Consulenze linguistiche

Finestra ambàta / ambàre la finestra

  • Emanuele Banfi
SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

DOI 10.35948/2532-9006/2023.29000

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Quesito:

Due gentili lettori di area milanese/briantea chiedono chiarimenti in merito a due forme che, a quanto scrivono, affermano di avere sentite. Si tratta di un verbo (ambàre) e di un suo participio passato (ambàto/ambàta) usato in funzione aggettivale: per la precisione nelle espressioni ambàre la finestra/la porta socchiudere la finestra, la porta e finestra ambàta finestra con la base fissata e la parte superiore aperta verso l’interno > finestra socchiusa.

Finestra ambàta / ambàre la finestra

Nei due casi si ha a che fare con una evidente italianizzazione di due (per altro rare) voci dialettali d’area milanese (e, più ampiamente, briantea) ambà la finèstra/finestra ambà(d)a che meritano senz’altro un approfondimento. Si tratta, insomma, di due interessanti arcaismi che, appunto oggi poco vitali, appaiono tuttavia registrati, ancorché parzialmente, in dizionari ottocenteschi: così, ad es., nel celebre dizionario milanese di Francesco Cherubini (Cherubini 1839-1856, vol. I, p. 16) appare unicamente ambàa spiegato come aggettivo indicante – cito testualmente – “Inclinato. Obbliquo [sic!]. Bieco. Sghembo. Pendente. Piegato”. Francesco Angiolini, nel suo vocabolario milanese-italiano (Angiolini 1897, p. 26), riporta – e cito nuovamente le due voci, così come riportate a lemma (rispettando, a livello grafematico, la scelta dell’Angiolini) – àmbâ e àmbàa: la prima, àmbâ è spiegata come “v. att.” (cioè verbo attivo), nel valore di “socchiudere, rabbattere, accostare: parlando specialmente di finestra”; la seconda, àmbàa è spiegata come “agg.” nel valore di “inclinato, obliquo. Di imposte, o specialmente di finestre. Socchiuso, accostato”. La forma ambà-mbaa è attestata anche da Cletto Arrighi nel suo Dizionario milanese-italiano (Arrighi 1896, p. 13), chiosata con “[Delle persiane a fessolino] accostare”.

Una testimonianza orale, da me raccolta dall’amico Gianfranco Scotti, informante competentissimo di molti fatti di interesse dialettologico e, più in particolare, del dialetto milanese e delle sue vicende, conferma che ambàa era voce corrente ancora a Milano, alla metà del secolo scorso, per indicare, ad es., su una parete un quadro appeso male/storto (Quèl quàder lì l’è n pö ambàa ‘Quel quadro è appeso storto’); e, parimenti, la parallela forma femminile ambàda era riferita per indicare una finestra non ben chiusa (òna finèstra ambàda ‘una finestra socchiusa’).

La territorialità “milanese/briantea” delle due forme sembra essere confermata da una rapida verifica, a campione, su alcuni dizionari dialettali dell’area lombarda occidentale, quella posta a nord del capoluogo lombardo (e fin nell’elvetico Canton Ticino, ben oltre i confini nazionali) e notoriamente verso Milano orientata. Così:

  • la sola forma infinitivale ambà nel valore di ‘accostare, regolare l’apertura, l’inclinazione di porte o finestre’ è riportata in un dizionario del dialetto di Legnano, grosso comune dell’area metropolitana milanese (D’Ilario 1991, p. 69);
  • la medesima forma infinitivale ambà nel valore di ‘accostare, inclinare maggiormente un oggetto piano appoggiandolo a una parete verticale affinché non cada’ è attestata nel dialetto di Barni, paese della Valassina in provincia di Como (Caminada, Fioroni, Gilardoni, 2007, p. 87);
  • di nuovo, la stessa forma infinitivale ambà nel valore di ‘accostare, appaiare’ (ambà li ànti ‘accostare le persiane’) ricorre nel dialetto valtellinese di Tirano (Bonazzi-Bonazzi 1993, p. 19); ma non è riferita in un più recente dizionario tiranese (Fiori 2000);
  • le forme ambà “v. trans.” nel valore di ‘socchiudere, inclinare’ e ambàa “agg.” nel valore di ‘socchiuso, inclinato’ (Un quader ambàa, ‘un quadro inclinato’) sono voci riportate nel dialetto di Lecco (Biella et al, 1992, p. 249);
  • in dialetti della Svizzera Italiana (VSI 1952, vol. I, p. 134) ricorrono sia l’espressione avverbiale in ambe nel valore di ‘socchiuso’ che il participio passato ambò ‘socchiuso, accostato’ e ‘inclinato, chinato’ (a Lugano: ambó, fem. ambada: lassa ra porta un pó ambada lò ‘lascia la porta socchiusa’ e l’eva ambò giù ‘era chinato verso terra’);
  • ancora, in dialetti della Svizzera italiana (LSI 2004, vol. 1, p. 70) sono registrate, per varie località dell’area ticinese (Savosa, Sovico, Mendrisio), le forme verbali ambá ‘socchiudere, accostare; inclinare’ e ambáss ‘chinarsi’ (con le varianti inambá, inambè, inambèe rispetto ad ambá) e la locuzione aggettivale in amba ‘socchiuso’.

Nessuna delle forme in questione risulta però registrata in altri dialetti della macro-area lombarda orientata verso Milano: non, ad es., in un celebre vocabolario ottocentesco del dialetto di Como (Monti 1844), non in un più recente dizionario del dialetto della medesima città (Bassi 2015), non in dizionari dialettali di Lodi (Pezzini 2020), di Monza e Brianza (Camesasca 2009), non in un dizionario del dialetto di area chiavennasca (Massera 1985) né, infine, in un recentissimo dizionario del dialetto brianteo (Beretta 2017).

Né, a testimonianza del colore “milanese/brianteo” delle due forme, sta il fatto che esse non compaiono in repertori dialettali, antichi e recenti, propri di altre sub-aree di Lombardia: così, ad es., nessuna delle due forme compare nel vocabolario del dialetto di Mantova (Cherubini 1827), né in quello del dialetto di Pavia (Gambini 1850), né in quello dei dialetti di Bergamo (Tiraboschi 1873; Francia-Gambarini 2001), di Brescia (Melchiori 1817; Forzati 1998) e di Cremona (Peri 1847; Taglietti-Taglietti 1994).

Quanto all’etimologia dei due termini – fatta salva l’assoluta non plausibilità del ricondurre le due voci al latino ambo (come proposto da Biella et al. 1992, p. 249) – è forse possibile risalire a una forma proto-romanza in + batare ‘aprire la bocca, sbadigliare’ (REW 988; FEW 1, p. 282): per l’evoluzione semantica di batare (e anche bataculare) da ‘sbadigliare’ a ‘socchiudere’ si vedano i riscontri in piem. anbajè ‘socchiudere, rabbattere, non interamente chiudere, aprire a mezzo’, anbajà ‘socchiuso, rabbattuto, non affatto chiuso; detto di porta, finestra o simile’; anbajura ‘fessura, apertura di una finestra o di un uscio socchiuso’; cfr. anche, in ambito gallo-romanzo transalpino, a St-Sorlin-d’Arves (Savoia) la pòrta et anbòira ‘la porte est entr’ouverte’ e a Villard-St-Christophe (Isère) anbáiri (fem.) ‘petite fente d’une porte ouverte’ (REW 986 e FEW 1, p. 281; VSI 1952, p. 134).

Nota bibliografica:

  • Angiolini 1897: Francesco Angiolini, Vocabolario milanese-italiano: coi segni per la pronuncia: preceduto da una breve grammatica del dialetto e seguito dal repertorio italiano-milanese, Torino, Ditta G. B. Paravia e C. Editore (Milano, Tip. Capriolo e Massimino), 1897.
  • Arrighi 1896: Cletto Arrighi, Dizionario milanese-italiano col repertorio italiano-milanese, Milano, Hoepli, 1896.
  • Bassi 2015: Carlo Bassi, Vocabolario del dialètt de Còmm, Como, Edizioni della Famiglia Comasca, 2015.
  • Beretta 2017: Roberto Beretta, Dizionario brianzolo-italiano, italiano-brianzolo, Cassago Brianza, Associazione storico-culturale S. Agostino, 2017.
  • Biella et al. 1992: Angelo Biella, Virginia Favaro Lanzetti, Gianfranco Scotti, Vocabolario italiano-lecchese / lecchese italiano, preceduto da una grammatica essenziale e da un saggio di toponomastica lecchese, Oggiono, Cattaneo, 1992.
  • Camesasca 2009: Felice Camesasca, Breve dizionario del dialetto monzese e brianzolo, Monza, Edizioni Vittone, 2009.
  • Cherubini 1827: Francesco Cherubini, Vocabolario mantovano-italiano, Milano, Per Gio. Batista Bianchi & C°, 1827.
  • Cherubini 1839-1856: Francesco Cherubini, Vocabolario milanese-italiano, 5 voll., Milano, Imperiale Regia Stamperia, 1839-1856.
  • Bonazzi-Bonazzi 1993: Cici Bonazzi, Lazzaro Bonazzi, Dizionario Tiranese-Italiano e repertorio tiranese-italiano, DVD, Tirano, L. Bonazzi Editore, 1993.
  • Caminada, Fioroni, Gilardoni 2007: Giulia Caminada, Marco Fioroni, Francesco Gilardoni, Vocabolario del dialetto di Barni, a cura di Gabriele Innàccaro, Vittorio Dell’Aquila, Lomazzo, Como, Provincia di Como, Assessorato alla cultura, Lomazzo, Tecnografica, 2007.
  • D’Ilario 2003: Giorgio D’Ilario, Dizionario legnanese. Proverbi e modi di dire dialettali: con un’introduzione sulle parlate dall’Olona al Ticino, Legnano, Artigianservice, 2003.
  • Forzati 1998: Marco Forzati, Dialèt de Brèsa - Dizionario bresciano-italiano, 1998.
  • Fiori 2000: Maria Grazia Fiori, Dizionario Tiranese. Miscellanea – Segni del passato, Villa di Tirano, Tipografia Poletti, 2000.
  • Francia-Gambarini 2001: Carmelo Francia, Emanuele Gambarini, Dizionario italiano-bergamasco / Dizionario bergamasco-italiano, Bergamo, Litostampa Istituto Grafico, 2 voll., 2001.
  • Gambini 1850: Carlo Gambini, Vocabolario pavese-italiano ed italiano-pavese, Pavia, Tipografia Fusi e Comp., 1850.
  • LSI: LSI, Lessico dialettale della Svizzera italiana, Bellinzona, Centro di Dialettologia e Etnografia, 2004.
  • Massera 1985: Sandro Massera, Vocabolario del dialetto di Novate Mezzola, Chiavenna, Centro di studi storici chiavennaschi, 1985.
  • Melchiori 1817: Giovanni Battista Melchiori, Vocabolario bresciano-italiano, Brescia, Dalla tipografia Franzoni e socio, 1817. Vol. I.
  • Monti 1845: Pietro Monti, Vocabolario dei dialetti della città e diocesi di Como con esempi e riscontri di lingue antiche e moderne, Milano, dalla Società tipografica de’ Classici italiani,1845.
  • Peri 1847: Angelo Peri, Vocabolario cremonese italiano, Cremona, Tipografia vescovile di Giuseppe Feraboli, 1847.
  • Pezzini 2020: Bruno Pezzini, Nuovo dizionario del dialetto lodigiano, Lodi, PMP edizioni, 2020.
  • Scuffi 2005: Scuffi Sergio, Vocabolario dialettale di Samolaco, Bormio, Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca, 2005.
  • Taglietti-Taglietti 1994: Gianfranco Taglietti, Adriana Taglietti, Dizionario etimologico del dialtto cremonese, Cremona, Libreria del Convegno, 1994.
  • Tiraboschi 1973: Antonio Tiraboschi, Vocabolario dei dialetti bergamaschi antichi e moderni, Bergamo, Tipografia editrice F.lli Bolis, 1873.
  • VSI: VSI, Vocabolario dei dialetti della Svizzera italiana, Lugano-Bellinzona, Centro di Dialettologia della Svizzera italiana/Centro di Dialettologia e Etnografia,1952.


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