DOI 10.35948/2532-9006/2022.25877
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A partire dalla seconda metà degli anni dieci del Duemila, in rete e nei giornali si è assistito a una discreta diffusione del termine inglese bromance, usato per definire un rapporto di profonda amicizia o anche solo di forte intesa tra due o più uomini, specialmente con riferimento a politici, sportivi, uomini di spettacolo e altre celebrità.
La parola, che rappresenta appunto un prestito integrale dall’inglese, non è ancora registrata da alcun dizionario italiano dell’uso: per il momento, gli unici strumenti lessicografici che possiamo consultare per approfondirne origine e significato sono quindi i dizionari bilingui inglese-italiano (come il Garzanti Hazon, il Grande Dizionario Hoepli o il Collins Dictionary) e, naturalmente, i dizionari monolingue dell’inglese, come il Cambridge Dictionary e il Merriam-Webster. Questi ultimi accolgono la voce, marcandola come ‘familiare’ e ‘informale’, nel significato di ‘close, nonsexual friendship between men’ (ossia ‘stretta amicizia di natura non sessuale tra uomini’), e ne segnalano la natura di parola macedonia (come sono definiti in italiano i composti formati da porzioni di altre parole, in inglese blend o portmanteau), formata dalla fusione dei sostantivi brother ‘fratello’ (o della sua abbreviazione informale bro) e romance nel significato di ‘relazione amorosa’.
Secondo il Merriam-Webster e l’Oxford English Dictionary (OED), la prima attestazione del termine in inglese risalirebbe al 2001, ma altre fonti, in particolare alcuni articoli dedicati al tema (come questo), retrodatano l’uso di bromance alla metà degli anni Novanta, quando lo skater (così viene chiamato anche in italiano ‘chi pratica lo sport dello skateboard’) americano Dave Carnie, in un articolo pubblicato sulla rivista di skateboard “Big Brother”, avrebbe impiegato per la prima volta il sostantivo per riferirsi allo stretto rapporto che tende a instaurarsi tra gli skater durante i lunghi periodi di allenamento. Secondo la ricostruzione proposta da Michael De Angelis in uno studio del 2014 sulla rappresentazione delle relazioni tra persone dello stesso sesso nei film e in televisione (Reading the Bromance. Homosocial Relationships in Film and Television, Detroit, Wayne State University Press, 2014), la parola avrebbe però cominciato a diffondersi solo a partire dal 2005, quando il tema ha iniziato ad assumere maggiore importanza (e visibilità) nell’industria cinematografica, a cominciare dalla commedia 40 anni vergine del regista americano Judd Apatow, uscita proprio in quell’anno. Con l’avvento del nuovo millennio si è infatti assistito a una maggiore apertura e tolleranza da parte delle società occidentali verso le questioni di genere e di identità sessuale, insieme all’emergere di modelli di mascolinità alternativi a quello tradizionale, più inclini all’espressione di sentimenti ed emozioni: ciò ha contribuito a un più aperto e libero sviluppo di rapporti di amicizia intimi e affettuosi anche tra uomini, e a una sempre più frequente rappresentazione di questi rapporti all’interno di narrazioni televisive e cinematografiche; tutto questo ha a sua volta concorso a una crescente circolazione della parola che li definisce, distinguendoli da altre forme di amicizia maschile. La discreta fortuna della voce, soprattutto nel mondo dello spettacolo, si è poi progressivamente estesa anche al di fuori degli Stati Uniti, grazie al successo delle produzioni americane e al prestigio dell’inglese, come è testimoniato anche dal moltiplicarsi, in diversi paesi, di film, serie televisive e canzoni che non solo sviluppano il tema dei rapporti di “bromance”, ma ne esplicitano il contenuto già nel titolo, che spesso coincide con la nostra forma o la include: è il caso, per esempio, di un reality show americano, intitolato appunto Bromance, trasmesso tra il 2008 e il 2009 dal canale televisivo MTV e di una canzone strumentale del deejay svedese Tim Berg (Avicii) del 2010, intitolata Seek Bromance. Bromance è inoltre il nome scelto dal musicista francese Brodinski per una casa discografica specializzata in musica elettronica, fondata insieme a Manu Barron nel 2011 e il titolo con il quale è stato distribuito all’estero un film del 2016 del regista argentino Lucas Santa Ana, incentrato sulla relazione di “amicizia amorosa” che si crea fra tre ragazzi ventenni (Como una novia sin sexo).
