Parole nuove

Su sottone (e sottona)

  • Luisa di Valvasone
SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

DOI 10.35948/2532-9006/2024.33246

Licenza CC BY-NC-ND

Copyright: © 2024 Accademia della Crusca


Hai detto che non gli scrivevi più
ma poi scopro che lo senti ancora.
Menti e lo sai anche tu
che sei solo una sottona!

Apriamo con l’incipit di una canzone-parodia pubblicata dallo youtuber Gordon (Yuri Sterrore) nel luglio del 2017 e diventata virale in rete (qui il video). Come già si intuisce dal testo della canzone, il sostantivo sottone (usato anche come aggettivo), qui al femminile, indentifica una persona che prova una forte attrazione, ossessione o innamoramento per qualcuno e che, di conseguenza, adotta nei suoi confronti comportamenti di sottomissione; in poche parole uno zerbino (nell’uso figurato di “persona che si sottomette in modo servile alla volontà altrui”, Devoto-Oli online, s.v.). Si tratta di un sostantivo derivato per suffissazione, cioè realizzato a partire da una base, in questo caso sotto, con l’aggiunta del suffisso accrescitivo -one. Dal punto di vista morfologico, sottone rappresenta un caso particolare nella nostra lingua. Nei processi morfologici dell’italiano, generalmente, il suffisso -one (dal tipo latino -o, -onis) seleziona basi sia verbali (mangione, imbroglione) sia nominali e aggettivali (mammone, buffone), ma non avverbiali, e forma nomi di agente caratterizzanti, che designano cioè una persona sulla base di certe qualità, fisiche o morali, o di particolari comportamenti e abitudini (cfr. Lo Duca 2004 e 2004a e Merlini Barbaresi 2004). Nel caso di sottone, dunque, la base sotto, stando alle comuni regole morfologiche, dovrebbe essere interpretata come sostantivo e non come avverbio; di fatto, sotto, come altri avverbi, può essere usato in italiano anche come sostantivo maschile (es. il sopra e il sotto; oppure, nel gioco romano della passatella: il padrone e il sotto). Tuttavia, il significato di sottone suggerisce una diversa ipotesi: si tratta più probabilmente di un derivato dall’avverbio sotto o, più precisamente, dalla locuzione starci sotto (o rimanerci sotto), “fig., gerg. stare male per ragioni sentimentali” (Devoto-Oli online, s.v. sotto), usata anche in modo assoluto: ci sta sotto per quel ragazzo. A rigore, dalla locuzione starci sotto avrebbe dovuto realizzarsi una forma del tipo *stassottone (‘colui/colei che (ci) sta sotto’), con raddoppiamento, similmente a un altro raro caso tra i suffissati in -one che deriva da una locuzione: fannullone, “per cui dobbiamo pensare ad una base polirematica, (non) fa nulla” (Lo Duca 2004a, p. 362). Il sottone o la sottona, dunque, ci stanno sotto per qualcuno a cui non riescono o non vogliono dire di no, e a cui generalmente perdonano qualsiasi azione sgradevole o comportamento poco gentile. Il sostantivo sottone costituisce dunque una “irregolarità” all’interno della morfologia derivazionale italiana; tuttavia, ciò che anche il nostro termine ha in comune con gli altri derivati in -one è una certa connotazione negativa: come si legge in Lo Duca 2004a, “qualunque sia la base selezionata […], un tratto che accomuna tutti i derivati in -one è quello che potremmo definire della grandezza esagerata e inopportuna, dell’eccesso negativo, tali da sfiorare il ridicolo o da suscitare il disprezzo” (pp. 210-211). Al di là delle sue caratteristiche morfologiche, sottone si inserisce all’interno di una serie di (neo)formazioni in -one che fa parte del lessico giovanile a cui il nostro sostantivo appartiene; solo per fornire alcuni esempi, tra le voci registrate nel glossario di giovanilismi di Lucenti-Montanari 2019, possiamo citare: gioione (da gioia, ‘espressione facciale o stato d’animo di particolare felicità’), soggettone (da soggetto, ‘tipo strano’), il deverbale sgravone (da gravare, ‘individuo poco moderato, che compie azioni non ordinarie’), il sostantivo di lunga data fricchettone (adattamento dall’inglese freak), il gergalismo quittone (dall’inglese to quit, ‘nei videogiochi, persona che esce ripetutamente dalle partite in corso’), l’interiezione ormai nota ciaone (da ciao).

