DOI 10.35948/2532-9006/2025.35401
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Spellicolare è un verbo parasintetico denominale, costruito cioè attorno a un nome, che, nel caso specifico, è pellicola, derivato dal latino pellĭcula(m) – a sua volta diminutivo di pĕllis ‘pelle’ – ossia “pelle o membrana molto sottile” (Zingarelli 2025). Per formare l’infinito, al nome viene aggiunta la desinenza -are della prima coniugazione, la più produttiva per quanto riguarda le neoformazioni verbali in italiano, e il prefisso privativo s-, che nei composti denominali ha la funzione di “esprimere la mancanza di una qualità” (Zingarelli 2025, s.v. s-). Il termine così formato indicherebbe dunque l’azione di rimuovere la pellicola da una superficie. Non essendo presente alcun riscontro nei vocabolari dell’uso (Devoto-Oli 2025 online, Garzanti 2017, GRADIT, Sabatini-Coletti 2024, Vocabolario Treccani 2017, Zingarelli 2025), cerchiamo di ricostruire il significato della parola a partire dai contesti in cui essa è utilizzata.
A livello semantico e strutturale la voce sembra richiamare l’analogo spellare, da cui si differenzia esclusivamente per il nucleo nominale che informa il verbo, pellicola e non pelle. Dal punto di vista del significato tale differenziazione è centrale, perché, stando alle attestazioni di Google e del corpus ItTenTen20, in spellicolare è stringente il richiamo allo specifico elemento oggetto della rimozione, mentre spellare appare associato a un’area semantica più ampia, anche figurata: si può spellare un animale, un pomodoro, una mandorla, ma possono spellarsi anche le mani e il naso, e si può essere spellati al ristorante, quando si deve pagare un prezzo eccessivo (cfr. GRADIT). Anche pelare richiama analogamente l’azione di privare qualcosa di un rivestimento esterno; in particolare, esso è associato ai peli, alla pelle e alle penne degli animali oppure alla buccia di frutta, ortaggi e verdura, oltre ad avere significati figurati: il freddo pela la pelle, oppure il fruttivendolo pela i suoi clienti, nel senso che spilla loro molto denaro (cfr. GRADIT).
Spellicolare, invece, pare riferirsi propriamente a referenti dotati di una pellicola, spesso applicata a scopo di protezione, come avviene per gli schermi dei cellulari appena usciti di fabbrica:
Anche in questo caso troviamo le linguette da spellicolare prima dell’applicazione correttamente posizionate lungo il lato del pulsante Home (FONTE: ItTenTen20)
In generale, il verbo si presta a tutti quei casi in cui un oggetto preveda la presenza di un rivestimento protettivo. Oltre ai cellulari, infatti, anche gli orologi di pregio sono dotati di pellicole, poste sui quadranti; da un forum di orologeria apprendiamo che, al momento dell’acquisto, queste vengono rimosse davanti al cliente per tutelare l’unicità del marchio e scongiurare rivendite illegali:
come da prassi l’orologio viene spellicolato, la garanzia compilata con tutti i dati ed infine pago quanto richiesto (commento su orologi.forumfree.it, FONTE: ItTenTen20)
Il settore industriale è invece dotato di applicatori semi-automatici di etichette stampate su un foglio biadesivo, le quali sono spellicolate prima di essere incollate su un’altra superficie. Dall’annuncio di vendita di uno di questi applicatori:
è sufficiente abbassare il braccio meccanico manualmente e l’etichetta viene spellicolata ed applicata automaticamente sul prodotto. (descrizione di un prodotto sul sito alfacod.it, FONTE: itTenTen20)
