DOI 10.35948/2532-9006/2022.23820
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Alcuni lettori ci chiedono chiarimenti sul participio passato e aggettivo scorrelato, assente nella lessicografia ma ampiamente usato in alcuni ambiti specialisti (in particolare fisica e statistica) e nel web.
Anche se la lessicografia ancora non registra scorrelato, neppure tra i neologismi, la parola, nel suo ruolo di contrario di correlato, è ormai usata nell’italiano di varie scienze e discipline, almeno, stante Google libri, dal 1969 (nel “Bollettino della società italiana di biologia sperimentale”) e con una frequenza crescente col passare del tempo, tanto che nel 1982 appare perfino in una sentenza della Corte Costituzionale pubblicata sulla G.U. Perlopiù scorrelato è costruito con da, ma qualche volta (per via della pressione di correlato) con con. Inutile dire che un prefissato con s- privativo predilige da, per via del valore di allontanamento che anche il senso privativo di s- contiene in sé; basti pensare all’analogo e più comune slegato (da). Ecco un paio di esempi:
Questo rumore osservato è in linea di principio scorrelato dal segnale utile ma è correlato con il rumore perturbatore (Tesi di laurea in geofisica nell’università di Pisa 2017)
Supponiamo che R1 sia scorrelato con R2 e R3 (Esercizi proposti dal docente di un corso di Elementi di calcolo delle probabilità, Univ. di Macerata 2019-20)
I costrutti con da sono maggioritari e preferibili. Su Google se ne trovano 1.150 risultati, contro i 403 con con:
(è) impensabile un operato ‘assoluto’, scorrelato da quello della controparte. (C. Zaccagnini, Lo scambio dei doni nel Vicino Oriente, 1973)
c'e' anche un led che si accende all'inizio della carica e si spegne alla fine ma è scorrelato dal reale stato di ricarica. (Risposta del servizio clienti di Amazon del 2016)
La costruzione è importante perché la presenza di un argomento introdotto da preposizione (specie e preferibilmente da, come si è detto) è il motivo che meglio giustifica l’opzione per scorrelato invece che per il sinonimo irrelato, più contrario di correlato (è attestato almeno dai primi del Novecento). Infatti, irrelato è preferibilmente costruito in modo assoluto, senza argomento che precisi da o con che cosa non ci sia relazione, anche se, ovviamente, non mancano esempi che lo esplicitano. Scorrelato, invece, induce a dichiarare l’argomento, perlopiù, come abbiamo visto, introdotto da da. Inoltre, scorrelato è etimologicamente più trasparente nel suo rapporto con correlato e con la correlazione, mentre irrelato (sia calco dell’inglese unrelated o latinismo da in + part. pass. di referre) richiama la (cor)relazione negata per via più indiretta, a partire dalla più semplice relazione. Tant’è vero che irrelato è sì semanticamente antonimo di correlato, ma non etimologicamente, mentre scorrelato lo è anche formalmente, offrendosi quindi come parola più trasparente e forte. Credo che sia anche per questo se scorrelato si sta diffondendo ai danni di irrelato, più difficile e di uso spesso privo di un argomento, che, invece, il linguaggio scientifico ha necessità di esplicitare.
Un lettore ha incontrato pure un altro sinonimo, decorrelato, e lo segnala opportunamente perché le tracce in rete della parola non sono pochissime. È una delle parole chiave spiegate sul “Sole 24ore” del 26 febbraio 2016 dove si legge
Un investimento […] è detto decorrelato rispetto a un altro quando le variazioni dei rispettivi rendimenti non sono collegate.
Sembra in effetti che nel mondo finanziario una nuova “parola d’ordine” (professionefinanza.it, novembre 2016) sia decorrelare (o decorrelazione), cioè la diversificazione degli investimenti, che è meglio siano decorrelati (sembrerebbe puro buon senso, ma è scienza frutto di sudate carte); il sito prontoprofessionista.it invita a “saper decorrelare per veramente diversificare” (novembre 2020).
Le domande ci hanno fatto conoscere un gruppetto di neologismi (para)scientifici. È forse opportuno guardare allora a tutta la loro famiglia etimologica. Infatti, scorrelato è corradicale di altri due ignoti alla nostra lessicografia e tuttavia non sconosciuti alla lingua, scorrelazione e scorrelare; quest’ultimo, a rigore, dovrebbe essere il capostipite, ma non è escluso che verbo e nome siano retroformazioni dell’aggettivo, molto più usato e quindi introdotto per primo. Stessa cosa si può probabilmente dire per la storia della famiglia di decorrelare, decorrelato e decorrelazione. Ma la cosa ai nostri fini più significativa è osservare che se decorrelato è attestato su Google più o meno quanto scorrelato, decorrelazione con 17.400 testimonianze batte di gran lunga scorrelazione, che ne conta solo 2.680. I sinonimi hanno quindi diversa fortuna a seconda della categoria grammaticale. In realtà, scorrelato e scorrelazione, decorrelato e decorrelazione non sono perfettamente sinonimi, perché la prima coppia evidenzia uno stato (la mancanza di correlazione) e la seconda l’esito di un’operazione (quella del decorrelare, un verbo, non a caso, molto più attestato del sinonimo scorrelare). Per questo, la famiglia di decorrelato è più di casa nel linguaggio della finanza, dove si parla di fenomeni provocati, programmati, calcolati mentre quella di scorrelato, se non manca nel lessico finanziario, circola anche in discipline e in scienze dure che osservano lo stato, i rapporti tra diverse e parallele entità, come si vede da alcune domande dei nostri lettori e dalla serie di esempi di scorrelato nelle enciclopedie scientifiche della Treccani consultabili online alla voce. Invece, il terzo sinonimo, irrelato (più vecchio, ma ormai più o meno con lo stesso numero di presenze su Google degli altri due più recenti) non ha parenti e forse anche per questo, per l’assenza del rimorchio dei corradicali, sembra ridursi al linguaggio letterario e giuridico, e cedere il primato a scorrelato nel linguaggio scientifico generale e a decorrelato in quello specialistico della finanza: due aggettivi che possono contare sul traino della famiglia al completo (scorrelare e scorrelazione, decorrelare e decorrelazione).
Nell’insieme un pacchetto di neologismi che merita ormai più attenzione dalla lessicografia.