DOI 10.35948/2532-9006/2021.10592
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Dopo le schede dedicate ai derivati di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno e luglio, continuiamo la pubblicazione della nostra rubrica con la scheda relativa ad agosto. Per le informazioni generali e la bibliografia si rimanda all'Introduzione.
Il termine agosto deriva dal latino tardo agŭstus, variante di Augustus (mensis), in onore dell’imperatore Cesare Ottaviano Augusto. Agosto era il sesto mese nel calendario romano (e perciò era detto sextilis ‘sestile’) ma divenne l’ottavo quando venne adottato il calendario giuliano nel 46 a. C.; sextilis fu poi modificato in Augustus nell’8 a. C., in onore di Ottaviano Augusto che in quel mese aveva ottenuto il primo consolato.
Il mese conta una decina di derivati, tutti registrati dalla lessicografia; in rete è però possibile rintracciare anche altre voci, come l’aggettivo agostale ‘di agosto’ – da non confondere con il sostantivo agostale, variante, insieme ad agostaro, di augustale ‘moneta d’oro fatta coniare nel 1231 in Sicilia da Federico II di Svevia’ (GDLI), che deriva invece dal latino Augustalis ‘pertinente ad Augusto’ cioè ‘imperiale’ –, l’aggettivo agostese (che indica un tipo di noce, di pera, di mela e di cavolo) e la forma agostigna (attestata principalmente in riferimento a una varietà di uva sia come aggettivo che come sostantivo); il numero di occorrenze di tali derivati è però piuttosto contenuto, tanto che non si è ritenuto opportuno inserirli nella trattazione seguente.
L’agostamento è il processo di lignificazione, nei mesi estivi, dei rami più giovani degli alberi. Il termine, accolto dai principali dizionari sincronici, deriva da agosto con il suffisso -mento, solitamente deverbale, in questo caso aggiunto a un nome, su modello del francese aoûtement, dervato di août ‘agosto’.
Con l’avanzare dell’estate i tralci da erbacei van lignificandosi (fenomeno della maturazione o agostamento), assumendo un colore più o meno scuro e una maggiore consistenza, mentre nell’interno si arricchiscono di sostanze di riserva. Solo i tralci ben lignificati possono resistere nei climi freddi ai rigori invernali. (Italo Eynard, Giovanni Dalmasso, Viticoltura moderna, Milano, Hoepli, 1979, p. 51; I ed. 1947)
L’aggettivo agostano ha più di un’accezione: in senso generico, può riferirsi a qualcosa ‘che è proprio del mese d’agosto (calura agostana, siccità agostana, afa agostana); in botanica, a ‘un frutto che matura d’agosto’ (pomodori agostani, uva agostana) o a ‘una pianta che si semina ad agosto, in estate inoltrata’; può inoltre fare riferimento al ‘fieno falciato d’agosto’ (in questo caso si usa anche sostantivato).
La caldura era agostana, il polverio denso rossastro, l’aria greve e stagnante. (Ippolito Nievo, Novelliere campagnuolo e altri racconti, a cura di I. De Luca, Torino, Einaudi, 1956, p. 81)
L’aggettivo è inoltre presente nel già citato detto proverbiale: Gallina marzolina, gallina da regina; gallina agostana, gallina da sovrana.
Da agostano deriva agostanello, usato sia come aggettivo in riferimento a un ‘prodotto agricolo che si raccoglie alla fine di agosto’, sia come sostantivo, a indicare una ‘varietà di mais basso, precoce, che si raccoglie alla fine di agosto’.
Il sostantivo femminile agostana indica invece una varietà di uva bianca che matura d’agosto ed è sinonimo di agostenga (vedi oltre). Il GRADIT marca il termine come regionalismo di area settentrionale.
L’aggettivo agostàrico, derivato di agosto con il suffisso -arico tipico dell’Italia meridionale (Rohlfs 1969, § 1110), lo ritiene di origine greca), è una voce calabrese che significa ‘nato nel mese di agosto’. Il termine, registrato esclusivamente dal GDLI, che cita anche la variante agostàraco, qualifica un tipo di cavallo o di agnello:
I più arditi, quando discreta sia l’altezza delle acque, le guadano a cavallo, a meno che le loro bestie non siano o novizie o agostàriche; e diconsi agostàraci da noi quei cavalli che si fanno nati di agosto perché hanno il vezzo di voltolarsi nelle acque. (Vincenzo Padula, Persone in Calabria, a cura di C. Muscetta, Firenze, Parenti, 1950, p. 437)
Si fanno cuocere dei bucatini e si gustano, i sapori del castrato agostarico, in un piccolo cubicolo non con gente qualunque ma tra cameragni di sventura. (AA.VV. I detenuti dell’Alta sicurezza Vibo Valentia, Vite tra tenute, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, 2006, p. 159)
L’aggettivo agostato si riferisce alle parti degli alberi divenute consistenti (i cui tessuti, cioè, si sono trasformati compiutamente in legno) in seguito al processo di agostamento. Il termine deriva da agosto con il suffisso -ato, sul modello del francese aoûté, propriamente participio passato di aoûter ‘maturare col sole d’agosto’. Il verbo *agostare non è invece attestato in italiano.