All’effettiva affermazione del termine in inglese concorre tuttavia non solo il suo largo impiego nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento, ma anche la sua successiva adozione in ambito scientifico, in pubblicazioni specialistiche di ambito psicologico e sociologico: una certa risonanza, anche al di fuori della comunità scientifica, ha avuto in particolare un articolo pubblicato nel 2017 da Stefan Robinson, Adam White ed Eric Anderson e intitolato Privileging the Bromance: A Critical Appraisal of Romantic and Bromantic Relationships (poi raccolto nel fascicolo 22 della rivista “Men and Masculinities” [2019, 22/5, pp. 850-871]): l’articolo presenta i risultati di uno studio condotto da un gruppo di psicologi delle Università di Winchester e del Bedfordshire su 30 studenti universitari eterosessuali, da cui sarebbe emersa la tendenziale preferenza di questi ultimi per le amicizie con coetanei dello stesso sesso, con i quali i giovani si sentirebbero meno giudicati e più liberi di esprimere le proprie emozioni, rispetto ai rapporti con compagne e fidanzate. Il contenuto dello studio è stato in seguito rilanciato in diversi articoli di taglio divulgativo per il largo pubblico, che sono apparsi numerosi anche in Italia, e che hanno senz’altro contribuito a una maggiore conoscenza del fenomeno nel nostro paese, oltre che a una relativa diffusione dell’anglismo. Per esempio:
Meglio una chiacchierata tra amici, tra birra e confidenze. O un pomeriggio a giocare ai videogiochi. O una serata trascorsa a guardare una serie tv. Molto meglio la tranquillità di un’amicizia “speciale”, insomma, senza troppi fronzoli e troppe prospettive. Ma, attenzione, qua non si parla di semplice amicizia, ma di bromance, ossia di legami davvero forti. […] Questi rapporti, secondo gli stessi soggetti coinvolti, sono emozionalmente più soddisfacenti rispetto alle relazioni con le donne. Lo rivela uno studio scientifico pubblicato sulla rivista ‘Men and Masculinities’, firmato da ricercatori dell’Università di Winchester. Il team di ricerca ha poi pubblicato un articolo dal titolo “Privileging the Bromance: A critical appraisal of Romantic and Bromantic Relationships”. (Salvo Cagnazzo, Le bromance minacciano le relazioni d’amore, Stile.it, 23/10/2017)
In italiano, occorrenze isolate della parola si ritrovano in realtà, in rete e nella stampa, anche prima del 2017: la prima occorrenza che siamo stati in grado di rintracciare risale infatti al 2009, in una recensione della commedia americana I love you, man, che recupera il “gergo” della cinematografia hollywoodiana, ironizzando sull’origine di bromance, scherzosamente ricondotta a un improbabile incrocio tra il sostantivo romance (che indica il genere della commedia romantica), e l’iniziale dell’espressione buddy movie (che identifica invece i film incentrati sull’amicizia tra due personaggi dello stesso sesso, per lo più uomini):
Di solito è la femmina, che si intrufola tra due maschi e rovina la pace. Qui sarà un maschio, a rovinare l’armonia della coppia. Il fatto è che Peter, alla vigilia delle nozze, ha bisogno di un testimone. Scartati il padre e il fratello, si accorge di non avere amici. Parte quindi con una serie di appuntamenti (quasi) al buio: un casting per trovare il candidato giusto. Quando incontra Jason (l’attore si chiama Jason Segel, e qui tiene addosso mutande e pantaloni, senza rifare il full frontal di “Forgetting Sarah Marshall” agli ordini di Judd Apatow) sarà complicità maschile a prima vista. Già si parla di “bromance”, che corregge il “romance” con la B rubata ai “buddy movie”. (Mariarosa Mancuso, I love you, man, ilfoglio.it, 6/9/2009)
Ulteriori, sporadiche attestazioni del termine si rinvengono tra il 2014 e il 2016, in articoli e pubblicazioni che fanno per lo più riferimento ai rapporti di amicizia che legano campioni sportivi e personaggi di invenzione di film e serie televisive, in qualche caso anche chiarendo origine e significato dell’anglismo. Per esempio:
Magic Mike XXL, diretto da Gregory Jacobs su un copione di Reid Carolin, girato e montato da Soderbergh con due diversi pseudonimi, è una sorta di “bromance” (l’amicizia tra i maschi) on the road, poca storia e tante scene di danza e spogliarelli di un gruppo di cinque amici, all’apparenza machissimi ma in realtà pieni di fragilità, che ce la mettono tutta per dar vita a un ultimo show prima di appendere il perizoma al chiodo. (Silvia Bizio, Channing Tatum: “Ho fatto lo stripper ma sono una persona seria”, repubblica.it, sez. Cinema, 23/9/2015)
Però grazie alla foto dei 200 [metri] il mondo ha scoperto la parola «bromance», l’intesa maschile.
