DOI 10.35948/2532-9006/2022.25875
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Ci sono stati posti quesiti di varia natura intorno all’aggettivo seminale, che, oltre ai tradizionali usi specializzati della botanica e della biologia, conosce per influsso inglese una recente accezione figurata nei linguaggi delle arti, con il valore di “fecondo, capace di porsi come modello per opere successive” detto di film, narrativa, musica e così via.
Franco Fabbri, membro fondatore degli Stormy Six, gruppo seminale del rock italiano
(quarta di copertina di Franco Fabbri, Album Bianco. Diari musicali 1965-2000, Roma, Arcana, 2001)
I quesiti relativi a seminale si potrebbero schematizzare così, affiancando a ciascuno qualche osservazione di risposta:
Quale accoglienza hanno riservato i dizionari dell’uso alla voce seminale nell’accezione figurata?
Nel Vocabolario Treccani online, nel Garzanti, nel GRADIT e nei suoi supplementi, così come nel Sabatini-Coletti la voce in accezione figurata non viene registrata.
In Zingarelli 2022, invece, è presente e figura, nell’articolo, al terzo posto: “1 (bot.) relativo al seme, alla semente 2 (biol.) relativo al seme, allo sperma: ghiandola, vescichetta, liquido s[eminale] 3 (fig.) fecondo (calco sull’ingl. seminal): un’idea s[eminale] | un film, un’opera seminale, che costituisce il modello che genera opere successive”.
Anche in Devoto-Oli compare al significato 3: “fig. Di opera capace di costituire un modello per gli sviluppi successivi di un’arte o di un genere. Esempi: film, romanzo seminale”, preceduto dai significati 1 e 2 relativi alla botanica e alla biologia.
L’impiego figurato di seminale come ‘fecondo, modello per opere successive’ è soltanto recente oppure conosce attestazioni anche tradizionali?
Usi figurati di seminale sono documentabili nel corso del tempo, anche se non sovrapponibili come significato all’ultimo in ordine di arrivo e comunque solo dalla seconda metà del ’900. Grazie alla possibilità di ricerche offerte dalla disponibilità in rete del GDLI con il valore di ‘embrionale’ lo troviamo in Riccardo Bacchelli (Saggi critici, Milano, Mondadori, 1962, p. 465) “Il Vico, tanto nelle posizioni quanto negli svolgimenti logici del suo pensiero, è […] un filosofo involuto, un pensatore oracolare, un profeta più che un dimostratore dei suoi principi e dei suoi veri, uno di quei pensatori che si possono chiamare, per eccellenza, seminali”; e, ancora, in Umberto Eco: “Ho cominciato a scrivere nel marzo ’78, mosso da un’idea seminale. Avevo voglia di avvelenare un monaco […]: il resto è polpa che si aggiunge strada facendo” (Postille a “Il nome della rosa”, “Alfabeta”, 49, 1983, p. 19); e in Germano Celant: “i segni emersi sono solo elementi linguali semplici al loro stato seminale di linguaggio” (Arte dell’Italia, Milano, Feltrinelli, 1988, p. 77).
È a partire dal decennio successivo che si cominciano a incontrare, consultando l’archivio della “Repubblica”, occorrenze inquadrabili nel nuovo significato, calcato sull’inglese, in relazione con opere scientifiche o letterarie e i loro autori, da “la traduzione riveduta in tedesco della sua opera seminale, La società aperta e i suoi nemici” (1992: in un’intervista a Karl Popper in occasione del suo novantesimo compleanno) a “è un testo di seminale importanza per la psicoanalisi e per la letteratura” (1997; si tratta della Gradiva di Freud) a “Leopardi è l’autore seminale di questa costellazione novecentesca” (2000); oppure riferito a produzioni cinematografiche: “pellicola seminale” (1998, è Harder they come), “questa pellicola è considerata seminale, nella nascita di Sherlock Holmes come personaggio del grande schermo” (1998, si tratta di Il cane dei Baskerville).
Il campo semantico privilegiato è decisamente quello musicale: metà degli esempi utili per gli anni ’90 gli appartiene, e se estendiamo l’indagine fino all’oggi il risultato non cambia.
In inglese il valore figurato della voce seminal conosce il medesimo percorso storico?
In inglese per seminal troviamo, oltre ai significati di ambito scientifico, il valore figurato di ‘embrionale’ fin dal XVII secolo (v. Oxford English Dictionary OED); per il valore di ‘fecondo, modello per opere successive’ vengono fornite attestazioni dal secondo dopoguerra (1947).
A quando si possono far risalire i precoci impieghi di seminale nel settore musicale?
Il settore musicale, si è detto, appare come uno dei più disponibili all’accoglimento dell’anglicismo seminale. La data 2012 proposta da una lettrice come soglia dell’acclimatamento in tale uso settoriale può essere anticipata di una buona decina d’anni con l’occorrenza, non di repertorio, qui collocata in esergo, del 2001. E sulla base delle testimonianze d’archivio della “Repubblica”è possibile scendere ancora: “voce degli ‘Underground Life’, gruppo seminale della scena rock italiana” (2000), “formazione seminale dell’heavy metal” (1999), “la promozione del seminale ‘Exile On Main Street’” (1998), “‘Pop Group’, seminale punk-band di Bristol” (1998), “‘Modern Jazz Quartet’ formazione seminale nella storia della musica nera afroamericana” (1994).
È corretto l’uso di seminale in senso figurato, fuori dagli ambiti scientifici?
Non esistono ragioni formali che si oppongano al rispetto della correttezza, dal momento che la struttura fonomorfologica della voce è pienamente adeguata al sistema italiano. La registrazione non unanime nei dizionari è compensata dalla disinvoltura nell’uso reale (la parola non compare mai tra virgolette o corredata da sinonimi esplicativi o altri segnali di circospezione). I motivi di certa perplessità degli utenti sono da ricercare più probabilmente sul piano del significato, nella metafora della procreazione umana o animale applicata alla sfera della creatività intellettuale e artistica che può, in misura più o meno consapevole, creare imbarazzo.