DOI 10.35948/2532-9006/2025.40575
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I molti quesiti sottoposti alla Consulenza linguistica della Crusca circa l’uso di approfittare riguardano in parte aspetti specifici, in parte argomenti più ampi. Ai primi appartengono le domande sulla grafia e sulla questione a cui si fa riferimento nel titolo di questo articolo. Ai secondi quelle relative agli ambiti e al livello d’uso di approfittare, alle reggenze di approfittare e approfittarsi e alle differenze tra approfittare e profittare. Quasi tutte sollevano questioni d’interesse metodologico.
I molti quesiti sottoposti alla Consulenza linguistica della Crusca circa l’uso di approfittare riguardano in parte aspetti specifici, in parte argomenti più ampi. Ai primi appartengono le domande sulla grafia e sulla questione a cui si fa riferimento nel titolo di questo articolo. Ai secondi quelle relative agli ambiti e al livello d’uso di approfittare, alle reggenze di approfittare e approfittarsi e alle differenze tra approfittare e profittare. Quasi tutte sollevano questioni d’interesse metodologico.
“Ho letto questa mattina in una mail aprofittare. Questa forma è corretta?”
Non si registra nell’uso nessuna tendenza generale a una grafia alternativa a quella normale; la forma menzionata non è corretta. Forse è stata prodotta per insufficiente conoscenza dell’italiano, ma più probabilmente si tratterà di un banale errore di battitura. Va tenuto anche presente che nella comunicazione elettronica molto informale si osserva spesso la propensione a rinunciare al controllo e alla eventuale correzione di quanto rapidamente digitato, operazioni che richiedono tempo.
Riguardo al presunto rapporto di sinonimia tra approfittare di qualcuno e sedurre conviene riportare la domanda per esteso, visto che tocca anche questioni non linguistiche:
Leggo sul vocabolario online del “Corriere della Sera” che tra i sinonimi di approfittare vi è quello di sedurre, così esplicato: “sedurre: approfittare di una donna”. La prima cosa che ho pensato è stata “perché quella di sedurre dovrebbe essere una prerogativa preferibilmente maschile, tanto da precisare che è la donna a subirne gli effetti?” Non sarebbe stato più corretto sostituire il termine donna con persona almeno? E poi, con i fatti d’attualità e la maturità culturale che dovremmo (almeno teoricamente) aver raggiunto, il termine sedurre può essere ancora considerato sinonimo di approfittare e viceversa?
Il dizionario citato è il Sabatini-Coletti, particolarmente attento a una descrizione precisa dell’uso dei verbi. Nella versione online attualmente disponibile sul sito del “Corriere della Sera”, risalente al 2018 (ma non nella più recente edizione del 2024, né nella versione cartacea né in quella elettronica, che ha tenuto conto dei recenti cambiamenti avvenuti nella sensibilità sociale), il dizionario dà come significato di approfittarsi di una donna “sedurla, violentarla”, mentre il significato di sedurre è spiegato così: “Far innamorare qlcu. avvincendolo con il proprio fascino; in partic. portare una donna al rapporto sessuale con false promesse e lusinghe”. Pertanto l’accostamento di sedurre e violentare nella spiegazione di approfittarsi di una donna va interpretato come un’indicazione non di sinonimia, ma di due accezioni distinte. Sedurre e approfittarsi in relazione ad approfittarsi di una donna risultano sinonimi non nel secondo significato di approfittarsi (con la violenza fisica), ma nel secondo di sedurre (con l’inganno). Si veda in tal senso per es.:
Questa dea è stata generalmente interpretata da una prospettiva maschile, che la considera una seduttrice, che prima si approfitta degli uomini e poi li trasforma in bestie. (Roberto Calasso, Madeline Miller, Daniel Mendelsohn, Ulisse vicino, “La civiltà cattolica”, 2022, II, quad. 4126, pp. 354-365)
Se si prendono in considerazione altri dizionari, il quadro si arricchisce e si complica. Il GDLI dà approfittare (e non approfittarsi) di una donna ‘sedurla usando mezzi illeciti’, dove con mezzi illeciti si allude genericamente a comportamenti intimidatori e coercitivi. Il VOLIT porta l’attenzione sulle condizioni di dipendenza psicologica della vittima di cui trae vantaggio chi compie l’azione: “approfittarsi con complemento di persona (a. di una donna, di un ragazzo) indurla a rapporti sessuali, soprattutto sfruttando la sua ingenuità e inesperienza”. Nei dizionari più moderni come il GRADIT, lo Zingarelli 2025, e il Sabatini-Coletti edizione 2024 la costruzione non figura più. Compare invece abusare di una donna nel senso di ‘violentarla’ (GRADIT, s.v. abusare). È pertanto ipotizzabile che approfittare/approfittarsi di una donna rappresenti nei contesti in questione per la sua vaghezza semantica un eufemismo oggi raro per violentare, sostituito nell’italiano moderno da abusare nel significato di ‘usare violenza sessuale’.
