “Trench donna suprema nero in pelle sancrato con cintura doppio tessuto” (Mercatino, Moncalieri), eccetera. Va da sé che la parola sancrato è pronunciata con la stessa consonante iniziale di parole quali seme o sicuro: la fricativa alveolare sorda [s] (es. [saŋ'kraːto], ['seːme], [si'kuːro]). L’uso di [s] (o, altrimenti, della fricativa alveolo-palatale [ɕ]) in luogo di [ʃ], come in [saŋ'kraːto] (o [ɕaŋ'kraːto]) anziché [ʃaŋ'kraːto], è del resto frequente in varietà, specialmente popolari, di italiano regionale piemontese (nelle quali abbiamo ad es. ['selta] ‘scelta’ e ['sim:ja] ‘scimmia’, o ['ɕelta] ‘scelta’ e ['ɕimmja], anziché ['ʃelta] e ['ʃim:ja]; v. sopra); ed è ben appoggiato al dialetto torinese, che “(come buona parte del Piemonte) non conosce [ʃ]” (Davide Ricca, Piemontesi, dialetti, in Enciclopedia dell’italiano, diretta da Raffaele Simone, vol. II: M-Z, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2011, s.v.).
Mette conto osservare, inoltre, che in questo caso il dialetto ha già una forma consimile, sancrà [saŋ'kra] (“stretto a vita”, in Anna Cornagliotti, a cura di, Repertorio etimologico piemontese, Torino, Centro studi piemontesi, 2015, s.v. sancrà; “tagliato in forma di mezza luna, incavato” in Vittorio di Sant’Albino, Gran dizionario piemontese-italiano, Torino, Società l’Unione Tipografico-Editrice, 1859, s.v. sancrà; “tagliato a forma di arco, attillato”, in LEI, s.v. sancrè; cfr. sancré: “incavare, restringere un abito alla vita” in Anna Cornagliotti, cit., s.v. sancré; “incavare, tagliare a mezza luna” in Michele Ponza, Vocabolario piemontese-italiano e italiano-piemontese, Torino, Arti grafiche F. Garino & C., 1967 [18431], s.v. sancrè; “de’ sarti, tagliare una stoffa, o altro, in forma di mezza luna” in Casimiro Zalli, Disionari piemontèis, italian, latin e fransèis, Carmagnola, da la stanparia d’ Peder Barbie, 1815, s.v. sancrè), a partire dalla quale può essersi sviluppato l’italiano regionale sancrato. Significativamente, infine, anche il piemontese sancrà proviene dal francese échancré, participio passato con uso aggettivale del verbo “échancrer, termine di sartoria che significa ‘scavare la stoffa’, letteralmente ‘scavare come un cancro’, dal lat. ěx + cancrum ‘ulcera, cancro’ + āre” (Anna Cornagliotti, cit., s.v. sancré). Più in generale, échancré rimanda a un bordo a mezza luna (es. vêtement échancré, une robe à l’encolure échancrée [‘indumento scollato, un abito con scollatura profonda’], Dictionnaire de l’Académie française, 9e édition, 4 voll., Paris, Fayard, 1992-2024, s.v. échancré, échancrée) o a forma di punta (es. feuilles échancrées en cœur, en pointe [‘foglie intagliate a forma di cuore, a punta’], ibid.), ed è detto ad esempio anche di una costa o una baia (côte échancrée, baie échancrée [‘costa, o baia, con insenatura profonda’], ibid.).