«Tra me e Usain [Bolt] c’è stima, non credo sia amicizia: è proprio rispetto. Ci siamo conosciuti per motivi di sponsor, abbiamo iniziato a stuzzicarci, a giocare, abbiamo continuato in pista. Sì, un po’ di sano cameratismo tra due velocisti che si piacciono». (Giulia Zonca, De Grasse e il dopo Bolt: “Ai Mondiali l’ultima [corsa]”, lastampa.it, sez. Sport, 29/8/2016)
È però solo tra il 2017 e il 2018 che si assiste a una maggiore circolazione nell’uso della voce, anche come conseguenza della crescente attenzione di sociologi e psicologi verso queste nuove forme di amicizia maschile: il fenomeno viene infatti approfondito anche in articoli di costume e società pubblicati in rete e nei principali quotidiani nazionali, in cui di conseguenza aumentano, seppure di poco, anche le occorrenze della parola. Una ricerca del 30/9/22 sul sito del quotidiano “la Stampa” restituisce infatti 12 risultati di bromance, la maggior parte dei quali (9) distribuiti tra il 2018 e il 2022; mentre negli archivi della “Repubblica” e del “Corriere della Sera” si rinvengono rispettivamente 42 e 21 occorrenze, di nuovo prevalentemente concentrate negli anni successivi al 2017 (con 33 e 18 esempi). L’osservazione delle occorrenze permette inoltre di rilevare come a partire dal 2017/2018, nell’uso giornalistico il significato di bromance abbia cominciato a estendersi e a definire non solo i legami di stretta amicizia tra attori, cantanti e sportivi, ma anche metaforicamente l’intesa tra esponenti politici di spicco. Per esempio:
Molto merito va riconosciuto al padrone di casa Macron, che ha abilmente gestito il vertice per evitarne il collasso. Anche nel linguaggio del corpo, culminato col bacio con cui ha salutato il presidente Usa, gli osservatori americani hanno visto rinascere la «bromance» che aveva caratterizzato il rapporto iniziale fra i due leader, ma ora sembrava svanita. (Paolo Mastrolilli, Dal G7 Trump tende la mano all’Iran: “Sarei pronto a incontrare Rohani”, lastampa.it, sez. Esteri, 27/8/2019)
Risate, cene in famiglia, battute. E meme infiniti sul web. Il rapporto tra il presidente Obama è il suo vice Biden è strettissimo, tanto che la Rete scherza ancora sul «bromance» tra i due. «La loro è stata un’amicizia genuina, che ha coinvolto anche le rispettive famiglie, e un matrimonio politico», ha spiegato tempo fa a 7 Steven Levingston, critico del Washington Post e autore di Barack and Joe: The Making of an Extraordinary Partnership. (Marisa Palumbo, Joe Biden, chi è il 46esimo presidente degli Stati Uniti, corriere.it, 3/11/2020)
Tra il 2021 e il 2022 un ulteriore impulso alla circolazione del termine viene dato dalla diffusione di album, canzoni e opere teatrali (italiane o pubblicate o messe in scena in Italia) che sono intitolate proprio Bromance e che hanno riscosso un relativo successo nel nostro paese, divenendo oggetto di approfondimento in svariati articoli, recensioni e post: il caso forse più noto è quello dei rapper italiani Mecna e CoCo, che nell’ottobre del 2021 pubblicano insieme un album, a cui danno appunto il titolo Bromance per sottolineare la forte intesa creatasi tra loro a livello artistico e personale, e anche per scardinare lo stereotipo della “mascolinità macha del rap”. Ragioni grosso modo analoghe, di ricerca di un nuovo modo di raccontare la mascolinità e insieme allusione alla natura del loro rapporto, “indefinito, fluido e senza confini”, sono alla base del titolo scelto dal duo elettronico Sem&Sténn (noto per la sua partecipazione al talent show X Factor) per un singolo uscito nel giugno del 2022; mentre nel luglio dello stesso anno il Leone d’Argento per il Teatro viene assegnato a Samira Elagoz per lo spettacolo Seek Bromance, che, riflettendo sulla mascolinità nelle sue diverse forme, narra la storia di una relazione tra persone transgender.