Quanto all’unilateralità di genere nella definizione del Sabatini-Coletti di sedurre lamentata nella domanda citata, il Dizionario italiano ragionato (DIR), nell’edizione del 1988, introduce una motivazione di tale asimmetria: “il verbo assume un diverso significato a seconda che si tratti di azione compiuta da uomo o da donna, essendo considerata la donna (nel giudizio tradizionale) un soggetto sessualmente impari. Da parte dell’uomo, ‘indurre all’atto sessuale con lusinghe, promesse e inganni’; da parte della donna, ‘avvincere con la bellezza’”.
Nei dizionari più recenti, invece, la distinzione tra il concetto di seduzione tipicamente femminile, fondata innanzitutto sul fascino, e quello, tipicamente maschile, di una seduzione esercitata circuendo la vittima, pare abbandonata, cfr. “indurre una persona, spec. affascinandola, a iniziare una relazione amorosa o ad avere rapporti sessuali” (GRADIT, s.v. sedurre) e “lusingare, allettare, circuire qlcu. allo scopo di avere con lui o con lei rapporti sessuali” (Zingarelli 2025, s.v. sedurre). In realtà, ciò che viene cancellato in entrambi i dizionari è la distinzione di genere riguardo alla persona obiettivo dell’azione seduttrice. Le due definizioni si differenziano per contro nell’indicazione riguardo alle modalità di seduzione, in corrispondenza a differenze che tradizionalmente sono considerate di genere. Sorge l’impressione che i dizionari, nel complesso, veicolino un'immagine limitata della multiforme realtà sociale e psicologica a cui la costruzione si riferisce.
La ricerca di attestazioni di “approfittarsi/approfittare di una donna” nel senso di ‘usare violenza sessuale nei riguardi di una donna’, conferma che si tratta di una costruzione ormai rara. Nei corpora del Dizionario dei verbi italiani (WiV), costituiti attualmente da circa 5 miliardi di parole, si riscontrano poche decine di attestazioni. Il numero aumenta se non si intende l’espressione come collocazione fissa e si rivolge invece l’attenzione anche a costruzioni con nomi e pronomi in posizione di complemento oggetto che rimandano a un essere umano (figlia, minorenne, ecc.). Le attestazioni raccolte si concentrano in sostanza in testi letterari del secondo Novecento e in romanzi rosa, anche recenti, la cui storia è collocata nel passato. In queste attestazioni predomina la funzione eufemistica, cfr. per es.:
“Lui si approfittò di me si può dire il giorno stesso che il povero papà morì…”. (Alberto Moravia, Il conformista, Milano, Bompiani, 1951, p. 197)
“Le sembra giusto che un padre approfitti della propria figlia di cinque anni?” “No, lo so che è brutto, ma è più normale”. “Più normale?” “Be’, succede, ma i figli, i figli maschi no... è impossibile”. (Dacia Maraini, Buio, Milano, Rizzoli, 1999, p. 133)
“Non ditemi cosa devo fare con mia sorella!” ringhiò “Siete soltanto un mascalzone che si è approfittato di una giovane ingenua”. (Bronwyn Scott, Le tentazioni di una lady, trad. di Mariadele Scala, Milano, HarperCollins Italia, 2019, e-book)
Come poteva un uomo approfittare di una donna innocente e ingenua, […] e poi assicurarsi di non dover pagare per le proprie nefandezze? (Shelley Noble, Le ragazze di Tiffany, trad. di Rossana Lanfredi, Milano HarperCollins Italia, 2023, e-book)
