Consulenze linguistiche

Sugli usi di demoltiplicare

  • Valeria Della Valle
SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

DOI 10.35948/2532-9006/2022.22805

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Copyright: © 2021 Accademia della Crusca


Quesito:

Alcuni lettori segnalano l’uso del verbo demoltiplicare nel senso ‘diffondere, condividere’, detto specialmente in riferimento a informazioni, invalso nell’ambito delle aziende.

Sugli usi di demoltiplicare

Per rispondere al quesito è d’obbligo partire da un controllo nei dizionari della lingua italiana (Devoto-Oli, Garzanti, GDLI, GRADIT, Sabatini-Coletti, Vocabolario Treccani, Zingarelli): tutti i dizionari indicati, dopo aver premesso “Nella tecnica”, “In varie tecnologie”, “Nel linguaggio tecnico” e simili, ne danno la stessa definizione: ‘ridurre una grandezza secondo un determinato rapporto’. Il Vocabolario Treccani precisa che si tratta “dell’inverso di moltiplicare” e aggiunge, come esempio, la frase “demoltiplicare la frequenza di un oscillatore”. I dizionari che registrano la data di prima attestazione la fanno risalire al 1956.

Questa la documentazione lessicografica, che esclude, dunque, la possibilità di significati diversi attribuiti al verbo, coerentemente con l’etimologia riferita, secondo la quale il termine è composto dal prefisso de-, che indica azione contraria a quella espressa dalla base, e moltiplicare.

L’interrogazione in Google e negli archivi storici dei quotidiani conferma l’uso del verbo col significato generico di ‘ridurre’, con riferimento ai settori più vari: dalle automobili alla strumentazione chirurgica, dalla medicina legale alle assicurazioni, dall’economia alla finanza, fino a usi estensivi in ambiti diversi e lontani (politica, cultura ecc.). Nei documenti presenti in rete il verbo assume, di volta in volta, sfumature che vanno da ‘scalare’ a ‘rendere più sensibile’, a ‘semplificare’, ma sempre rientranti nel senso generale e corretto di ‘diminuire’, ‘ridurre’.

Ci si imbatte, però, anche in qualche rara citazione nella quale il verbo è usato con significato diverso. Per esempio, in una corrispondenza di politica estera non firmata (“Corriere della Sera”, 28 ottobre 1991, p. 8), demoltiplicare sembra assumere il valore di ‘aumentare’:

Gli osservatori temono comunque che il nuovo governo, la cui composizione dovrebbe essere annunciata oggi dal premier designato Mungul Diaka (imposto ancora una volta dal dittatore), non contribuirà a fare chiarezza nel paese, ma anzi ne demoltiplichi le tensioni interne.

In un altro caso (Ufficio Stampa della Guardia di Finanza, 9 giugno 2021) il verbo viene usato col significato di ‘distribuire’:

Comando Provinciale di Firenze. Le attività investigative hanno consentito di individuare una società romana, con un’unità locale sita in Calenzano, che subappaltava le proprie lavorazioni per conto terzi a una società di capitali gestita da una coppia di origini cinesi, che a sua volta demoltiplicava le lavorazioni a ditte individuali caratterizzati [sic] da una breve durata operativa e a loro ricondotte, successivamente lasciate con elevati debiti erariali, svuotate di liquidità e sostituite da altre operanti negli stessi luoghi e con gli stessi macchinari e forza lavoro.

Nel sito web dell’azienda Ciacci di Sassuolo, per pubblicizzare la propria attività e i servizi forniti, si informa che: “Una buona attività di indicizzazione aiuta a raggiungere i seguenti obiettivi: posizionare il sito nei primi risultati di ricerca sui principali motori (attività di ranking); aumentare la visibilità e rintracciabilità del sito; demoltiplicare le opportunità di business”, in cui al verbo si attribuisce il significato di ‘aumentare’, ‘ampliare’, ‘incrementare’.

Si tratta, nei tre casi citati, di un uso non corretto di demoltiplicare, che dovrebbe essere scoraggiato in ogni settore, compreso quello aziendale: non solo perché in contraddizione con l’etimologia della parola, ma perché il verbo, se usato attribuendogli un significato diverso e addirittura opposto, potrebbe prestarsi a possibili e rischiosi fraintendimenti.


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