DOI 10.35948/2532-9006/2025.37486
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Nel secondo trimestre del 2024, i quesiti giunti alla redazione sono stati 528, le risposte inviate per posta elettronica ai diretti interessati 293, quelle pubblicate sul sito 37.
Scorrendo l’indice nella sezione “Consulenza linguistica” molte sono le risposte che suscitano curiosità e interesse, come ad esempio quella dedicata al traducente più adatto per l’anglismo case study, che comunque continua ad avere un’alta frequenza d’uso nella nostra lingua. Il traducente più fedele è studio di caso, ma si è imposto con più solidità il calco improprio caso di studio (e, seppure con minore frequenza, anche caso studio). Come accade in molti ambiti in cui gli anglismi sono sentiti, forse per pigrizia, come insostituibili, la scelta altrettanto pigra del traducente finisce per tradire la scarsa conoscenza della lingua di partenza, a quanto pare più diffusa di quanto non si pensi: una circostanza che dovrebbe far riflettere, anche se a rigore la locuzione caso di studio si è ormai imposta con questo specifico significato, che stride soltanto per coloro che comunque hanno gli strumenti per risolvere l’imprecisione. A ecologia e ambiente ci rimandano defaunazione/ defaunizzazione e deplastificazione, cartine di tornasole della vitalità della nostra lingua che si rinnova e adatta in funzione delle tematiche più sensibili e importanti per la società contemporanea. Sempre su questa stessa lunghezza d’onda vanno quindi ricordate le due risposte legate al genere: quella dedicata al femminile nella lingua delle Forze Armate e quella sull’uso del femminile anche al posto del maschile (quindi con valore non marcato) in uso anche in alcune università italiane (la risposta è del Presidente onorario Claudio Marazzini, che più volte è intervenuto su questo argomento, anche nelle pagine della nostra rivista dove si può leggere il suo “Tema di discussione” dal titolo La lingua italiana in una prospettiva di genere).
Tutte italiane le “Parole nuove” trattate in questo numero: degenero e sottone/ sottona, nate in ambiente giovanile; e monopattinista, la cui diffusione è soprattutto legata alla sostenibilità ambientale, recuperando uno dei fili rossi degli attuali interessi linguistici degli italiani.
Nella sezione “La Crusca rispose” si sono riunite risposte riconducibili a termini scientifici: sull’alternanza eclissi/ eclisse, sulla scelta fra modellare e modellizzare e infine sulla specifica accezione (scientifica, appunto) del verbo rilevare.
La sezione “Articoli” ospita un contributo di Massimo Bellina dal titolo Scottona e scottone (al tema alimentare sono del resto riconducibili anche alcune risposte a quesiti pubblicate in questo numero: su carne (di pesce), su arrosto e correlati, su crescentina/ tigella)
Tre sono i “Temi di discussione” usciti nel trimestre. L’accademico Federigo Bambi riflette sull’importanza della chiarezza e trasparenza della lingua del diritto, una lingua per tutti, proponendo anche un excursus in diacronia nel suo testo intitolato Una lingua davvero per tutti (quella del diritto). Il Presidente dell’Accademia, Paolo D’Achille si sofferma invece sulla lingua italiana per la musica, prendendo spunto dal riconoscimento da parte dell’Unesco del canto lirico italiano come patrimonio immateriale dell’umanità, il 6 dicembre 2023 (il tema ha un titolo particolarmente evocativo: L’italiano: musica (e parole) per le nostre orecchie). Le accademiche Gabriella Alfieri e Ilaria Bonomi (Il dialetto in televisione ieri e oggi) affondano la loro riflessione sulla presenza del dialetto dalla paleotelevisione fino alla neotelevisione e alla post-televisione.
Il numero, come di consueto, è chiuso dalla “Notizie dall’Accademia” relative al trimestre.