Quanto all’ambito d’uso di sottone, le occorrenze trovate in rete e nei social network ne documentano il registro colloquiale e l’uso, come già detto, prevalentemente giovanile:

Nunzia, quella che nel gergo dei fidanzati chiameremmo “la sottona”, prova a difenderlo, ad addossarsi colpe che non ha pur di tenerlo aggrappato a sé, ma Arcangelo è irremovibile. (Mario Manca, «Temptation Island 2019»: Arcangelo e l’arte del passare dal torto alla ragione, “Vanitiy Fair”, 9/7/2019) 

sono incredibile, faccio il sottone con le stronze e lo stronzo con le sottone (post su X, 24/3/2022)

Normalizziamo il fatto che se rispondi subito non sei sottone e se rispondi volontariamente dopo ore per farti desiderare sei deficiente. (post su Treads, 19/12/2023)

Si noti che sottone e sottona, oltre ad essere usati assolutamente, possono reggere un complemento introdotto dalla preposizione di, perché si può anche precisare la persona rispetto alla quale si è sottoni:

Dawson Leery di Dawson’s Creek: La zavorra
Si, proprio lui, il belloccio ma stupido. Proprio non ce la può fare! Il perenne sottone di una che è sempre innamorata del suo compagno di banco, magari più bruttarello ma con personalità. (Giulia Emanuele, 9 personaggi delle serie tv che incontrerai all’università, post sul sito Studente in Crisi, 24/10/2019) 

Il termine può avere, inoltre, un significato più ampio; il sottone è anche colui che ha in generale un’ossessione, una passione smodata per qualcosa: una canzone, un film, una celebrità, una relazione fittizia tra personaggi di fantasia di una serie televisiva, ecc. Questo significato si accosta, dunque, a quello di fanatico (o anche fan), e in questo caso il complemento viene perlopiù introdotto dalla preposizione per. Qualche esempio:

ciao a tutte le sottone per damiano [n.d.r. il cantante dei Maneskin] (post su X, 11/7/2021)

io sono proprio sottona per la ship tra giorgia cardinaletti e cesare cremonini, c’è poco da fare (post su X, 3/12/2023)

Sottone non è registrato nei principali dizionari dell’uso (GRADIT, Garzanti 2017, Vocabolario Treccani online, Devoto-Oli online, Zingarelli 2024; consultati il 24/4/2024), ma è presente all’interno di repertori di lessico giovanile. Consultandoli, scopriamo che sottone non è una forma nuova nel linguaggio dei giovani, anche se negli anni ha subìto un mutamento di significato. Il primo repertorio a darne nota è quello di Ambrogio-Casalegno 2004 (non è presente nel glossario di Manzoni 1997), che lo definisce “chi sta male dopo aver fumato hashish o marijuana” e segnala che il sostantivo è registrato da Piccolo Cannarolo, un repertorio in rete di gergalismi legati al mondo della marijuana, oggi non più accessibile. In un forum in rete, a proposito dello “slang giovanile milanese”, troviamo anche un’attestazione del 2008 che riconduce sottone a un altro gergalismo: fattone ‘drogato, tossicodipendente’. Anche la prima definizione presente su Urban Dictionary, del 2008, fa riferimento all’abuso di sostanze stupefacenti. Sempre nello stesso anno, su Slangopedia, un ragazzo di Varese propone il termine come “aggettivo riferito a chi ha assunto troppe droghe ed è rimasto rallentato e rincretinito”. Si noti anche la provenienza geografica di queste prime attestazioni: è possibile presupporre un’origine settentrionale, in particolare lombarda (in questo articolo del 2008, ad esempio, sottone fa parte dei termini registrati nel Gergolario dei giovani monzesi, realizzato da RagaWeb, un sito oggi non più raggiungibile). Dunque, il primo significato di sottone, quello più comune nei primi anni del Duemila, è legato all’uso di sostanze stupefacenti e alle sue conseguenze. Tuttavia, sempre nel 2008, troviamo, ancora su Slangopedia, la voce “sottone/sottanza” così registrata:

Essere più che appassionato di una cosa, quasi ad un livello maniacale
Esempio: “sono in sottanza con la musica”. Il “sottone” è colui che è in sottanza con una cosa. Quando la passione maniacale è per un individuo dell’altro sesso, non si è in sottanza ma si è sotto. Esempio: “sono sotto con margherita”.
Conferma da Roma Damiano Argan, 16 anni: «SOTTONA= ragazza acquiescente, che non pone problemi e si lascia comandare. Esempio: «La ragazza di Gianni? È una sottona». Si usa anche al maschile SOTTONE.

