DOI 10.35948/2532-9006/2019.3076
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Quesito:
Alcuni dei nostri lettori ci chiedono quanto sia accettabile, in italiano, l’uso dell’aggettivo accedibile.
Sull’uso dell’aggettivo accedibile
Iniziamo subito col dire che nei dizionari sincronici, ovvero in quelli che registrano gran parte del lessico italiano contemporaneo, non v’è traccia di tale forma aggettivale; in compenso, però, tutti attestano la variante accessibile, che stratifica su di sé più di un significato: da quello primario di ‘a cui si può accedere, raggiungibile’, a quello figurato di ‘disponibile, cordiale’; ancora quello di ‘comprensibile’ e, se riferito al prezzo di un oggetto, di ‘modico’ (GRADIT). Ma accanto a questi significati, e seppur non registrato nei dizionari, l’uso linguistico impiega accessibile anche in relazione all’accessibilità di risorse informatiche e digitali.
Come ricorda Serianni, a livello grammaticale accessibile rientra tra i numerosi aggettivi deverbali presenti nella lingua italiana: in particolare, quelli che applicano il suffisso derivativo -ibile si ottengono dai verbi della seconda e della terza coniugazione, mentre quelli che si costruiscono con il suffisso -abile derivano dai verbi della prima coniugazione; a livello semantico, entrambi indicano l’idea di possibilità o di opportunità. Inoltre, se derivati da un verbo anche transitivo, possono assumere un senso passivo, come dimostra il seguente esempio: amare > amabile ‘che può essere amato, che è degno di essere amato’ (Serianni 1989, XV.55).
Gli aggettivi in -ibile si creano o a partire dalla radice di un verbo (attendere > attendibile, leggere > leggibile, ecc.) oppure dal tema del participio passato (comprendere > compreso > comprensibile; dividere > diviso > divisibile. Anche nella lingua latina era possibile formare questa tipologia di aggettivi a partire dal supino del verbo: così, accessibile deriva dal latino tardo accessibĭlis, a sua volta costruito su accessum, supino di accedĕre.
Tale duplice modalità di costruzione ha fatto sì che nel repertorio lessicale italiano, a partire da uno stesso verbo della seconda o della terza coniugazione, si siano formate coppie di aggettivi uscenti in -ibile. Ciascuno dei due membri differisce dall’altro dal punto di vista grafico e fonetico, mentre a livello puramente semantico, cioè sul piano del significato, sono reciprocamente interscambiabili. Come è possibile vedere consultando il Grande Dizionario Italiano dell’Uso di Tullio De Mauro, queste coppie, seppur presenti, non sono affatto numerose: così accensibile convive col sinonimo accendibile; lo stesso vale per comprensibile e comprendibile, difensibile e difendibile, elusibile e eludibile, espansibile e espandibile, estensibile e estendibile, persuasibile e persuadibile, riprensibile e riprendibile, visibile e vedibile.
Sulla scia delle coppie lessicali elencate, anche l’aggettivo accessibile sarebbe legittimato a convivere accanto alla variante accedibile. Ma come già ricordato, quest’ultima forma non ricorre in alcun dizionario italiano. Dobbiamo dunque verificare la vitalità della parola e le sue eventuali attestazioni in altre fonti: a questo scopo, ci serviamo di corpora, ovvero grandi database testuali, liberamente consultabili in rete. Si tratta di contenitori linguistici informatizzati, spesso di grosse dimensioni, che raccolgono testi orali o scritti, perlopiù prodotti in contesti comunicativi reali (come registrazioni di discorsi o articoli di giornale). Ed è proprio all’interno di tali repertori testuali e lessicali che la ricerca dell’aggettivo accedibile può fruttare qualche utile risultato.
Nel corpus PAISÀ (Piattaforma per l'Apprendimento dell’Italiano Su corpora Annotati), composto da circa 380.000 documenti italiani liberamente tratti da internet, l’aggettivo accedibile ricorre solamente 2 volte. In RIDIRE (RIsorsa Dinamica Italiana di Rete) si riscontrano 13 attestazioni di accedibile, mentre per il plurale solo 7 occorrenze. Infine, nel CORIS (COrpus di Riferimento dell’Italiano Scritto), che accoglie 130 milioni di parole da testi di narrativa, prosa accademica, prosa giuridica e stampa, si registra soltanto una volta la presenza dell’aggettivo in esame. Di seguito, ecco alcuni esempi tratti dai corpora consultati:
Di essi, 46 saranno destinati a ufficio; l’attico, il 47° piano, ospiterà un bosco pensile accedibile dal pubblico (PAISÀ).
L’80386 dispone di un registro dei flags, chiamato EFLAG. Sebbene non sia direttamente accedibile mediante un nome (come EAX, ad esempio) è possibile in qualche modo leggerlo e scriverlo (PAISÀ).
