Consulenze linguistiche

Powerbank: accumulatore di energia, caricabatterie, batteria?

  • Dalila Bachis
SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

DOI 10.35948/2532-9006/2021.11634

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Copyright: © 2021 Accademia della Crusca


Quesito:

È più corretto dire e scrivere la powerbank o il powerbank?

Powerbank: accumulatore di energia, caricabatterie, batteria?

Molti (e leciti) sono i dubbi circa il genere di powerbank e dei forestierismi in generale. Da tempo, infatti, giungono alla redazione del servizio di Consulenza linguistica numerose domande intorno al genere dei forestierismi e soprattutto degli anglismi, tanto che qualche anno fa Raffaella Setti ha steso delle “linee guida” sulla questione. Cerchiamo qui di riassumerle molto brevemente, prima di rispondere ai nostri lettori e alle nostre lettrici.

Il sistema dell’italiano prevede che ciascun nome abbia un genere, maschile o femminile; il sistema inglese, invece, non prevede la distinzione di genere (maschile o femminile) per la maggior parte dei nomi. Di conseguenza, di fronte a un prestito non adattato dalla lingua inglese, ci troviamo di fronte a diverse possibilità:

  1. il genere può essere associato per analogia a quello di un iperonimo (un termine dal significato più ampio) già esistente nella lingua che riceve il prestito. Il nome italiano può anche essere solo percepito come corrispondente: è il caso di playstation, workstation, che sono nomi femminili perché collegati a stazione (cfr. adattamento, in Enciclopedia dell’Italiano (2010), Treccani.it);
  2. il genere può essere assegnato in base a quello del nome individuato come traducente (anche non perfetto). È il caso di make up, che diventa maschile perché in italiano trucco è maschile;
  3. esiste, anche se è meno frequente (in particolare per gli anglismi, che di solito non terminano in vocale), un criterio fonologico, che tende ad assegnare il femminile ai nomi terminanti in -a (come è avvenuto per samba o tequila, maschili nel portoghese brasiliano e nello spagnolo del Messico);
  4. infine, bisogna precisare che il maschile tende a essere il genere non marcato in italiano: quindi, in assenza di criteri più precisi, molte parole diventeranno maschili.

Come si può vedere, una regola universale per tutti i casi non esiste. L’unica indicazione che ci sentiamo di dare, come ha fatto Vera Gheno nel caso del genere delle specialità culinarie tipiche americane, è quella, “in assenza di criteri migliori, di adeguarsi all’uso più diffuso, ma senza eccessive rigidità”.
Fatte queste doverose precisazioni, arriviamo al caso di powerbank.

La parola attualmente non è registrata nei dizionari della lingua italiana. Perciò, per la sua definizione, siamo obbligati a consultare il Collins Dictionary, che recita: “a portable device that can store electricity for charging phones, cameras, laptop computers, etc”. In italiano (traduzione mia): “un dispositivo portatile in grado di immagazzinare elettricità per ricaricare telefoni, fotocamere, computer portatili, ecc.”.

Da una ricerca su Google, limitata al contesto italiano e aggiornata al 24 marzo 2021, registriamo che la parola è ampiamente attestata anche nella variante analitica power bank, che però risulta meno frequente. Le occorrenze di “powerbank”/power bank” sono così distribuite:


Prevalgono di gran lunga, dunque, le occorrenze del maschile, a fronte tuttavia di un discreto numero di occorrenze del femminile. Che spiegazione si può dare al fenomeno? Proviamo a rispondere in base ai criteri sintetizzati in precedenza.

Secondo il criterio 1), il genere è assegnato in base all’iperonimo individuato, che nel nostro caso potrebbe essere dispositivo (traduzione di device) o accessorio; da qui il genere maschile. Tuttavia, essendo powerbank/power bank un composto trasparente, è plausibile che il nome corrispondente all’italiano bank, ovvero banca, trascini verso il genere femminile.