Questa definizione fa ipotizzare che sottone sia posteriore a sottanza, voce derivata anch’essa da sotto, di cui in effetti si rintraccia su Google Libri un’attestazione isolata nel significato di ‘sudditanza, sottomissione’, nella ristampa di un testo pubblicato per la prima volta nel 1960 e scritto dallo storico dell’economia Domenico Demarco (1912-2008), professore all’Università di Napoli e autore di numerosi saggi di storia economica e sociale soprattutto dell’Italia meridionale:

Essi sono dovuti alla politica economica generale del governo, perché le antiche forme mal s’adattano alla nuova sottanza, e quando quegl’impedimenti minacciano di morte la nuova creatura, la reazione è naturale. (Domenico Demarco, Il crollo delle Due Sicilie, Napoli, 1966, prima ed. 1960, p. 104)

Tornando a sottone, nel sito Brutta storia. Manuale di lingua e mitologia urbana troviamo una prima attestazione della voce nel significato oggi più comune: si tratta di un commento del 2007 di un utente che sostiene che «sottone è uno che “sta sotto” per una ragazza. Cioè non ne può fare a meno, è quasi appiccicoso nel suo affetto e spesso non è ricambiato» (nello stesso sito, in un commento di poche settimane prima, un altro utente scrive: “Sottone è colui che fa abitualmente uso di droghe leggere e per questo è spesso euforico, svogliato, disattento, mai timido e spesso si sente invincibile!”, testimoniando la coesistenza dei due usi). Le cinque definizioni presenti su Urban Dictionary successive al 2008 (2 del 2018, poi 2019, 2021, 2023) si riferiscono tutte al significato di ‘persona che ha atteggiamenti di sottomissione e servilismo nei confronti di qualcuno di cui è infatuato’. Nel più moderno glossario di giovanilismi di Lucenti-Montanari 2019 sottone è “colui che presenta una passione smisurata per qualcosa. Quando la passione maniacale è per un individuo dell’altro sesso si è sotto a quell’individuo: Sei un sottone”. E ancora su Slengo.it il sottone è un “individuo che, innamorato di una persona o fortemente attratto da essa, si pone nei suoi confronti in uno stato di subordinazione e servilismo, in maniera più o meno consapevole. Per estensione, individuo che generalmente si fa trattare come uno zerbino o manifesta un senso di inferiorità, soprattutto a vantaggio della categoria di persone per cui prova attrazione”. Infine, sottone rientra come aggettivo nel piccolo corpus di giovanilismi (o termini percepiti come tali dagli utenti di Twitter) raccolto da De Vecchis (2022) che lo definisce come ‘passivo, sottomesso alla volontà altrui’.

Sembrerebbe, dunque, che nei primi anni Duemila, e probabilmente partendo dalla Lombardia, sottone si sia diffuso come termine gergale legato all’uso della droga e alle sue conseguenze; intorno al 2008, per estensione, è passato a indicare ‘qualcuno che è in preda all’ossessione, anche maniacale, per qualcosa o qualcuno’; negli ultimi anni, tale significato si è poi “specializzato” aggiungendo all’ossessione per qualcuno l’atteggiamento di sottomissione. Stando ai repertori lessicali più recenti e alle attestazioni degli ultimi anni rintracciabili in rete, sembrerebbe che il significato legato alle droghe sia oggi in disuso, anche se è ancora presente nelle definizioni proposte su Slengo.it:

Deriva dall’espressione “rimanerci sotto”. In generale dicesi di chi è dipendente da qualcosa. Ha diversi significati a seconda dell’oggetto della dipendenza:
- può voler dire “innamorato in modo malsano”, “dipendente dalla persona amata”, “zerbino”
- più semplicemente può voler dire “drogato”, “tossico”, “dipendente da sostanze”
- può voler dire anche “fanatico”, “fissato con qualcosa”, “fan”.