Dall’altro lato, approfittare di qualcuno si trova, in misura più consistente, in articoli di cronaca in cui l’espressione è innanzitutto utilizzata come ripresa anaforica di abusare, stuprare o violentare e rappresenta pertanto una scelta in funzione della variazione stilistica; si vedano per es.:
Tre anni di reclusione per violenza sessuale. È questa la decisione del Tribunale di Cremona per un uomo di 40 anni che abita a Canneto sull’Oglio (Mantova) e che si era finto infermiere per approfittare di una donna in cerca di lavoro. (Cremona, abusa di una donna in cerca di lavoro: condannato finto infermiere, “Il Giorno”, 19/3/2019)
L’avrebbero stuprata quando aveva già perso i sensi ed era incapace di reagire. […]. Se però i suoi aguzzini, invece di approfittare di una donna indifesa, l’avessero soccorsa forse si sarebbe salvata. (Nicola Catenaro, Pescara, morì in un sottopasso. «Stava male, ma invece di soccorrerla la violentarono in due», “Corriere della Sera”, 28/9/2018)
Il 24enne, che a ottobre aveva cercato di approfittare di una donna scambiata per una prostituta, era già stato denunciato, ma non c’erano prove sufficienti per arrestarlo: mercoledì gli agenti hanno trovato i tasselli mancanti. (Francesco Gastaldi, Cercò di violentare una ragazza. Incastrato da una felpa: in manette, “Corriere della Sera”, 9/12/2015)
Tendenzialmente diverse anche le condizioni della vittima: fragile, inerme, ingenua, ecc. nei testi letterari e nei romanzi rosa; in cerca di lavoro, incapace di reagire, scambiata per una prostituta, ecc. nelle cronache giornalistiche.
Per occorrenze in altri tipi di testi, si vedano ad es.:
Mi ha raccontato, per la prima volta nella sua vita, un episodio di abuso sessuale avvenuto quando era bambina. Il suo modo sfuggente di darmi la mano era un modo di proteggersi dal fatto che qualcun altro potesse approfittarsi di lei. (Ulfried Geuter, Il corpo in psicoterapia, “Psicologia Contemporanea”, 257, 2016, pp. 74-80: p. 75)
Grâce à Dieu, […] in concorso per la Francia alla Berlinale, è un film lineare nella sua classicità stilistica e preciso nel suo obiettivo. Ricostruisce la denuncia che Alexandre Guérin […] si era deciso a fare contro padre Preynat, che aveva approfittato di lui durante la fanciullezza […]. (Paolo Mereghetti, Ozon scuote la Berlinale con il caso dei preti pedofili, “Corriere della Sera”, 9/2/2019)
È scorretto […]. Forzarla/o a bere superalcolici per approfittarsi di lei/lui. (Roberta Schira, Il nuovo bon ton a tavola e l’arte di conoscere gli altri, Milano, Salani, 2013, p. 122; v. la banca dati VoDIM della Crusca)
Ovviamente approfittare di qualcuno può significare anche ‘ricorrere a qualcuno’, ‘trarre vantaggio della disponibilità di qualcuno’, come mostra il seguente esempio:
“A causa degli avvenimenti non ho potuto inviare la pubblicazione, e approfitto ora della signorina Bedetti, che viene da voi...”. (Mario Tobino, Il clandestino. Milano, Mondadori, 1962, p. 259)
Una terza domanda verte sugli ambiti e i livelli d’uso di approfittare; in particolare si chiede se il verbo ricorra principalmente nel linguaggio giuridico.