In generale per gli innesti a marza si utilizza la parte terminale agostata dei rami con gemme bene sviluppate prelevata da piante fedeli per caratteri varietali. (“Rivista di agricoltura subtropicale e tropicale”, vol. 62, 1968, p. 315)
L’aggettivo non comune agostengo (cfr. maggengo) è definito dai dizionari sincronici semplicemente come sinonimo di agostano. Il sostantivo femminile agostenga può invece indicare: il vitigno di uva bianca, diffuso soprattutto in Piemonte e in Valle d’Aosta, che matura (per lo più a metà agosto) anche a grandi altitudini; l’uva di tale vitigno; l’erba che si falcia in agosto.
Le principali denominazioni che sono riportate nei documenti daziari, nelle opere letterarie o nei libri di cucina del ’400 e ’500 traggono di solito origine dalle caratteristiche sensoriali dell’uva e del vino (Bianchetta, Mora, Nerello, Verduzzo, Morellino, Dolcetto, Tazzelenghe ecc.) e dalle caratteristiche morfologiche e produttive delle varietà (Pagadebit, Olivella, Duracina, Empibotte ecc.). Meno frequenti sono quelle legate alla fenologia del vitigno. (Agostenga, Lugliatica ecc.) o a toponimi e nomi di persone o santi (Malvasia, Vernaccia, Greca, Regina, Santa Maria, Carola ecc.) (AA.VV., La vite e il vino, p. 262, volume digitale presente sul sito colturaecultura.it)
L’aggettivo non comune agostino (documentato anticamente anche nella variante agustino) è sinonimo di agostano e significa ‘di agosto, che è nato in agosto’ (cavallo agostino) o, in riferimento a frutti e piante, ‘che si raccoglie o matura in agosto’ (fichi agostini, uva agostina). Il sostantivo femminile agostina indica l’uva bianca precoce che matura in estate (detta anche lugliola o lugliatica).
Quando fu preso Castiglion Artino / correa quarantatré trecento e mille, / decimo die del mese agostino. (Bartolomeo di Gorello, Cronica di Arezzo, p. 1385, in A. Bini, G. Grazzini, Rerum Italicarum Scriptores, XV/1, Bologna, Zanichelli, 1917)
Sonvi cornie del bosco, a chi ne vuole, / e giuggiule e bacocche le più fine, / susine d’ogni fatta, a non dir fole; dico le melaruole ed agustine / ed avorie e ballocce ancor vi porto, / e bufale, acetose e amassine. (Pietro di Viviano Corsellini, Cari signor, po’ che cenato avete, in Lirici toscani del Quattrocento, a cura di A. Lanza, vol. II, Roma, Bulzoni, 1975, pp. 761-763)
La voce agostinella, che compare soltanto nel DEI e nel GRADIT, che la marca come regionalismo di area meridionale, indica un uccello che arriva da noi in agosto. È sinonimo di moriglione (nome comune di alcune specie di uccelli del genere Aitia) o di moretta (dal GRADIT: “nome comunemente dato ad alcune specie di anatre del genere Aitia, all’unica specie del genere Clangula e a quella del genere Istrionico”).
In rete è possibile trovare attestazioni del termine (talvolta usato anche come aggettivo, ma sempre nella forma femminile), in particolare in riferimento all’uva (o al vitigno), a una varietà di triglia o al mais:
La loro missione principale è la riscoperta di antichissimi vitigni autoctoni, specie quelli quasi scomparsi – come Grieco, Cerreto, Piedirosso, Sciascinoso, Sommarello, Agostinella e Barbera del Sannio –, oltre a lavorare e sperimentare sulla Falanghina del Sannio. (Annacarla Tredici, Vino: il Sannio ribelle che fa parlare la terra e punta sulla natura senza compromessi, repubblica.it, 3/10/2018)
Gò di laguna (oltre cm. 12), polpo, seppia, totano, triglietta agostinella, ingrosso lire 6,45, dettaglio lire 8,90. (I prezzi massimi del pesce fresco. Disposizioni del consiglio Prov. Delle Corporazioni, “La Stampa”, 19/8/1940)
Il Mais agostinella è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle graminacee e genere Zea […]. Il Mais agostinella, con cariosside colore arancio a maturazione completa, è coltivato a rotazione colturale triennale, che prevede al secondo anno la patata, il fagiolo o la verza ed in chiusura di rotazione di nuovo mais. (Dal sito ParchiLazio.it)