DOI 10.35948/2532-9006/2024.34322
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Alcuni lettori chiedono quale sia il genere da attribuirsi ai vari modelli di moto Guzzi.
La questione dell’assegnazione del genere ai nomi italiani presenta molti aspetti interessanti; per un inquadramento generale, si veda Linguaggio e genere, a cura di Silvia Luraghi e Anna Olita (Roma, Carocci, 2006). Con riferimento al motociclo (non alla casa motociclistica) si può usare indifferentemente il maschile o il femminile: il Guzzi / la Guzzi; l’oscillazione si estende inevitabilmente anche ai modelli: il (Guzzi) California / la (Guzzi) California, il (Guzzi) Airone / la (Guzzi) Airone. Lo stesso si può dire di qualunque altra casa motociclistica; sono però sentite come femminili – di solito – le case con un nome uscente in -a, poiché tale terminazione suggerisce, per gli inanimati, pur senza imporlo categoricamente, il genere grammaticale (la mia Honda, la tua Aprilia, la Yamaha, ecc.).
Dobbiamo prescindere, in questa sede, dall’esame dei condizionamenti psicologici che potrebbero indurre i parlanti a denominare tutti i veicoli (incluse le automobili) al maschile: il BMW / la BMW, il Ferrari / la Ferrari, il Mercedes / la Mercedes; questi condizionamenti, se pure ci fossero, sarebbero di competenza degli psicologi, appunto, dei sociologi della comunicazione e dei pubblicitari.
Quanto ai fattori di ordine linguistico, che qui importano, non esiste una regola generale capace di escludere definitivamente una delle due opzioni. Anche il richiamo alla testa del sintagma (cioè, all’elemento centrale, da cui dipendono le restanti parti, che qualifica il sintagma come verbale, nominale, ecc.), invocato dai lettori che hanno posto il quesito, non appare affatto convincente: non c’è alcun modo per stabilire se il sintagma completo debba essere la (motocicletta Guzzi) California, il (motociclo Guzzi) California, (la motocicletta Guzzi) modello California o altri simili. Si può notare, al più, che il linguaggio burocratico-giuridico preferisce motociclo (o ciclomotore), mentre il linguaggio comune si orienta su motocicletta. Ma il vero problema è che, nell’enunciato, il nome del modello vive spesso di una vita propria: il Ténéré (della Yamaha) è spesso declinato al maschile, la Ducati Monster è invece prevalentemente femminile; in diversi altri casi, tra gli appassionati di motociclismo, le due alternative sembrano equivalersi.
Nei siti delle case motociclistiche, invece, il genere grammaticale è condizionato da un fattore semantico: al femminile si declinano i modelli di motocicletta, al maschile i modelli di scooter. Nel sito della Moto Guzzi, per esempio, si legge Nuova Stelvio, Nuova V85 e, nel sito della Honda, Nuova CBR1000 (una moto) contro Il Forza 750 (uno scooter).
Dunque, a orientare questo ideale ago potrebbe essere, in futuro, una considerazione di tipo commerciale: nelle sedi pubblicitarie, il genere grammaticale indica agli acquirenti una caratteristica basilare del prodotto (moto oppure scooter). Non di rado, il linguaggio del mondo dell’industria ha un effetto normalizzante sulla lingua di tutti i giorni. Potremmo dunque ipotizzare, se non una regola, almeno una tendenza: i modelli delle moto sempre al femminile, i modelli degli scooter sempre al maschile (fatto salvo il caso di alcuni modelli storici con un genere ormai cristallizzato).