Approfittare appartiene, nella terminologia del GRADIT, al lessico fondamentale (cfr. GRADIT, s.v.). Si tratta cioè di un verbo che compare con frequenza molto alta in testi scritti e orali, senza restrizioni riguardo agli ambiti d’uso e senza marca di registro. È pertanto presente in contesti di registro sia alto e formale, sia basso e informale:
Approfittando della fluidità di generi e forme i due proposero soluzioni innovative per l’impostazione del rapporto fra testo e supporto scrittorio. (“L’Indice”, XXXVI, 2019, 10, p. 22)
L’antico complesso pagano di Tas-Silg probabilmente nel V secolo fu trasformato in luogo di culto cristiano, approfittando delle strutture murarie ancora in piedi e della possibilità di reimpiegare materiale di spoglio. (Tas-Silg: 4000 anni a Malta, “Archeologia Viva”, XLI, 2022, 214, pp. 60-73: p. 71)
In Val Padana stanno rinascendo i radicchi di cui è rimasta la radice in terra durante l’inverno: approfittatene perché così teneri e dolci non saranno più nel resto dell’anno! (Elena Tibiletti, Orto: i lavori da fare in marzo, passioneinverde.edagricole.it)
Quanto alla presenza di approfittare in testi giuridici, essa non risulta più alta in confronto ad altri ambiti d’uso in cui il verbo è particolarmente frequente, come quelli economico e sportivo. Per esempi tipici, cfr.:
Se si dispone di una liquidità eccedente, si possono dirottare queste risorse verso investimenti, al momento in calo, approfittando di bassi valori quota per rafforzare la propria posizione finanziaria. (“Il Sole 24 ORE”, 23/3/2018)
In generale, per chi vuole approfittare dei rendimenti relativamente alti dei BTp, le scadenze dai tre ai sei anni offrono a nostro avviso il rapporto rischio/ rendimento migliore. (“Il Sole 24 ORE”, 9/2/2019)
Peccato che Lasagna non abbia denti affilati: si incarta su un’ispirazione di Ngonge, viene stoppato da Bijol, non approfitta di un rinvio sbilenco di Silvestri. (Alex Frosio, Udinese e Verona, un pari che serve a poco o nulla, “La Gazzetta dello Sport”, 31/1/2023)
Il raddoppio non si concretizza. E la Juve ne approfitta: cross meraviglioso di Iocolano, la zuccata di Poli è imprendibile e la parità viene ristabilita già al 21'. (“TuttoSport”, 19/1/2023)
Approfittare assume invece valore giuridico quando si riferisce al concetto tecnico di approfittamento e indica l’azione di chi intenzionalmente fa leva sulle condizioni di inferiorità fisica o psichica di una persona per indurla a cedere all’abuso (squilibri negoziali, sfruttamento lavorativo, atti sessuali non consensuali); cfr. ad es.:
Se vi è sproporzione tra la prestazione di una parte e quella dell’altra, e la sproporzione è dipesa dallo stato di bisogno di una parte, del quale l’altra ha approfittato per trarne vantaggio, la parte danneggiata può domandare la rescissione del contratto. (art. 1448 Codice civile)
Il Supremo Collegio giunge a dare nuova interpretazione del concetto di approfittamento dello stato di bisogno, che si riterrà integrato quando l’agente, proponendo alla persona in stato di bisogno condizioni lavorative degradanti, non fa altro che approfittare di una conclamata posizione di inferiorità, anche in senso prettamente contrattuale. (Pierluigi Zarra, L’immane inconcretezza degli indici di sfruttamento. Il processo di deindicizzazione ad opera della recente giurisprudenza, in materia di caporalato, “Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell’Economia”, XXXIV, 2021, 1-2, pp. 164-201: p. 194)
Sembra potersi affermare che Tizio e Caio, con coscienza e volontà, abbiano approfittato della condizione di debolezza causata dall’ubriachezza di Sempronia, per indurla a subire un rapporto sessuale non voluto. (Alessia Basso, Esame per l’iscrizione agli albi degli avvocati - Parere motivato su quesito proposto in materia di diritto penale, “Studium Iuris”, XXV, 2019, pp. 1206-1210: p. 1209)
Cosa reggono approfittare e approfittarsi?
Il Sabatini-Coletti, il dizionario che si preoccupa di rispondere in maniera esplicita a questo tipo di domande, adotta un modello valenziale che struttura ogni voce verbale in base agli argomenti richiesti dal verbo in questione: approfittare regge, oltre al soggetto, due argomenti preposizionali: il primo è introdotto dalla preposizione di, il secondo da per: a. dell’oscurità per la rapina. Il secondo argomento può essere espresso anche da una frase infinitiva: a. delle circostanze per andarsene. Vengono distinte due accezioni: ‘trarre vantaggio da qualcosa per ottenere un proprio scopo’ e ‘avvalersi, servirsi, usare’.
