DOI 10.35948/2532-9006/2024.33251
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Grazie ad alcune norme varate negli ultimi anni in Italia, la cosiddetta micromobilità, ossia la ‘mobilità legata a brevi distanze, caratterizzata da mezzi di trasporto di piccole dimensioni, come biciclette, scooter e monopattini elettrici’ (cfr. Vocabolario Treccani, sez. Neologismi 2020 e Zingarelli 2024), ha avuto particolare impulso nelle città; la manovra politica, dalle motivazioni ecologiche, ha trovato senz’altro incremento nel periodo pandemico, con la finalità di evitare assembramenti sui mezzi di trasporto e di decongestionare il traffico durante la ripresa delle attività lavorative e scolastiche. Leggendo gli atti normativi italiani, possiamo capire l’evoluzione e la diffusione recente del monopattino, che, dall’essere considerato prevalentemente giocattolo per bambini e ragazzi o attrezzo destinato all’uso sportivo (almeno fino al 2015 con la Legge del 4 agosto, n. 138, “Gazzetta Ufficiale” n. 204, 3/9/2015, Supplemento Ordinario n. 52), è diventato, specie nella versione elettrica, un vero e proprio veicolo per brevi e medie distanze, annoverato nella lista dei piccoli mezzi di trasporto da preferire nelle città: lo si legge nella Legge di Bilancio del 30 dicembre 2018, n. 145 (“Gazzetta Ufficiale” n. 302 del 31/12/2018, Supplemento Ordinario n. 62), ma soprattutto nella Legge di Bilancio dell’anno successivo (Legge 27 dicembre 2019, n. 160, “Gazzetta Ufficiale” n. 304 del 30/12/2019, Supplemento Ordinario n. 45). Le norme del 2020 concedono incentivi a tutti coloro che rottamino veicoli ad alte emissioni di CO2 per comprare monopattini elettrici, biciclette elettriche o muscolari e simili. Infine, dal 2021 la legge italiana si è dedicata a due questioni fondamentali, che mostrano la grandissima diffusione di questo piccolo veicolo: da una parte le norme stradali (e il limite di età consentito) per guidare correttamente un monopattino, dall’altra la regolamentazione delle società di noleggio di monopattini elettrici.
Il grande impulso che ha avuto il monopattino suscita una domanda: come chiamare chi conduce il monopattino? Questo post pubblicato sul social X risulta significativo:
Direi la mia sui monopattinisti...monopattinatori...o monopattinanti ma preferisco scendere in strada e dirgliela personalmente, uno ad uno. (@NuNuZ_00 del 26/5/2021)
Tutti i suffissi usati nel testo citato (-ista, -tore, -(a)nte) sono, o possono essere, usati per formare nomi d’agente: tra tutti ha avuto la meglio il suffisso -ista, quello che, come notava Migliorini già nel 1939, predominava (“se non imperversa[va]”) nelle formazioni neologiche (cfr. Maria Lo Duca, Il tipo autista, in Grossmann-Rainer 2004, pp. 206-209). Coerente con il nostro sistema morfologico è la proposta di un suffissato in -tore nella lista del post di X, formato per analogia con pattinatore, dal verbo pattinare, che conta nelle pagine in italiano di Google solo 652 risultati per tutte le forme flesse (si avverte che tutte le ricerche sono aggiornate al 28/5/2024). È coerente anche -(a)nte, suffisso che può formare derivati sia da basi verbali (nel qual caso si potrebbe anche parlare di conversione del participio presente), sia anche da basi nominali (basti pensare a bracciante, cfr. Bruno Migliorini, I nomi italiani del tipo bracciante, “Vox Romanica” I, 1936, pp. 64-85).