Ma non è tutto: si può spellicolare anche un’autovettura. Ebbene, il riferimento è al car wrapping, una tecnica che prevede di rivestire la superficie di un veicolo (automobile, motocicletta, camion, pullman, treno, imbarcazione) con una pellicola adesiva in vinile che, oltre ad avere la funzione di personalizzarne l’aspetto, la protegge dagli agenti atmosferici e dai graffi. Spellicolare è l’azione che consiste nel rimuovere lo strato protettivo ed esornativo che avvolge la carrozzeria:
A distanza di oltre 6 mesi e dopo migliaia di km percorsi è giunto il momento di spellicolare la nostra Mini. (FONTE: ItTenTen20)
Al giorno d’oggi possono essere spellicolate persino le maschere per il viso: le ultime novità della cosmesi riferiscono di un prodotto che, una volta applicato, si asciuga formando una patina che può essere sollevata proprio come una pellicola:
Ora c’è anche la moda delle black mask, quelle creme nere che si spalmano sul viso e che si spellicolano una volta asciutte. (La beauty routine over 40, thepocketmama.it, 27/3/2018; FONTE: ItTenTen20)
Sempre al mondo della cosmesi rimandano gli smalti semipermanenti che, per la loro rimozione, si spellicolano via, con lo scopo di danneggiare meno l’unghia rispetto ai metodi tradizionali. Nell’esempio che segue, il verbo è messo in rilevo dalle virgolette, a testimoniare la consapevolezza di un uso non ancora consolidato:
Basterà, infatti, “spellicolare” delicatamente lo smalto semipermanente Non Stop Color dall’unghia: verrà via in un attimo. (descrizione di un prodotto sul sito aleascosmetics.com)
Altri esempi mostrano che il verbo è usato anche come intransitivo pronominale (221 risultati su Google, tre soli nel corpus ItTenTen20) o come intransitivo, assumendo un’accezione diversa; in questi casi, infatti, spellicolarsi/spellicolare non indica l’azione di rimuovere un rivestimento da una superficie, ma il fenomeno per cui un rivestimento comincia a perdere la propria integrità, sfaldandosi o riducendosi in frammenti:
Si consiglia almeno 2 mani di prodotto perché altrimenti a forza di premere i tasti ho paura che con una mano soltanto (e pure sottile) il prodotto possa iniziare a spellicolarsi da solo. (commento su forum.stiloclurb.it, FONTE: ItTenTen20)
Un altro esempio di quest’uso del verbo si trova in un articolo del “Messaggero”, in cui la notizia della caduta di due pezzi di travertino dalla volta del Cortile della Pigna dei Musei Vaticani è accompagnata dalla constatazione della corrosione del prodotto con cui erano state trattate le facciate del cortile, per via dell’umidità:
Tra il colore e la malta vecchia di 100 anni l’umidità potrebbe avere lavorato a sfavore e nell’arco di un anno ha iniziato a rovinarsi in alcuni punti. In pratica il pigmento ha iniziato a spellicolarsi. (Franca Giansoldati, Musei Vaticani, cade pezzo di travertino dalla volta del Cortile della Pinacoteca: l’umidità e l’annus horribilis, “Il Messaggero”, 26/1/2021)
E, ancora, in vendita è possibile trovare prodotti per la finitura e la protezione del legno da interno che, come i venditori assicurano, una volta applicati, con il tempo e l’usura non vengono via sgretolandosi:
Inoltre, la finitura con olio non spellicola con il tempo come fanno invece le vernici e mantiene il legno elastico in modo che non si formino crepe. (descrizione di un prodotto sul sito antichitabelsito.it; FONTE: ItTenTen20)
Da notare, qui, l’uso assoluto del verbo, che, però, sembra essere minoritario rispetto agli usi transitivo e intransitivo pronominale.