Pare, in effetti, evidente che tra il primo significato legato alle droghe e quello oggi maggioritario, riferito all’ossessione amorosa e alla sottomissione a qualcuno, vi è certamente continuità. A livello semantico il tratto che lega le diverse accezioni di sottone è ‘l’essere dipendente (da qualcuno o qualcosa)’, mentre a livello morfologico la base derivativa è in ogni caso la locuzione starci/rimanerci sotto (a una sostanza, a una persona, a una canzone…).

Chiariti l’origine e il significato, forniamo qualche dato numerico circa la frequenza attuale di sottone. Da una ricerca tra le pagine in italiano di Google (il 22/4/2024) si ottengono: 101.000 risultati per la forma sottone (impiegata sia come maschile singolare, sia come femminile plurale); leggermente superiori, 111.000, i risultati per il femminile sottona; 30.500 per sottoni. I dati di Google non sono perfettamente conformi a quelli che si ottengono dalla ricerca (del 7/2/2024) nel corpus itTenTen20, del servizio Sketchengine: 63 occorrenze per sottone (maschile singolare e femminile plurale), 25 per sottona, 26 sottoni.

La parola è presente, in misura ridotta, anche nella stampa italiana. Nell’archivio della “Repubblica” (ricerche del 22/4/2024) sottone compare in 5 articoli, sempre usato come maschile singolare (un’occorrenza è del 2018, un’altra del 2021 e le altre 3 del 2022), mentre dei 4 risultati della forma femminile sottona, 3 sono datati 2017 e si riferiscono a una serie di feste in locali notturni italiani, con ospite Gordon, intitolate proprio “Non fare la sottona”. L’archivio del “Corriere della Sera” contiene 2 occorrenze per sottone (nel 2021 come maschile singolare e nel 2023 come femminile plurale) e 2 per sottona (2017 e 2023). L’archivio storico del quotidiano “La Stampa” non registra occorrenze del termine, ma da una ricerca generica nel sito otteniamo 2 risultati (2022 e 2023) per la forma maschile sottone. Anche le attestazioni sui quotidiani ‒ la maggior parte delle quali, quando non riferite alle serate con ospite Gordon, si trovano all’interno di interviste e discorsi diretti ‒ confermano l’uso colloquiale e giovanile:

Spiega lo scrittore Antonio Franchini, direttore editoriale di Giunti e Bompiani: «Io la stroncatrice di capolavori ce l’ho in casa. È la mia seconda figlia Costanza, di sedici anni. Su David Copperfield dice: “Papà, questo è un sottone, uno smidollato. È peggio di mio fratello. Ma come è possibile intitolare un capitolo Qualcosa di nuovo e poi non succede niente?”. […] Sul protagonista de Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani: “Dicevo che David Copperfield era un sottone perché non avevo ancora incontrato questo! Come si chiama? Ah! Sì: l’io narrante. Questo ha proprio bisogno di darsi una svegliata!”». (Nicola Lecca, Web lo Stroncatore stronca pure Kafka, “la Repubblica”, 22/7/2018)

Una favola moderna, insomma, diventata realtà anche se con qualche timore: “Da parte mia c’è dell’amore e a me l’amore fa sentire debole. Ho paura di fare la figura della ‘sottona’, ovvero colui [sic] che si espone a tal punto che poi l’altra persona prende tutto per scontato. Se però lui è ‘sottone’ e io pure la cosa è divertente”. (Andrea Pascoli, Ema Stokholma e Angelo Madonia, la coppia è ufficiale. “Lui ha le chiavi di casa mia”, repubblica.it, sez. Spettacoli, 27/11/2022) 

Parlo di storie scritte: fidanzati, matrimonio, figli. Allora mi spaventava, sono la prima delle “sottone” e volevo fare la dura: adesso mi andrebbe anche bene. (Andrea Laffranchi, Non temo confronti [intervista alla cantante Angelina Mango], “Corriere della Sera”, sez. Spettacoli, 23/10/2023)

Secondo il grafico di Google Trends, un primo picco di ricerche della parola, in particolare della forma femminile sottona, si ha nel luglio 2017, proprio in concomitanza della diffusione in rete della canzone di Gordon “Non fare la sottona”:

 

Non siamo riusciti a ricondurre i successivi picchi di ricerche di sottone e sottona (gennaio 2020 e 2021) a singoli eventi catalizzatori: probabilmente si tratta di un insieme di notizie di cronaca mondana, circolate in rete e nella stampa, e di programmi televisivi come Uomini e Donne, Temptation Island ecc.