Complice l’analogia con gli altri -isti che indicano i guidatori di diverse tipologie di veicoli (autisti, ciclisti, tassisti, i più recenti scooteristi), monopattinista si è rivelata la soluzione morfologica vincente: per tutte le forme flesse conta nelle pagine in italiano di Google 6.930 risultati. Potrebbe sembrare un numero ancora abbastanza contenuto ma, come vedremo dalle attestazioni sui quotidiani e sui social network, nasconde una grande vitalità della nuova parola. La sua base di derivazione è monopattino, ossia un altro derivato, formato dall’elemento prefissale mono- (dal gr. μονο-, tema di μόνος ‘solo, unico’) e dal francesismo pattino (diminutivo di patte ‘zampa’, passato poi a indicare una sorta di antica calzatura e, in un secondo momento, il pattino da ghiaccio, cfr. l’Etimologico).
Storia della parola
Sebbene soltanto negli ultimi anni il termine monopattinista abbia raggiunto una certa affermazione nell’uso, siamo riusciti a recuperare, grazie agli archivi storici della “Stampa” e del “Corriere della Sera”, alcune occasionali occorrenze nel passato: le prime risalgono agli anni ’30 del Novecento, due negli anni ’50, una isolata nel 1961, due negli anni ’80 e una nel 1995 (riportiamo solo quelle più significative):
Poi il Segretario Federale (aggiungiamo noi: divertendosi un mezzo mondo) ha brandito una bandieruola tricolore ed ha dato il «via!» a ben cinque agguerrite batterie di... monopattinisti. Vederli quei demonietti arrancare sui loro arnesi! (Una visita di Andrea Gastaldi, “la Stampa”, 28/6/1933, p. 6)
Per iniziativa della «Lega Vitt», il 19 giugno alle 10 una balda schiera di monopattinisti giovanissimi ma non secondi, per entusiasmo e spirito sportivo, ai più celebrati campioni, prenderà il via da Sesto San Giovanni per raggiungere Monza con un percorso di 6 chilometri e 700 metri. [...] Tra Sesto e Monza, su un nastro d’asfalto pianeggiante che invita alle velocità vertiginose, la falange dei monopattinisti si batterà con sommo accanimento. (Monopattini lanciati su sette chilometri d’asfalto, “Corriere d’Informazione”, edizione della notte del “Corriere della sera”, 28-29/6/1951, p. 2)
Si daranno battaglia squadre di quattro atleti (maschili e femminili), in un ambiente da Sei giorni ciclistica: con la gente che beve seduta nei dehors e guarda la fatica dei monopattinisti. (Piero Cerati, Cogne riscopre insieme con i turisti la tradizione delle lunghe «veillà», “La Stampa”, 15/7/1983, p. 8)
Prossimo appuntamento per i monopattinisti valdostani il 1° agosto a Enghelberg in Svizzera. (La squadra «A» trionfa nello sprint a Ivrea, “la Stampa”, sez. Aosta Sport, 6/7/1995, p. 45)
In tutti questi casi il termine indica chi conduce il monopattino per partecipare a una gara o manifestazione sportiva. Il significato che ci interessa, ossia quello di ‘chi, che conduce un monopattino (per lo più elettrico)’ senza alcuna implicazione sportiva, è relativamente recente: sul social X troviamo alcune “puntuali” attestazioni nel 2011, nel 2013 (da notare l’uso aggettivale della formazione nel secondo esempio e l’associazione dell’aggettivo elettrico a monopattinista e a ciclista nel terzo), nelle quali spesso il monopattino è ancora considerato il giocattolo per i più piccoli; fra le prime attestazioni nelle pagine di Google una è del 2014 e una del 2016; per quanto riguarda i quotidiani, una prima attestazione in questa accezione si ha nel 2017 nella “Repubblica”:
acerrima nemica dei monopattinisti di tutte le età (@tegamini del 30/9/2011)