Nei suoi usi come verbo transitivo, spellicolare può anche essere associato alla rimozione della pellicola alimentare trasparente dai cibi in essa avvolti e conservati:
Spellicolare il panino quadrato è un’impresa ardua, non si trova il punto dove cominciare a sbrogliare la plastica (Alessandro Leone, Ho sposato una scarpa, s.l., Youcanprint, 2016, p. 16)
Largamente diffusa sul web la specializzazione del verbo come tecnicismo della stampa: spellicolare indicherebbe l’operazione di rimuovere le eccedenze di una pellicola termoadesiva precedentemente intagliata, così da poter utilizzare l’immagine ottenuta per decorare varie tipologie di oggetti:
Indicato per trasferimento termico su abbigliamento. La pellicola è estremamente sottile, molto estensibile, ottima da stampare e facile da spellicolare. (descrizione di un prodotto sul sito evoluzionecarta.com)
Questo significato è quello che il verbo assume nei primi risultati della sua ricerca sul motore Google (nella forma all’infinito 19 pagine in italiano, con 19.800 attestazioni totali, mentre ItTenTen20 ne restituisce 80), trovando grandissimo spazio in siti, blog e forum dedicati al bricolage, nei quali gli utenti condividono i migliori metodi e strumenti di lavoro.
Dai contesti riportati, pertanto, si evince che il verbo spellicolare può essere impiegato secondo tre accezioni principali, in molteplici àmbiti: negli usi transitivi, ‘rimuovere una pellicola, spesso, ma non necessariamente, applicata in precedenza a scopo protettivo’; ‘eliminare le parti in eccesso di un disegno realizzato su pellicola termoadesiva’; negli usi intransitivi ‘sgretolarsi in piccole particelle del materiale applicato su o di cui è costituita una superficie’.
L’assenza nella lessicografia appare legata più alla circolazione del verbo in contesti molto specialistici che alla novità del suo utilizzo: la prima attestazione documentata dal corpus di Google Libri risale infatti al 1898. Nel n. 144 del 22/6/1898 della “Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana”, all’interno della rendicontazione delle privative industriali dell’aprile di quell’anno pertinenti al Ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio, si fa riferimento a un certo Francesco Bertora-Roncallo da Genova, responsabile di un “Apparato per spellicolare e lucidare il caffè” (p. 2250). Il macchinario pare svolgesse l’operazione di rimuovere la pellicola argentea che riveste i chicchi di caffè (la cosiddetta “coffee silverskin”), che viene rilasciata durante il processo di tostatura. Tale testimonianza appare però isolata, non essendo riusciti a reperire nessun altro esempio successivo né nell’àmbito della torrefazione, né in altri contesti, fino al 1994, quando in un’opera saggistica di Edoardo Cacciatore il verbo è impiegato metaforicamente (“La toccante effigie di una cosa, o di qualunque aspetto, che viene a verberarti il Sensorio, si spellicola via via in tante altre copie che la simulano ricapitolatamente”, E. Cacciatore, Itto itto, San Cesario di Lecce (LE), P. Manni, 1994, p. 316), con un salto temporale di quasi un secolo. Su Google la parola inizia a circolare con sempre maggiore diffusione dal 2002, quando compare nelle istruzioni per l’istallazione di una zanzariera, rese accessibili su un sito commerciale specializzato:
Prendere la guida inferiore (solo per versione SB) ed il blocco di fondo accoppiandoli insieme (4) poi spellicolare la guida ed attaccarla a terra. […] A questo punto […] si può procedere con il rimontaggio di ogni componente del catenacciolo. Per facilitare l’installazione spellicolare il biadesivo e applicarli sulla cava della zanzariera come da foto. (istruzioni di montaggio di un prodotto su sito giroflex.it)
La sua affermazione, tuttavia, soprattutto nel settore della stampa, come già detto, si ha a partire dal 2010.