A questo quadro generale va aggiunta la costruzione con una frase subordinata, introdotta da che o dalla locuzione congiuntiva il fatto che. Alla luce delle attestazioni raccolte, le differenze tra le due opzioni non sono di ordine semantico, ma, almeno tendenzialmente, di registro. Esse vanno ricondotte in primo luogo alla proprietà della locuzione di ribadire esplicitamente la veridicità di quanto asserito nella frase subordinata. Tale proprietà induce alla preferenza di approfittare del fatto che in contesti formali, mentre approfittare che si riscontra primariamente in contesti informali, cfr. ad es.:
La rilevanza del fenomeno non può dirsi esaurita dalla dimostrazione della possibilità di considerare illecite le condotte del professionista che, approfittando del fatto che gli altri operatori difficilmente possono verificare l’effettiva corrispondenza al vero delle sue dichiarazioni, pubblichi claims di sostenibilità al solo scopo di perseguire una strategia di green marketing. (Francesca Bertelli, I green claims tra diritti del consumatore e tutela della concorrenza, “Contratto e impresa”, XXXVII, 2021, 1, pp. 286-316: p. 309)
Ho pensato: “Adesso approfitto che è la pausa e le dico che vado di fretta”. (Fiamma Satta, Mi chiamo Maurizio, ho il Parkinson e non riesco più a scrivere, diversamenteaff-abile.gazzetta.it, 30/9/2017)
Sussiste l’uso di approfittare che in contesti anche non marcati, ma è in diminuzione, rispetto al passato, a favore di approfittare del fatto che. Si vedano per es.:
Via Tornabuoni, il salotto buono. Proprio qui all’alba dell’11 dicembre un giovane di 25 anni avrebbe violentato una ucraina di 28 approfittando che la ragazza aveva alzato il gomito dopo una nottata passata a giro per locali con amici. (Giovanni Spano, Violenza: agguato in pieno centro a Firenze. Giovane arrestato alla Cascine, “La Nazione”, 23/1/2023)
Una volta, approfittando del fatto che era venuta a chiedermi se per caso avessi una sigaretta, le domandai sfacciatamente quale fosse il suo “metodo” e se davvero leggesse tutti quegli scritti in un pomeriggio. (Francesco M. Cataluccio, Quei magnifici equivoci chiamati libri. La mia storia tra gli editori, ilfoglio.it, 27/7/2019)
Prima o poi bisogna approfittare del fatto che quella del Montestella è l’unica salita su cui arrampicarsi se si vuole correre in un modo un po’ più serio a Milano. (“Corriere della Sera. Sette”, 8/9/2019)
Infine, va rilevato che i due argomenti indicati nel Sabatini-Coletti non sono obbligatori (come del resto è normale: le valenze verbali non sempre vengono saturate negli enunciati reali). La frequente omissione del secondo si manifesta quando non è richiesta un’indicazione relativa allo scopo dell’azione, perché presupposto, intrinseco o indeterminato; cfr. ad es.:
Che cosa consiglia a un giovane o a una giovane che intraprende una carriera scientifica? “Direi di approfittare al massimo degli studi offerti dalla scuola e di investire in ciò che interessa di più!”. (“la Repubblica Salute”, 30/5/2024)
Qui anche i professionisti approfittano dell’inizio anticipato della stagione: il comprensorio è uno dei luoghi di allenamento preferiti dalle squadre di sci internazionali. (Val Venosta: neve per tutte le passioni, “Meridiani”, XXXVII/281, 2024, pp.127ss.: p. 128)
A Itaca, in una reggia devastata dai pretendenti che vogliono approfittare del vuoto politico, Penelope resiste con i pochi strumenti che le sono consentiti dal suo essere donna, mentre Telemaco è sperso, indeciso, smarrito. (Ulisse, o della curiosità, “Scuola e Didattica”, X, 2024, p. 31)
L’omissione del primo argomento, la circostanza su cui fa leva chi approfitta, ricorre in enunciati in cui essa è desumibile dal contesto precedente e il secondo argomento è costituito da un’infinitiva introdotta da per; cfr. ad es.:
Raffaella, con una delle sue sigarette marroni in bocca, apre la carta dei mignon e li deposita sul ventre di Elsa. Approfitto per prendere una boccata d’aria, nelle stanze c'è un caldo eccessivo. (Margaret Mazzantini, Non ti muovere, Milano, Mondadori, 2002, p. 241)