Tenete d’occhio i quotidiani svizzeri: potrei comparire prima o poi per aver massacrato uno dei troppi ragazzini monopattinisti di Ginevra. (@TeleRompo del 15/5/2013)
Ho il sospetto che stiano nascendo gang di monopattinisti elettrici (@89_liza del 24/8/2013)
Ed è stato così che ho cercato di comprare un’auto elettrica e non ci sono riuscito, e per il momento me ne vado in giro in metro insieme a quel popolo misto di gente forzatamente green perché non può permettersi un’auto, di persone senza patente per una ragione o per l’altra, di perdigiorno, di lavoratori a cottimo, [...] di ciclisti elettrici e monopattinisti elettrici [...]. (Emiliano Eredda, Ho cercato di comparare un’auto elettrica e non ci sono riuscito, slow-series.com, 8/2/2016)
Come sanno i vigili urbani, e qualche monopattinista, sono tutti fuorilegge. Il monopattino, definito tecnicamente un “acceleratore di andatura”, secondo l’articolo 190 del Codice della Strada non può andare sulla strada e neppure salire sul marciapiede, oppure usufruire delle piste ciclabili, quando ci sono. (La linea d’ombra del monopattino, “la Repubblica”, sez. Rc-Primo Piano, 25/11/2017, p. 58)
Nel 2018 si ha un piccolo incremento del numero delle occorrenze; più decisivo è quello registrato nel 2019, quando si assiste alla più consistente affermazione della parola, non solo sui social network (ad es. nasce la pagina Facebook “Monopattinisti” e contiamo 24 occorrenze su X), ma anche e soprattutto sui quotidiani (6 sul sito della “Stampa”, 6 nell’archivio del “Corriere della Sera” e 18 in quello della “Repubblica”). Dalla lettura dei quotidiani possiamo evincere due dati interessanti:
1) nella maggior parte dei casi (anche quelli più recenti), il termine monopattinista ricorre all’interno di lettere, inviate dai lettori alle redazioni, caratterizzate dal tono polemico o ironico. Questo rivela che il termine è di uso abbastanza comune, e che quindi non appartiene al solo linguaggio giornalistico:
Le scrivo per rispondere alla «vita da pedone», io avrei una risposta alla maleducazione imperante dei ciclisti e degli skater e dei monopattinisti. (Lettera a Schiavi Giangiacomo, “Corriere della Sera”, ediz. Milano, 15/3/2019, p. 15)
Mi accodo alle quotidiane lamentele nei confronti di ciclisti e monopattinisti: sono stanco, stanco, stanco di rischiare le ossa camminando sul marciapiede e di essere insultato (Lettera di Roberto D’Andrea). Ho letto il grido d’allarme dello studio legale Ambrosio e Commodo, come sempre straordinario promotore di se stesso. Il nemico della città, oggi, sono dunque ciclisti e monopattinisti, che mettono a repentaglio la vita degli incolpevoli cittadini (Odile Graglia). (Monopattini, biciclette e codice della strada, “la Repubblica”, sez. Lettere, 18/7/2021, p. 15)
2) nella grande maggioranza delle attestazioni, le edizioni in cui compare il termine (negli articoli di cronaca e in quelli che riportano le lettere dei lettori) sono settentrionali: si parla di monopattinisti specialmente a Torino e poi a Milano, in un secondo momento a Roma.
Quest’ultimo dato va legato al fatto che Torino e Milano sono città in cui la micromobilità, oltre a essere stata incentivata dalle amministrazioni locali, si è potuta diffondere grazie alla loro agibilità urbanistica. La mobilità di Roma risulta essere molto più complessa, sia nel centro storico, sia nelle aree periferiche, in cui sono state disposte, pur con molta difficoltà, aree dedicate alle biciclette e ai monopattini: probabilmente si deve a ciò se le edizioni locali romane dei quotidiani che riportano il termine sono relativamente recenti.