Spellicolare ha dato origine a una nutrita serie di derivati sostantivali e aggettivali:
Esistono poi altri termini denominali nati attorno a pellicolare che fanno riferimento all’azione di applicare, invece che di rimuovere come in spellicolare, un rivestimento protettivo su una determinata superficie fatta di materiali e avente dimensioni e funzionalità diversi: pellicolabile agg. (3 ItTenTen20; 0 Google); pellicolamento s. m. (2 ItTenTen20; 246 Google); pellicolare v. tr., da non confondere con l’aggettivo omonimo (48 ItTenTen20; i risultati di Google non possono discriminare il v. dall’agg.); pellicolato agg. (331 ItTenTen20; Google confonde i risultati col part. pass. e il s. m.); pellicolatore s. m. (1 ItTenTen20; 250 Google); pellicolatrice s. f. (5 ItTenTen20; 2.440 Google); pellicolatura s. f. (189 ItTenTen20; 14.900 Google). Particolarmente affermati sono gli aggettivi, spesso impiegati in espressioni fisse (polirematiche): pvc/legno/alluminio/ferro pellicolato, ossia materiali dotati di una pellicola protettiva, che ne migliora l’aspetto e la durevolezza; compresse pellicolate, cioè rivestite di una pellicola sottile che, in base ai casi, può rendere più facile la deglutizione, oppure proteggere il farmaco dagli acidi dello stomaco, permettendo un rilascio graduale dei principi attivi; seme pellicolato, cioè rivestito di una o più sostanze che facilitano l’assorbimento dei prodotti concianti. Pellicolatura è anche il termine italiano con cui in rete viene indicata la procedura del wrapping per le automobili e altri veicoli, richiamata sopra.
L’aggettivo pellicolabile è l’oggetto di una richiesta pervenuta di recente alla redazione della Consulenza linguistica: ci viene segnalato che è utilizzato in articoli scientifici di chimica come traducenti dell’aggettivo inglese peelable, la cui prima attestazione è del 1897 (vd. Oxford English Dictionary), riferito a un materiale che ha la capacità di compattarsi e, successivamente, di essere staccato come una pellicola. Con un’accezione simile, il GRADIT registra l’aggettivo pelabile, derivato dal verbo pelare, datato 1995, che equivale a ‘che si può pelare, facilmente asportabile’. Lo stesso aggettivo compare nell’espressione, registrata dallo stesso GRADIT, vernice pelabile, appartenente proprio al lessico della chimica, che indica un “tipo di vernice che lascia una pellicola facilmente asportabile, usata per la protezione temporanea di oggetti, spec. nei magazzini”.
Ancora da pellicola discendono i verbi parasintetici impellicolare v. tr. (38 ItTenTen20; 3.920 Google) e ripellicolare v. tr. (51 ItTenTen20; 0 Google), con i rispettivi derivati: impellicolamento s. m. (0 ItTenTen20; 678 Google), impellicolato agg. (18 ItTenTen20; 14.260 Google tra agg. e ppt), impellicolatore s. m. (0 ItTenTen20; 10 Google), impellicolatrice s. f. (0 ItTenTen20; 3.200 Google) e impellicolatura s. f. (1 ItTenTen20; 69 Google); ripellicolato agg. (30 ItTenTen20; 0 Google) ripellicolatura s. f. (9 ItTenTen20; 1.590 Google).
Per ricapitolare: dal sostantivo pellicola derivano impellicolare, pellicolare, ripellicolare, spellicolare, verbi che si riferiscono all’azione di applicare o di togliere una pellicola su o da una superficie (più rari i casi in cui si fa riferimento allo sgretolamento di un materiale). Alcuni termini legati a questi verbi si sono specializzati a indicare procedure specifiche, come la pellicolatura dei veicoli o lo spellicolamento nella stampa decorativa. Tranne casi isolati, si tratta di attestazioni successive agli anni 2000 e per lo più legate all’introduzione di nuove tecniche o di nuovi strumenti. La loro circolazione si afferma prevalentemente in rete, in misura minore nei testi a stampa e in modo sporadico nel lessico giornalistico. Spellicolare è senza dubbio la parola più usata di questo inventario; nonostante non compaia negli archivi dei quotidiani “la Repubblica” e “Corriere della Sera”, il verbo è impiegato con disinvoltura dagli utenti di blog e forum o anche negli annunci di vendita di prodotti che hanno che fare con la rimozione di un certo tipo di pellicola di rivestimento.