Nonostante la sua discreta circolazione nell’uso (con 167.000 occorrenze nelle pagine italiane di Google il 30/9/22, molte delle quali relative tuttavia al titolo dell’album di Mecna e CoCo), il sostantivo bromance non si è ancora del tutto affermato nella lingua corrente: il suo impiego, per il momento, rimane per lo più circoscritto a pubblicazioni specialistiche di ambito psicologico o ad articoli di costume e società per il largo pubblico (che parlano del fenomeno in quanto presente in produzioni artistiche e cinematografiche di vario tipo), o ancora articoli di cronaca che alludono al rapporto tra sportivi, politici e uomini di spettacolo. Ciò spiega perché la voce non sia stata registrata dai dizionari italiani dell’uso (ultima consultazione il 30/11/2022) e venga tuttora impiegata per lo più tra virgolette e accompagnata da una breve illustrazione del suo significato. Quanto all’esistenza di possibili traducenti italiani del termine, si potrebbe proporre il ricorso all’espressione “amore fraterno”, che nell’uso comune indica uno stretto legame tra uomini che si amano come fratelli (e che è talora accostata alla forma inglese, come qui), o anche alla meno comune “intimità omosociale”, che si riferisce, nell’uso tecnico della sociologia, a un rapporto di stretta socialità tra uomini, che non implichi il piano sessuale (per cui si parlerebbe invece di “relazione omoerotica”), ma che si caratterizza comunque per una certa ambiguità: entrambe le alternative presentano tuttavia lo svantaggio di risultare meno sintetiche rispetto al composto inglese e meno incisive nell’individuazione del referente.
Per quanto riguarda invece il genere del sostantivo (che è invariabile nel numero), in italiano bromance oscilla, come spesso avviene per i prestiti inglesi di recente introduzione nella nostra lingua, tra il maschile e il femminile; il primo indotto dall’analogia con il genere dei possibili traducenti “legame” e “rapporto”, il secondo con quello di “relazione” e “amicizia”: una ricerca in Google del 5/10/22 restituisce infatti frequenze di impiego pressoché equivalenti per i due generi quando la forma è preceduta dall’articolo indeterminativo (3.450 risultati di “un bromance” e 3.670 di “una bromance”), e invece una netta prevalenza del femminile quando il sostantivo è preceduto dal determinativo (11.500 occorrenze di “la bromance” al singolare, e 911 di “le bromance” al plurale, contro le 4.310 attestazioni di “il bromance” e le 501 di “i bromance”).
Accanto a bromance, è attestata in italiano anche la corrispondente forma aggettivale bromantico (adattamento dell’inglese bromantic ‘relativo a un rapporto di stretta amicizia tra uomini’), la cui diffusione è tuttavia ancora più ridotta di quella della forma base. Non se ne registra infatti alcuna occorrenza negli archivi dei maggiori quotidiani nazionali e, sebbene se ne rinvenga un discreto numero di attestazioni nelle pagine italiane di Google (circa 24.100), va detto che per la maggior parte sono relative al titolo di un fumetto del 2018, disponibile per l’acquisto in diversi portali (Deadpool e Spiderman. Non è bromantico?): le occorrenze della forma si riducono infatti ad appena 9 se si circoscrive la ricerca alla stringa “relazione bromantica”, a 5 per “amicizia bromantica”, 2 per “legame bromantico”, 135 per “rapporto bromantico”, 1 per “film bromantico” e 270 per “commedia bromantica”.
Infine, va segnalato che in inglese, sul modello di bromance, sono stati coniati anche gli equivalenti ‘al femminile’ womance e sismance, dalla fusione dei sostantivi wo(man) ‘donna’ e sis(ter) ‘sorella’ con (ro)mance, a indicare uno stretto legame di amicizia che si instaura appunto non tra uomini, ma tra donne: i due composti per ora non sono registrati neppure dagli strumenti lessicografici inglesi, con la sola eccezione dell’Urban Dictionary (s.v. sismance e womance), che è però un dizionario compilato online direttamente dagli utenti.