Dal 2019, il termine comincia a comparire in alcuni siti specialistici dedicati alla mobilità (siti di moto o di veicoli in generale), spesso tra virgolette:
I “monopattinisti” dovranno essere dotati di patente se minorenni, e in nessun caso potranno portare passeggeri. (Marco Berti Quattrini, Monopattini elettrici. Parte la sperimentazione anche a Torino, moto.it, 13/11/2019)
Nel frattempo i vigili urbani hanno intercettato e multato oltre 50 “monopattinisti” fuori regola. (Caos monopattini, Milano stoppa le “sette sorelle” dello sharing, vaielettrico.it, 16/8/2019)
Il picco di occorrenze di monopattinista viene registrato nel biennio 2019-2020, quando, come si è accennato, il governo predispose una serie di incentivi per l’acquisto dei monopattini elettrici. Molti articoli parlano degli incentivi stanziati dal governo; altri delle problematiche legate alla mobilità e alla mancanza di regolamentazione; altri ancora sono articoli di cronaca che hanno questi nuovi conducenti come protagonisti:
Pochi mesi fa, dopo le multe fatte a tre monopattinisti rei di circolare sulla pista ciclabile prima del via alla sperimentazione, quando i vigili consideravano questi mezzi al pari di motorini, a Torino si era arrivati alle dimissioni del comandante della polizia municipale Emiliano Bezzon. (Diego Longhin, Da oggi è “monopattino libero”. Il Comune: servono norme chiare, “la Repubblica”, sez. Cronaca, 2/1/2020, p. 7)
A quel punto, per evitare l’impatto, il monopattinista ha virato improvvisamente verso il centro strada dove c’era un altro automobilista che non è riuscito ad evitarlo e l’ha investito. (Mario Roselli, Torino, uomo in monopattino travolto da un’auto: è in gravi condizioni all’ospedale, lastampa.it, 19/5/2020)
Complici gli incentivi ideati dal governo per consentire agli italiani di acquistare il proprio monopattino a un prezzo abbattuto del 60%, negli ultimi mesi si è registrata una vera e propria esplosione di “monopattinisti”. [...] Insomma è quasi come se molti dei monopattinisti, soprattutto gli improvvisati dell’ultima ora che affittano il mezzo per qualche decina di minuti, salissero su una giostra o, peggio ancora, giocassero alla roulette russa. [...] Sono queste le principali motivazioni che stanno generando una vera e propria guerra tra gli altri utenti della strada e i monopattinisti, visti come dei selvaggi con le manie di onnipotenza. Una battaglia che mi ricorda molto quella tra automobilisti e ciclisti, tra sciatori e snowboarder. (Antonella Luccitti, Monopattino mon amour!, felicitapubblica.it, 1/10/2020)
Nel 2021 e nel 2022 il numero delle occorrenze tende gradualmente a diminuire, ma il termine compare anche in alcuni testi a stampa digitalizzati in Google libri:
Percorriamo pochi chilometri nel traffico caotico di Torino con il seguente punteggio: bestemmie di ciclisti a cui abbiamo fatto la rasetta: venticinque, monopattinisti schivati: cinque, pedoni che sono buttati davanti sulle strisce [...]. (Bruna Fioretti, Mario Bertello, Darwin e la Bagna Càoda, Edizione Book Sprint, 2021)
Le modifiche al Codice della strada recate dal decreto legge 121/2021 come modificato dalla legge n. 156 del 9 novembre 2021. Ecco tutte le novità da sapere [...] Articolo 3 Definizioni stradali di traffico. Pedoni e disabili utenti ultra deboli in grave pericolo. Ante modifica, c’erano questi utenti deboli: disabili e ciclisti; post modifica la classifica cambia. In primis, ci sono gli utenti ultra deboli: pedoni e disabili. Poi ci sono gli utenti vulnerabili: ciclisti e monopattinisti. Ma enormemente più forti di pedoni e disabili. Quindi chi va su veicoli a motore. (Il nuovo codice della strada, Milano, Gruppo Sole 24 Ore, 2021, p. 7)
Nel 2022 compare anche in un romanzo:
Sul ponte c’era un gran traffico di monopattinisti, mamme con carrozzine, amateurs del ciclismo, fidanzati che si fotografavano davanti ai lucchetti e gettavano la chiave del loro. (Leonardo Colombatti, Sinceramente non tuo, Milano, Mondadori, 2022 [versione digitalizzata])
Nel 2023 e nel 2024 il numero delle occorrenze è rimasto pressoché stabile e dalle attestazioni sembrerebbe che il termine sia ormai entrato stabilmente nel lessico italiano:
Mentre infatti generalmente si pensa che la sicurezza della strada dipenda soltanto dai singoli utenti (automobilisti, motociclisti, ciclisti, pedoni), in altri Paesi si considera l’intero sistema della mobilità urbana potenzialmente pericoloso per i «deboli della strada», ovvero i pedoni, i ciclisti e i monopattinisti. Anche quando i pedoni, ciclisti e monopattinisti rispettano le regole e si muovono con la dovuta cautela (ciò che non sempre accade). (Edoardo Segantini, L’Olanda, esempio da seguire, “Corriere della Sera”, ediz. Roma, 7/9/2023, p. 1)
Tutta la vicinanza umana possibile alle famiglie di coloro che, in bicicletta o in monopattino, siano stati travolti da un’automobile. Ma una cosa dobbiamo pur dirla: ieri, domenica di Pasqua, ero fermo a un semaforo in corso Moncalieri e ho visto non uno ma cinque, dico cinque, monopattinisti passare tranquillamente con il rosso. (Specchio dei tempi, le lettere di mercoledì 3 aprile, lastampa.it, 3/4/2024)
La sua diffusione è dimostrata dalla partecipazione ai lavori, svolti presso il Senato della Repubblica il 21 maggio 2024, dell’“Associazione Monopattinisti e-mobility Italia”, che ha discusso assieme alla Commissione Ambiente e lavori pubblici, il disegno di legge n. 1086 sul nuovo codice della strada. Infatti sono state introdotte alcune sostanziali novità che riguardano la circolazione dei monopattini elettrici: l’obbligatorietà assicurativa, la presenza inderogabile di una targa di riconoscimento, l’obbligatorietà del casco per tutti i monopattinisti (e non solo per i minorenni, come in precedenza), il divieto di circolazione su marciapiedi e zone pedonali, la regolamentazione delle aree parcheggio dedicate esclusivamente ai monopattini. Negli ultimi mesi, infatti, oltre ad articoli di cronaca e ad alcune rilevazioni circa il decremento dei monopattini in alcune città (tra cui Torino), la maggior parte dei testi che riportano il termine monopattinista parlano delle nuove prescrizioni stradali:
Credo che l’attuale fervore legislativo nei confronti dei monopattinisti sia un po’ miope e in disaccordo con la visione di un centro urbano vivibile e sicuro. (Nicola Maria Servillo, Giro in monopattino da anni. E, no, le nuove regole non saranno la soluzione, bolognatoday.it, 7/4/2024)
Le strade, però, sono un bene comune da condividere con tutti. E tutti hanno diritto di utilizzarle liberamente: pedoni, ciclisti, automobilisti, motociclisti, scooteristi, monopattinisti, conducenti di mezzi pubblici, di qualsiasi etnia, genere ed età. (In strada con rispetto e responsabilità, ilgiorno.it, ediz. Milano, 28/5/2024)
Concludendo, possiamo considerare monopattinista una parola ormai appartenente al lessico italiano: la sua fortuna è stata senz’altro dovuta alla diffusione del monopattino elettrico e all’impulso che lo Stato ha dato a questo nuovo mezzo di trasporto cittadino (e non). La sua permanenza all’interno del nostro repertorio lessicale, però, è strettamente legata alla fortuna del monopattino: potrebbe anche darsi che in futuro l’invenzione di un nuovo mezzo di trasporto più efficiente e meno controverso possa scalzarlo, e di conseguenza ridurre la diffusione del termine monopattinista. Ma intanto i dizionari dell’uso contemporaneo dovranno decidersi a includerlo nei loro lemmari.