DOI 10.35948/2532-9006/2024.34316
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Alcuni lettori si interrogano sulla liceità di forme alternative della parola nocumento che talvolta s’incontrano in documenti legali, come nucomento e noncumento.
La parola nocumento ‘danno’ è un prezioso latinismo (nocumentum, derivato del verbo nocēre ‘nuocere’), impiegato in volgare a partire dal tardo Trecento e dai primi del Quattrocento in testi d’argomento religioso o giuridico particolarmente inclini ai preziosismi lessicali. Essa è formata come monumentum (in italiano, monumento) da monēre ‘ammonire’ e come documentum (in italiano, documento) da docēre ‘insegnare’. Varianti come nucomento e noncumento, segnalate da alcuni lettori, sono da considerarsi erronee come sarebbero ducomento oppure moncumento in luogo di documento o monumento. Se esse si producono occasionalmente, è a causa della rarità della parola in questione (assai meno usata rispetto alle altre simili richiamate, alle quali si trova talvolta accostata, specie a documento), che taluni sono portati a memorizzare in forma imprecisa o a rianalizzare impropriamente. L’unica forma corretta è quella aderente all’etimo latino.
In questo come in tanti altri casi di parole rare e peregrine, il miglior consiglio per chi ha dubbi sulla forma corretta è di ricorrere a un sinonimo ben padroneggiato, come ad esempio danno, pregiudizio, perdita, oppure di consultare un vocabolario prima di usarla.