Per concludere, segnaliamo alcuni sostantivi derivati da sottone, che descrivono ‘l’atteggiamento da sottone, l’essere sottone’, attestati in rete e sui social network con una circolazione ancora piuttosto limitata: sottonaggine (2880 risultati, 315 per la variante sottonagine; presente anche su Slengo.it), sottoneria (266), sottonanza (167 risultati su Google; presente anche su Slengo.it), sottonismo (65 risultati su Google). Qualche esempio d’uso:

Il mio livello di sottonaggine è pari a quello di Dante, ora torno a studiare (post su Treads, 19/12/2023)

Ho una domanda per il sociale: secondo voi è più sottona l’ex moglie che chiede, su 18 persone a tavola, all’ex marito il parmigiano o lui che si stava niente meno alzando per portarglielo? Sono molto indecisa, hanno raggiunto un livello tutto loro di sottoneria #beabaldi (post su X, 21/1/2024)

Livello sottonanza: dovevo prendere lo shampoo e ho preso uno uguale a quello del mio ragazzo perché mi piace l’odore. (post su X, 29/3/2024)

Ma io che ho fatto per essere in una condizione di sottonismo e regressione anagrafica tale da essere entrato nel tunnel di Gazzelle e Ariete? (post su X, 29/12/2021)

Più attestata (3380 risultati su Google Italia) è la forma sottanza, già presente, come abbiamo visto, su Slangopedia e attestata prima di sottone; riportiamo un esempio più recente:

Forse, proustiano come poche cose di non stretta osservanza francesista fin de siècle lo sono state (a parte Infinito di Raf, quando il Riefoli sembra cantare la sottanza di Marcel per Albertine scomparsa: “Ieri avrei voluto leggere i tuoi pensieri / Scrutarne ogni piccolo particolare ed evitare di sbagliare / Diventare ogni volta l’uomo ideale”). (Giovanni De Stefano, Rocco Tanica nei paesi delle meraviglie, “RollingStone”, 18/1/2020) 

I contesti d’uso appena visti confermano, anche per i derivati di sottone, un uso prettamente colloquiale e giovanile. La loro seppur marginale presenza, tuttavia, suggerisce che la forma base, sottone, sia percepita come radicata e capace di generare altre parole, naturalmente sempre all’interno del suo ristretto ambito d’uso.

Nota bibliografica:

  • Lucenti-Montanari 2019: Lorenzo Maria Lucenti, Jacopo Montanari (a cura di), Bella ci! Piccolo glossario di una lingua sbalconata, Alghero, Edicions de l’Alguer, 2019.
  • De Vecchis 2022: Kevin De Vecchis, «Come dicono i giovani». La percezione del linguaggio giovanile in rete, in Annalisa Nesi (a cura di), L’italiano e i giovani. Come scusa? Non ti followo, Firenze, Accademia della Crusca - goWare, 2022, pp. 59-75.
  • Lo Duca 2004: Maria G. Lo Duca, Il tipo capellone, in Grossmann-Rainer 2004, pp. 210-213.
  • Lo Duca 2004a: Maria G. Lo Duca, Il tipo mangione, in Grossmann-Rainer 2004, pp. 361-363.
  • Merlini Barbaresi 2004: Lavinia Merlini Barbaresi, Il suffisso -one, in Grossman-Rainer 2004, pp. 287-289.
  • Manzoni 1997: Gian Ruggero Manzoni, Peso vero sclero. Dizionario del linguaggio giovanile di fine millennio, Milano, Il Saggiatore, 1997.
  • Ambrogio-Casalegno 2004: Renzo Ambrogio, Giovanni Casalegno, Scrostati gaggio! Dizionario storico dei linguaggi giovanili, Torino, UTET, 2004.