Il viaggiatore che si reca a Nisibis per visitare quell’unicum architettonico che è la chiesa di Mor Yakup, può approfittare per andare a vedere anche lo scavo della grande basilica paleocristiana costruita molto probabilmente sotto Licinio. (Vincenzo Ruggieri, recensione a Paolo Bizzeti, Sabino Chialà, Turchia. Chiese e monasteri di tradizione siriaca, “La Civiltà Cattolica”, 16/12/2023)
Si tratta tuttavia di una costruzione rara e ricercata. Molto più frequente è la ripresa pronominale dell’antecedente; cfr. ad es.:
I vicini fiamminghi avevano notato la nascita di un mercato nuovo a pochi chilometri dai loro confini e cercarono presto di approfittarne. (“Art e Dossier”, n. 385, marzo 2021, p. 31)
I militanti clandestini, insignificanti nel periodo ascendente delle lotte operaie, calarono come avvoltoi sulla loro fase finale, specializzandosi in un’attività facile e crudele: nell’assassinio e nella tortura di singoli individui, inermi o colpiti a tradimento. La strategia della tensione ne approfittò. (Andrea Casalegno, recensione a Miguel Gotor, Generazione Settanta, “L’Indice”, XXXIX, 2023, 1, p. 33)
L’omissione di entrambi gli argomenti, molto rara, è ancora ricorrente in testi letterari del secondo Novecento, cfr. ad es.:
Questa gente, questi liberalucoli di campagna volevano soltanto avere il modo di approfittare più facilmente. (Giacomo Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, Milano, Feltrinelli, 1958, p. 49)
“Sei riuscito”, mi attacca, “a farmi fare le cose che volevi, ma solo perché le ho volute anch’io, avanti, fammene fare un’altra, l’ultima. Approfitta, Marcello, sei ancora in tempo”. (Alberto Bevilacqua, L’occhio del gatto, Milano, Rizzoli, 1968, p. 281)
Quanto ad approfittarsi, l’unica reggenza riportata dal Sabatini-Coletti prevede un argomento preposizionale (a. dell’onestà di una persona) e ha il significato di ‘trarre vantaggio da qualcuno o qualcosa, spec. prevaricando o abusando’. Le attestazioni, di numero nettamente inferiore a quelle di approfittare, rivelano da un lato una tendenziale differenza di registro, perché approfittarsi appare spesso lievemente marcato come ricercato; cfr. ad es.:
Quarta […] nella monografia Risarcimento e sanzione, cit., 394-403, si è approfittato del maggior numero di pagine a disposizione per riflettere sulle potenzialità del rimedio ad assicurare la “generalizzata applicazione di sanzioni civili ultracompensative parametrate al livello di riprovevolezza (giuridica) delle condotte lesive”. (Francesco Quarta, Effettività dei diritti fondamentali e funzione deterrente della responsabilità civile, “Danno e responsabilità”, XXIV, 2019, 1, pp. 88-101: p. 99)
Il fenomeno è evidente in contesti letterari, come in questo passo:
È un cielo che si approfitta di un orizzonte levigato e vi si stende a dismisura. (Fabio Bozzato, Campagna d’Italia, “Corriere della Sera”, 21/6/2019)
Dall’altro lato si osserva a volte, rispetto ad approfittare, un’accentuazione dell’interesse particolare di chi compie l’azione. Si veda ad es.:
Da qui, la facilità con cui qualcuno si è approfittato di questa disposizione alla generosità scambiando bontà per stupidità. (“Domus” supplemento Ecoworld, giugno 2024, p. 13)
Il disvalore della fattispecie ruota, in definitiva, attorno ai seguenti due connotati: lo stato di bisogno della vittima di cui si approfitta il datore di lavoro e la conseguente sottoposizione del lavoratore a condizioni di sfruttamento. (Vincenzo Mongillo, Forced labour e sfruttamento lavorativo nella catena di fornitura delle imprese: strategie globali di prevenzione e repressione, “Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell’Economia”, XXXII, 2019, pp. 630-675: p. 641)
Ben più frequente e privo di una particolare marca di registro è invece approfittarsene, che il GRADIT porta a lemma autonomo come locuzione cristallizzata.