Secondo il criterio 2), bisogna fare riferimento al traducente. In questo caso la situazione diventa più complessa: un traducente pertinente per powerbank/power bank, infatti, potrebbe essere accumulatore di energia, dunque maschile. Questa, tra l’altro, è la traduzione offerta da Google traduttore. L’oggetto, però, in rete viene definito prevalentemente o una “batteria portatile/esterna” (femminile) o un “caricatore portatile” (maschile). Inoltre, in molti dei siti consultati, definire l’oggetto batteria non impedisce di declinarlo al maschile, così come definirlo caricabatterie non trattiene dal declinarlo al femminile. Vediamo alcuni esempi:

  • Powerbank/power bank come “batteria” (al femminile):

Le power bank, o batterie portatili, come facile intuire, sono delle vere e proprie riserve di energia portatile, che servono a ricaricare smartphone e tablet, anche quando si è fuori casa, quindi in treno, in aereo, in autobus, o in qualsiasi altro luogo dove non sia possibile utilizzare le prese di corrente a muro. (Emiliano Contarino, Tutto quello che c’è da sapere sulle power bank, macitynet.it, 2/8/2018)

Mantieni i tuoi dispositivi sempre carichi, grazie a questa power bank (batteria esterna) leggera (Batteria esterna Pocket Power 15K (caricabatteria portatile), Amazon.it)

  • Powerbank/power bank come “batteria” (al maschile):

Qualora non ne avessi mai sentito parlare, i power bank sono delle batterie portatili che permettono di ricaricare dispositivi come smartphone, tablet e in alcuni casi perfino notebook. (Salvatore Aranzulla, Miglior power bank: guida all’acquisto)

Il power bank non è altro che una batteria ricaricabile portatile adatta a caricare articoli di elettronica quali telefoni,smartphone, tablet, lettori mp3, macchine fotografiche digitali, e altro ancora, a seconda delle caratteristiche dell’articolo. (Power bank personalizzati – Approfondimenti)

  • Powerbank/power bank come “caricatore/caricabatterie” (al maschile):

I power bank (chiamati anche “caricabatterie portatili”) sono gadget essenziali per chi viaggia molto, perché possono ricaricare i dispositivi mobili quando non si ha a disposizione una presa di corrente. (I migliori Power Bank del 2021: 15 Power Bank eccezionali a confronto)

In genere i Power Bank più performanti sono quelli che pesano di meno. Un altro parametro per sceglierli è anche il design, perché anche l’occhio vuole la sua parte. Questi caricabatterie portatili si trovano facilmente in commercio (Power Bank, come funzionano i caricabatterie portatili)

  • Powerbank/power bank come “caricatore/caricabatterie” (al femminile):

Scegliere le migliori power bank, caricabatterie portatili da viaggio

C’è però un’altra ragione più tecnica per cui è bene scegliere una power bank capiente. La capacità del caricabatterie indicata è infatti un valore nominale, ma l’effettiva carica erogata sarà dal 20 al 35% inferiore. (I migliori power bank del 2021)

Ci sono anche casi in cui nella pagina web l’oggetto viene definito in entrambi i modi (batteria e caricabatterie), a prescindere dal genere che poi si decide di assegnargli:

Qual è il miglior power bank o caricabatterie portatile? Una domanda più che lecita se si considera quanto sono utili questi semplici ma indispensabili gadget. Si possono infatti usare per ricaricare smartphone e non solo e sono facilmente trasportabili in tasca, nello zaino o nella borsa. In questa guida all’acquisto abbiamo raccolto per voi i migliori power bank a novembre 2020. Se state per cimentarvi nell’acquisto di una di queste batterie portatili potreste voler dare un’occhiata alla nostra lista aggiornata che trovate di seguito, insieme a qualche utile nozione che vi aiuterà nello scegliere il miglior power bank per le vostre esigenze. (Miglior power bank - Ottobre 2021)

In sintesi, il criterio di assegnare il genere a un forestierismo in base a quello del traducente in questo caso non ci permette di individuare in modo univoco il genere di questo nome, anche se, come abbiamo visto dalla tabella, le occorrenze di powerbank/power bank al maschile sono ben più numerose rispetto a quelle di powerbank/power bank al femminile.

Il criterio 3), quello fonologico, è inapplicabile, dal momento che la parola termina per consonante; per quanto riguarda, infine, il criterio 4), quest’ultimo conferma il principio che vuole il power bank maschile.

Tutto sommato, dunque, sembra che il genere preferito per powerbank/power bank sia il maschile; le considerevoli occorrenze della parola al femminile, tuttavia, fanno pensare che la situazione non sia ancora ben definita. Solo a distanza di tempo potremo associare il genere con certezza.

Si segnala, in chiusura, il caso per certi versi simile di giga bank (il sistema per cui i gigabyte non utilizzati non vanno persi, ma finiscono in una sorta di deposito virtuale). Anche per questa parola, sempre di àmbito informatico, le tendenze sono le stesse: vince (in questo caso non di molto) il maschile.

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