[…] le informazioni sono state acquisite per il tramite dell’infrastruttura di raccolta dati via Internet della Banca d’Italia, accedibile, mediante apposito link, dal sito della CIPA (RIDIRE).
L’applicazione ha una architettura di tipo WEB ed è accedibile dal Portale Intranet DARPA e da remoto (RIDIRE).
Per esempio, il comando SUBSCRIBE # news. it. comp. java serve ad abbonarsi al gruppo di discussione italiano dedicato a Java. Questo genere di caselle postali sono ovviamente accedibili in sola lettura, dato che la spedizione di messaggi a una conferenza avviene tramite protocollo NNTP (CORIS).
Come è possibile notare leggendo e interpretando con più attenzione le occorrenze appena riscontrate, i contesti in cui appare l’aggettivo accedibile fanno riferimento sia al significato generico di ‘accedere’ (esempi tratti da PAISÀ e CORIS), sia alla specificazione di tale accessibilità in relazione al mondo telematico e informatico (esempi tratti da RIDIRE).
Anche nell’uso che ne fa Gaetano Salvemini nel suo articolo Libertà religiosa, A. D. 1954, pubblicato sulla rivista “Il Mondo”, il significato di accedibile, sul modello della variante accessibile, riveste quello generale di qualcosa ‘a cui è possibile accedere, che è di facile accesso’:
Metà della porta d’ingresso della stanza ove trovavansi riuniti costoro era aperta, quindi accedibile a tutti coloro che volevano intervenire al rito religioso (in Gaetano Salvemini, Stato e Chiesa in Italia, a cura di Elio Conti, Milano, Feltrinelli, 1969, p. 472).
Altrettanto interessanti sono i corpora e gli archivi testuali delle più significative testate giornalistiche. Per quanto riguarda il quotidiano “la Repubblica”, sono disponibili in rete due validi strumenti per effettuare la nostra indagine linguistica: il Corpus “la Repubblica”, realizzato presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Bologna, che contiene i testi dell’omonimo quotidiano pubblicati tra il 1985 e il 2000 (consultabile in rete, qui) e l’Archivio storico della “Repubblica”, che raccoglie articoli dal 1984 a oggi (online all’indirizzo https://ricerca.repubblica.it). Ecco gli unici esempi in cui accedibile richiama nuovamente la velocità di accedere e di acquisire informazioni disponibili nel mondo del web:
Anche per risolvere tutti questi problemi nasce l’ISDN, l’“autostrada telefonica” che convoglierà in un unico canale accedibile da casa le informazioni vocali, i dati del computer, le immagini (Vittorio Zambardino e Enrico Maria Ferrari, Dossier dopo i ribassi ITAPAC chi usa il modem spera nella novità ISDN, “la Repubblica”, 15/1/1993).
Questo perché l’esigenza di avere tutte le informazioni disponibili 365x24x7, totalmente integre e, soprattutto, facilmente accedibili e condivisibili in breve tempo è sempre più marcata […] (Matteo Mascolo, Ibm Cloud Object Storage: scalabilità, affidabilità e capacità crescenti oltre i petabyte, “la Repubblica”, 16/1/2018).
Da ultimo, diamo uno sguardo all’utilizzo delle due forme nel mare magnum del web: se digitiamo la stringa “accedibile” sul motore di ricerca Google, per le pagine in italiano otteniamo 11.200 risultati, cifra quasi trascurabile rispetto ai 19.800.000 di “accessibile”. Se facciamo lo stesso con la forma plurale, agli irrisori 11.400 risultati di “accedibili” si contrappongono i 14.900.000 di “accessibili”.
Alla luce dei dati ricavati, le registrazioni degli aggettivi accedibile e accedibili si fanno quasi nulle all’interno dei corpora analizzati, confermandosi poi del tutto sporadiche anche nell’universo della rete. Ciò dimostra come assai scarso sia il loro impiego sul piano della lingua scritta.
Concludendo, la forma aggettivale accedibile, sul modello delle forme comprensibile - comprendibile, è attestata, per quanto scarsamente, come variante di accessibile, e appare semanticamente legata, da un lato, all’accezione complessiva di qualcosa ‘raggiungibile e accessibile’; dall’altro, specifica il suo significato generale quando è utilizzata in particolari circostanze linguistiche e in situazioni comunicative che sono soprattutto da mettere in relazione con l’accesso a banche dati, all’inserimento di credenziali in rete, ad aree protette di siti internet o di blog e, infine, a indirizzi http per la consultazione di dati.
Il fatto, però, che la parola accedibile non sia registrata in nessun repertorio del lessico italiano o che abbia poche attestazioni scritte non ci consente di consigliarne l’uso. Si tratta di una delle tante possibilità che l’elasticità lessicale della nostra lingua ci offre: sta alla comunità linguistica dei parlanti decidere il destino, felice o triste che sia, della parola.