Si sa che il consumatore più attento può essere sensibile agli alimenti più garantiti e per questo è disposto a spendere di più. Ovviamente c’è chi se ne approfitta. (“Corriere della Sera”, Interventi e repliche, 2/1/2023)
Nello sport non è facile mostrare le proprie debolezze. Ti crei un’aura di invincibilità, ti mostri sicuro ma dentro sei a pezzi. “Se inizio a dire che sono in difficoltà crolla tutto”, pensi, “e gli altri se ne approfitteranno”. (Lara Gut: “Lo sport vende il mito degli eroi, ma dimentica il lato umano”, “Sportweek”, 10/12/2022)
Quali sono le differenze tra approfittare e profittare?
Il Sabatini-Coletti dà due costruzioni di profittare. Nella prima il verbo regge solo il soggetto e significa ‘progredire’ (gli alunni hanno molto profittato), nella seconda regge anche un argomento preposizionale e significa ‘approfittare’, ‘avvantaggiarsi di qualcuno’ (p. della buona fede; p. di un’esperienza). Il GRADIT riporta una terza costruzione: ‘recare vantaggio e profitto’, ‘riuscire utile’ (è un lavoro che mi profitta poco). Secondo lo Zingarelli, profittare e approfittare sarebbero sinonimi con il significato di ‘trarre, ricavare profitto’. In realtà, esiste sinonimia anche riguardo al significato di ‘abusare di qualcuno’, cfr. ad es.:
Berija profitta delle mogli dei “nemici del popolo” arrestati; stupra una sedicenne attirata nel suo appartamento. (Piero Sinatti, Berija, mostro e trasformista, “Il Sole 24 ORE, Domenica”, 12/4/1992)
I risultati più sicuri della scrittura della Drigo sono i due romanzi stampati poco prima della morte, nel 1936-1937: Maria Zef e Fine d’anno. Del primo basterà ricordare la violenta ribellione di una ragazza di montagna a uno zio che profittava di lei. (Cesare De Michelis, “Ritratto di signora”: una rilettura di Maria Zef, “Osservatore Romano”, 13/12/2009)
Approfittare e profittare sono inoltre sinonimi con il significato di ‘avvalersi’; cfr. ad es.:
Va bene, profitterò di un treno speciale. (Corrado Alvaro, Mastrangelina. Milano, Bompiani, 1960, p. 237)
Il libro di Allievi sono solo 51 pagine scritte in una lingua chiara, di buon racconto. Consiglio di profittare del formato tascabile. (Furio Colombo, Come stanno le cose sull'immigrazione secondo il sociologo Allievi, “Il Fatto Quotidiano”, 4/2/2019)
Ciò che invece distingue profittare da approfittare è costituito da un dato di frequenza. Il rapporto del numero delle attestazioni di profittare è rispetto ad approfittare di circa 1 a 10.
Ne consegue la tendenza a usare il verbo, in dipendenza da contesti congruenti, con una lieve marca di ricercatezza; cfr. ad es.:
Assunto come domestico, per pura lustra, avevo in realtà tempo a ogni cosa e ne profittai per restituirmi alle mie letture e curiosità di ragazzo. (Gesualdo Bufalino, Le menzogne della notte, Milano, Bompiani, 1988, p. 48)
L’architettura profitta, nello spoletino, di contributi lombardi (come in Sant’Eufemia) per volgersi, a partire dal tardo sec. XII, a interpretare modelli paleocristiani locali ma anche romani (come in San Paolo inter vineas). (Dizionario della pittura e dei pittori, a cura di Michel Laclotte, Enrico Castelnuovo, Bruno Toscano, 6 voll., Torino, Einaudi, 1989-1994, vol.VI, s.v. Umbria)
Questo aspetto spiega la presenza di profittare, scarsa in testi economici e viceversa alta in testi giuridici. Si veda l’uso di profittare con il significato di ‘recare vantaggio e profitto’, per il quale il GRADIT dà un esempio colloquiale (v. sopra) e che, all’opposto, si riscontra tipicamente in testi giuridici, cfr. ad es.:
La condanna al pagamento degli interessi anatocistici presuppone che si tratti di interessi accumulatisi per almeno sei mesi alla data della domanda e che la parte cui l’effetto di capitalizzazione profitta li chieda in giudizio. (Corte di Cassazione Civile: cass., sez. I, 04-03-2011, n. 5218)
Ciò si spiega col fatto che farla valere o meno è esclusivo interesse del soggetto cui profitta. (Giovanni Bausilio, Commentario dell’imposta di registro, Vicalvi, Key, 2018, p. 262)
Anche l’uso di profittare di qualcosa nel senso di ‘avvalersi’ (“è un lavoro che mi profitta poco”) ricorre, seppur raro, principalmente in testi giuridici, cfr. ad es.:
Ha pieno valore la dichiarazione, effettuata in occasione del verbale di conciliazione redatto al termine del pregresso rapporto, di voler profittare della stipulazione a suo favore. (Corte di Cassazione Civile: Cass., sez. III, 13-03-2009, n. 6185)
La transazione ha avuto ad oggetto non l’intero debito ma solo la quota di esso riferibile al debitore che ha transatto; in caso contrario il condebitore ha diritto a profittare della transazione senza che eventuali clausole in essa inserite possano impedirlo. (Corte di Cassazione: sezioni unite civili; sentenza, 30-12-2011, n. 30174)
Ormai desueto è profittare con il significato di ‘progredire’ che solo il Sabatini-Coletti menziona e di cui il GDLI dà come ultima attestazione novecentesca: “La signorina Silvia come sta? Ha profittato negli studi?” (Ugo Betti, Poesie, Bologna, Cappelli, 1957, p. 1161).
In sintesi, diversamente da quanto suggeriscono le esemplificazioni lessicografiche riportate, profittare si differenzia da approfittare primariamente per il suo uso raro, talora lievemente marcato come ricercato, e per la sua tendenza a comparire in primo luogo in testi formali. Un’ultima conferma si trova nei casi in cui profittare regge una frase subordinata, una costruzione non contemplata nei dizionari. La subordinata è infatti introdotta non dalla semplice congiunzione che ma dalla locuzione congiuntiva il fatto che. Si vedano per es.:
[…] l’imputato che, a bordo di una autovettura, percorreva una strada statale, e stava avviando manovra di svolta a sinistra per accedere ad un’area di servizio che si trovava sul lato opposto della carreggiata, profittando del fatto che alcuni veicoli, tra cui in particolare un autoarticolato, che procedevano nell’opposto senso di marcia, si erano fermati per favorire la manovra […]. (Corte di Cassazione Penale: sez. II, 11-03-2009, n. 25877)
Il mantenimento dell’italianità fu perseguito […] consolidando anche fuori dal territorio nazionale il criterio di attribuzione dello ius sanguinis, profittando anche del fatto che normalmente le leggi dei paesi di immigrazione, specie in America Latina, pur chiedendo lo svincolo dalla cittadinanza italiana ai naturalizzati[,] non intervenivano solitamente sull’eventuale “altra cittadinanza” dei nati sul loro territorio. (Paolo Morozzo della Rocca, Filiazione e cittadinanza. Perché lo ius sanguinis all’italiana è generoso ma infido, “La nuova giurisprudenza civile commentata”, XXXVII, 2021, pp. 969-982: p. 978)
Nessuno rispondeva al telefono del canonico Garau, anche gli squilli si ripetevano flebili: profittando del fatto che mi era saltata una ispezione di località, in una delle solite cause civili, mi ero risolto a passare per la chiesa. (Salvatore Mannuzzu, Procedura, Torino, Einaudi, 1988, p. 130)
Nota bibliografica: