Parole nuove

k (K o kappa)

  • Barbara Patella
SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

DOI 10.35948/2532-9006/2024.34281

Licenza CC BY-NC-ND

Copyright: © 2024 Accademia della Crusca


Negli ultimi anni, alla nutrita serie di significati assegnati alla lettera k (o K) – impiegata come simbolo o abbreviazione in molti linguaggi specialistici (spesso a livello internazionale) – si sono aggiunti nuovi valori, che, veicolati dall’universo anglofono, hanno contribuito a espandere i già avviluppati meandri semantici di k nel tessuto linguistico italiano: le nuove accezioni di k (‘mila’ e ‘migliaio’) si possono considerare neologismi semantici.

Propria dell’alfabeto greco e di quello latino (in cui però aveva un uso molto limitato, almeno in età classica), k (che si legge /'kappa/) è tradizionalmente considerata una lettera estranea all’alfabeto italiano (sebbene la lessicografia più recente la classifichi come undicesima lettera: cfr. GRADIT, Zingarelli 2019, Devoto-Oli 2024). Nella nostra lingua, a livello fonetico, corrisponde all’occlusiva velare sorda [k], cioè quel suono abitualmente scritto, a seconda dei casi, con i grafemi e e con il digramma . La lettera k (che è usata come nome sia al maschile sia al femminile, comunque invariabile al plurale), infatti,

a parte le presenze nei documenti dei primissimi secoli, non è stata più usata fino all’età contemporanea; compare oggi in parole dotte d’origine greca (koinè), in parole straniere non adattate […] e nei derivati italiani (kantiano); è caratteristico il suo uso, con connotazione positiva, nella pubblicità e in ambito commerciale (Bankitalia) e, con connotazione negativa, nella pubblicistica e nelle scritte murali, spec. di matrice sessantottesca (amerikano; maskio). (Sabatini-Coletti 2022, s.v. k).

Oltre a ciò, come indicato dal Vocabolario Treccani online (s.v. k, K), la lettera k si rintraccia anche “nell’uso giovanile, spec. nel linguaggio degli sms e delle chat, […] in sostituzione di ch (ke fai stasera?)”.

Spostandoci dal piano fonografematico a quello semantico, per l’italiano – come pure per altre lingue moderne – k (maiuscolo o minuscolo) è usato (come aggettivo o come nome maschile) per indicare molteplici referenti, prevalentemente in campi specialistici: in chimica denota il potassio; in fisica il campo elettrico o l’unità di misura Kelvin; in botanica “nelle formule fiorali indica i sepali, costituenti il calice” (GDLI, s.v. K); in matematica è simbolo di costante; in astronomia designa la “classe spettrale di stelle giallo-rossastre e a temperatura relativamente bassa” (Nuovo De Mauro, s.v. K); nelle carte francesi indica la figura del re (dall’iniziale della parola inglese king); in metrologia, “premessa al simbolo di una unità di misura, è il simbolo del prefisso chilo- (per es. km, chilometro)” (Devoto-Oli 2024, s.v. k, K); in informatica, “di solito nella forma maiuscola, indica la capacità di 1024 byte o «posizioni di memoria» di un elaboratore (per es., una memoria di 16 K contiene 1024 × 16 cioè 16.384 posizioni)” (Vocabolario Treccani online, s.v. k, K). E proprio a questi ultimi due valori (relativi a metrologia e informatica), originati dal prefissoide di matrice francese kilo- o chilo- (adattamento del greco khílioi ‘mille’), si legano i nuovi significati di k, importati in italiano per influsso angloamericano: per rintracciarne l’origine, dunque, occorre guardare allo sviluppo di k nella lingua inglese e, più precisamente, al suo impiego nel linguaggio informatico a partire dalla fine degli anni ’60 (cfr. OED, s.v. K [n.]). A tal proposito, riportiamo la definizione dell’Oxford English Dictionary (accompagnata da una nostra traduzione): 

[< its use as an abbreviation for kilo-.] In connection with Computing K or k is used to represent 1,000 (or 1,024 […]). Also used transferred to represent 1,000 (pounds, etc.), esp. of salaries offered in job advertisements. (Oxford English Dictionary, s.v. “K (n.), sense 3.h”, December 2023)
[< dall’uso di k come abbreviazione per kilo-.] In informatica, K o k è usato per rappresentare 1.000 (o 1.024 […]). È inoltre usato, in senso traslato, per rappresentare 1.000 (sterline, ecc.), specialmente in rapporto agli stipendi offerti negli annunci di lavoro.

Quanto ai limiti d’uso o di registro, a differenza dell’OED e del Merriam-Webster, che non forniscono alcuna indicazione, alcuni dizionari inglesi – come il Cambridge Dictionary o il Collins – marcano k ‘thousand’ (it. ‘mille’) come “informal” o “colloquial”. A circoscrivere il registro d’uso di k ‘mila’ è anche la lessicografia italiana. Nel panorama dei dizionari contemporanei, infatti, lo Zingarelli – che è l’unico a censire un nuovo significato di k a partire dall’edizione 2024 – presenta la definizione preceduta dall’etichetta “familiare”: “fam. posposta ad un numero, ne moltiplica il valore per 1.000: un’auto che costa 30k euro; un video che ha ottenuto 200k visualizzazioni”. Accanto a questa vi sono altre accezioni che si sono sedimentate in italiano, fra cui una specialistica; illustriamo allora i diversi significati penetrati nell’uso e attribuibili a k (che può ricorrere, in alternativa alla forma minuscola, anche con la forma maiuscola K o col nome per esteso kappa):

1a: {simbolo con valore di agg.} preceduto da un numero, ne moltiplica il valore per 1.000 (es. 100k per indicare ‘100.000’); è usato specialmente in unione con simboli o nomi di unità monetarie (ma può essere associato anche ad altri referenti): $75k; 500k euro; 300k follower; 65K giocatori.

1b: preceduto da cifre arabe riconducibili a somme di denaro, in contesti senza indicazione di simboli o nomi di valuta, k (o K) sottintende la sequenza “aggettivo + sostantivo”, cioè ‘mila + valuta’: un investimento da 200k (in base al contesto si intenderanno ‘200 mila euro/dollari/sterline…’).

1c: { m. inv.: usato spec. al pl., spesso col nome per esteso kappa} fam. sinonimo di bigliettoni, soldoni, nell’ordine di migliaia di euro: con poca fatica porta a casa bei kappa; sono disposto a spendere 50 kappa per quell’orologio! | fam. sinonimo di migliaio (di euro): quella vendita potrebbe farti intascare qualche kappa.

2: {spec. nella forma maiuscola K, unito a un numero, forma un simbolo con funzione di agg.} elettron. preceduto da un numero, in riferimento alla risoluzione orizzontale di display (tv, monitor e sim.), sensori (di fotocamere), immagini e video, K ne indica lo standard di definizione, sostituendo la sequenza ‘mila pixel’ (es. 4K e 8K corrispondono, rispettivamente, a circa 4.000 e 8.000 pixel): una TV 4K; uno schermo 16K; il formato 4K; la risoluzione 4K | avv. in 4K/in 8K/in 16K (prob. per ellissi < in formato 4K o in risoluzione 4K): contenuti in 4K; film in 6K; girare (un film) in 4K | anche sost.: il 4K.

In italiano le prime attestazioni rinvenibili nei significati 1a e 1b – come mostrano gli esempi che seguono – risalgono ai primissimi anni Ottanta e sono contenute in una rivista mensile di elettronica (si notino, inoltre, due elementi di rilievo: la tipologia testuale in cui k è inserito e sfruttato per la sua forma sintetica, vale a dire l’inserzione, e il luogo di provenienza degli inserzionisti, a testimonianza di come il neologismo semantico serpeggiasse da nord a sud): 

MOTORE FUORIBORDO Johnson 20 CV. 50ª serie in ottimo stato e perfettamente funzionante cedesi per 600KL [lire] con assicurazione R.C. pagata fino a luglio 1980. (annuncio di Francesco Iozzino [Pompei], "CQ Elettronica", sez. Offerte e richieste, 1980, 1, p. 132)

VENDO TELESCRIVENTE T2CN, perforatore per detta tipo T2PF, trasmettitore di banda […], ricevitore professionale tipo Hammarlund HQ180A. Tutto 500 K trattabili (annuncio di Mauro Tagliavini [Rimini], "CQ Elettronica", sez. Offerte e richieste, 1980, 1, p. 127)

CAMBIACANALI TV VENDO a solo 100K autoprogettato con 16 canali commutabili senza modificare il tv adatto per ogni tv anche bianco e nero entro contenuto. (annuncio di Giuseppe Borracci [Udine], "CQ Elettronica", sez. Offerte e richieste, 1981, 2, p. 182)

PROIETTORE 16 mm sonoro ottico 25 W Microtecnica di Torino valore 300 k lire vendo o cambio con materiale elettr. o fotografico pari valore (oscilloscopio o rice-trans CB ecc.). (annuncio di Augusto Guidotti [Roma], "CQ Elettronica", sez. Offerte e richieste, 1981, 6, p. 803) 

Rispetto all’inglese, quindi, dove è attestato nel significato di ‘thousand’ dagli anni Sessanta, k quale simbolo per mila è entrato qualche decennio più tardi nella lingua italiana e attraverso un percorso graduale; difatti, a testimoniare che si sia trattato di una propagazione lenta, oltre alle ricerche effettuate setacciando siti, archivi e biblioteche digitali, aiutano anche i dati di Google Trends, uno strumento che consente di monitorare nel tempo (a partire dal 2004) e nello spazio (in Italia e nel mondo) gli interessi degli utenti rispetto alle ricerche digitate su Google. Se misuriamo l’attrazione per il neologismo semantico limitando le ricerche, geograficamente, ai risultati in Italia e cercando, comparativamente, le stringhe di testo “k euro” (linea blu), “k significato” (linea rossa) e “simbolo k” (linea gialla), possiamo notare come i picchi di interesse restino piuttosto isolati fino al 2010-2011, mentre a partire dal 2012-2013 l’attenzione comincia a salire, benché moderatamente:


In linea con ciò, al momento dell’esordio di k nelle accezioni 1a e 1b (ascrivibile, come visto, all’ultimo ventennio del Novecento), la circolazione non risultava così estesa. In seguito, a partire dai primi anni Duemila, k appare particolarmente usato – e confinato – nella cerchia di forum, blog e social media (e non solo negli usi giovanili), perciò ben marcato in diamesia (in quanto usato nello scritto trasmesso), grosso modo fino al periodo 2014-2015: 

P.s. Comunque sia soprassendendo [sic] pure al piping turchese potrei offrire al max 30k€ in contanti, prendere o lasciare. (commento di “effeemme” alla discussione Speedster a gogo!!!, forum di porschemania.it, 7/12/2003)

La leon 150 monta lo stesso motore della mia GTI 150, dipende quanto sei disposto a spendere […] se poi hai parecchi soldi da spendere puoi cominciare a sostituire la turbina, […] volano, alberi a camme, valvole, gomiti, semiassi e braccetti di sospensione, cuscinetti ecc ecc […] l’unica nota negativa di queste elaborazioni è la spesa ( non minora [sic] ai 15k €) (commento di “lucadeep” alla discussione [auto] “vecchia” STILO JTD 115CV, forum di hwupgrade.it, 27/7/2004)

in ogni caso 125K€ erano i prezzi sino all’anno scorso, ora si trovano anche a meno di 100K€, se vedi gli annunci di noto broker in centro italia [sic], l’ho letto pochi giorni fa sul GdV. (commento di “jigoro” alla discussione Cantiere del Pardo – IT – GS37 una delusione, forum di amicidellavela.it, 21/7/2005)

 

Successivamente, dall’uso colloquiale di k (preceduto da cifre senza indicazione di simboli o nomi di unità monetarie, quindi usato assolutamente in luogo di mila + valuta) si sono sviluppate altre sfumature semantiche di registro familiare: k come sinonimo di (mila) bigliettoni oppure di migliaio di euro (1c).

Oggi, dunque, travalicati di gran lunga i confini di social, blog e forum, l’uso di k come simbolo per mila e migliaio è divenuto alquanto pervasivo nella presentazione di dati numerici: grazie alla sua capacità di indicare sinteticamente le migliaia (80k vs 80.000/80 mila), esso è privilegiato nello scritto – anche trasmesso – e si lega a parametri diafasici differenziati (cioè a situazioni comunicative e argomenti di vario genere); spesso in correlazione a somme di denaro – in genere cospicue – riguardanti donazioni, investimenti, bilanci, piani industriali, prezzi di acquisto o di vendita, k è ormai un habitué in un ampio ventaglio di testi e contesti (e non solo all’interno di tabelle e grafici). Di conseguenza, in rapporto al canale scritto, il simbolo per mila ricorre in manuali, documenti o articoli di carattere economico-finanziario e bancario (va considerato peraltro che, in ambiti come questi, il modello inglese – in cui k è frequentissimo – costituisce un forte incentivo all’uso di k anche in italiano):

Complessivamente, sulle categorie con contratto quadro sono stati spesi 1500K€, dei quali 250K€ al di fuori del contratto. Per tutta la classe merceologica sono stati spesi 1700K€ in totale, dei quali 200K€ senza contratto quadro, contro i 1250K€ spesi sui contratti. (Riccardo Colangelo, Spendere “wisely and well”. L’integrazione del procurement management nelle strategie di business, Milano, FrancoAngeli, 2014, p. 356)

Nella sottostante tabella si tiene conto dell’incidenza del numero di intimidazioni in rapporto alla popolazione (100k): su un totale di 541 atti per i primi 9 mesi 2021 la media nazionale è di 0,90 episodi ogni 100k abitanti. (Ministero dell’Interno, Atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. Report al 30 settembre 2021, Roma, ottobre 2021, interno.gov.it, sez. Dati e statistiche)

Perché cento milioni e un miliardo? Con un fatturato per dipendente di circa 200K si arriva a cento milioni con circa 500 persone: le conosci tutte. (Bernardo Bertoldi, I settori tascabili e il futuro incerto delle nostre multinazionali senza imprenditori delegati, ilsole24ore.com, 14/5/2022)

Visto che le macchine possono lavorare anche senza operatore, vengono considerate disponibili tutte le 8 ore del turno. Sommando i costi rilevanti per la decisione: Ctot = 300k € + 4.500k € - 50k € + 640,08k € x 5 = 7.950.400,00 €. (Matteo Casadio Strozzi e Lorenzo Sala, Gestione dei sistemi produttivi e della logistica, Bologna, Società Editrice Esculapio, 2024, p. 120)

Quanto allo scritto trasmesso, il neologismo semantico continua a dilagare sui social media (dove è spesso riferito al numero di follower o di visualizzazioni):


È inoltre ampiamente sfruttato negli ipertesti dei siti Internet per la sua sinteticità:

SocialFare Seed supporta le startup a impatto sociale accelerate da SocialFare con un’iniezione di capitale iniziale (seed) fino a 100K in cash. SocialFare Seed Srl è il veicolo privato fondato da impact investor che investe fino a 500K€ all’anno nelle imprese e startup selezionate tramite le call FOUNDAMENTA e accelerate dal SocialFare. (dal sito socialfare.org)


Infine, sempre in merito allo scritto trasmesso, l’impiego di k (o, più spesso, della forma kappa) è molto frequente in discussioni di blog e forum dedicate a medi e grandi investimenti da parte di aziende o di privati, in cui si dialoga generalmente sull’acquisto di immobili, oggetti di lusso, auto, moto, ecc. – si noti che gli esempi proposti di seguito sono da ricondurre alle accezioni 1b e 1c:

Allora mi chiedo: se c’è uno che si definisce appassionato, che spende 20/30/50...KAPPA
...cosa impedisce a me, anche se da appassionato, di spendere qualche KAPPA per crearmi un laboratorio/studio?
[…] Così come chi ha 100 KAPPA di Rolex o Patek in collezione non è un commerciante. (commento di Soyuz alla discussione Storia di un orologio: Project Granrécif, orologi.forumfree.it, 12/1/2019)

Zanzo: […] Comunque hai ragione, chi non ha un box, una casa di proprietà con un tetto dove poter installare i pannelli, e non può permettersi di spendere 10k in più per comprare l’auto […].
Mark: L’ipocrisia di questo paese che, al grido di spazio ai giovani, vede i boomers con le auto teccnologggiche [sic] da 100 kappa e la villetta di proprietà ristrutturata con la 110.
(commenti all’articolo Bonus colonnine 2023, si riparte il 9 novembre. Come ottenerlo, hdmotori.it, novembre 2023) 

Peppuccio75: Primo! Ho vinto qualche kappa???
MarkBurry: Quelli di stamattina non ti sono bastati?! Mica li avrai già spesi tutti, mani bucate che non sei altro.
(commenti alla discussione Portafoglio Bond Lunghissimi… in Saecula Saeculorum cap. 24, forum.finanzaonline.com, 1/3/2024)

Nondimeno, negli ultimi anni l’uso di kappa è rimbalzato sui piani dell’oralità (in primis fra gli addetti ai lavori in ambito economico, quindi nel gergo delle aziende) e su quelli del parlato trasmesso (ad esempio nelle interviste, nei video online o nelle trasmissioni radiofoniche): 

[Il tuo video più costoso]: “Boh, forse qualcosa di unboxing [cfr. scheda] da qualche kappa, 4-5.000 euro…”. (trascrizione della risposta di un intervistato nel video di X2Marco, Ho chiesto gli stipendi dei content creator, YouTube, 4/12/2023)

[lettura della domanda di un utente] Per te è stato difficile arrivare ai primi 100 kappa di risparmio e dopo quanti anni ci sei riuscito? [risposta di M.C.] Ti direi che è stato difficile, perché l’ostacolo più grande sono stato io per arrivare ai 100 kappa, ai 100 mila euro […]. (trascrizione dal video di Marco Casario, Ho raggiunto i 100k TARDI: l’errore più GRANDE che ho fatto, YouTube, 16/2/2024)

Michele “Wad” Caporosso (conduttore): “Primo posto Kid Lost, che è quello che c’ha 100 kappa ora in banca […]”.
Kid Lost (ospite): “[…] abbiamo convenuto che fosse giusto dividere col Matador, perché Matador meritava 50 kappa”. (trascrizione da una puntata del programma Say Waaad?, in onda su Radio Deejay, 6/3/2024)

L’uso orale contribuisce, a sua volta, alla fortuna di k, che viene impiegato sempre di più anche nello scritto (specialmente in quello deputato a riprodurre espressioni del parlato): 

È vero che per altri show qualcuno aveva investito in anticipo, ma non avere il vizio della Lamborghini e degli orologi da 100k aiuta. (J-Ax nell’intervista di Andrea Laffranchi, J-Ax: «Non mi interessa il podio, preferisco durare nel tempo», “Corriere della Sera”, sez. Spettacoli, 7/9/2021, p. 41)

Per giunta, se ci spostiamo sul versante della dimensione diafasica (la variazione linguistica che interessa i contesti situazionali, fra cui specifici settori di impiego), vediamo che una spinta apprezzabile alla diffusione di k per ‘mila’ e ‘migliaio’ proviene dall’ambito musicale, soprattutto da testi o titoli di canzoni appartenenti ai generi rap e trap:

Conto qualche K, compro qualche giacca
Dimmi chi è l’ultimo stronzo qua che rappa
Se sto sulla base, è una martellata
Se son nella stanza, c’è una grande cappa.
(dal brano Tanta Roba Anthem di Gemitaiz feat. Guè Pequeno, uscito nel 2018; testo consultabile su genius.com)

10K scale. (titolo di una canzone di Tananai uscita nel 2020; testo consultabile su genius.com)

Questi sono presi male, immagina la situazione
Al buio nella stanza con la pizza nel cartone (Ahahah)
Sui social tutti al top
Cinquanta k followers, poi fanno un disco flop.
(dal brano Cinquantamila lire di EliaPhoks, pubblicato nel 2021; testo consultabile su genius.com)

Adesso con un K prendi la stanza in affitto
E il 110 e lode vale meno delle crypto (Yeah).
(dal brano Classico degli Articolo 31, uscito nel 2023; testo consultabile su genius.com)

Concludiamo, infine, il “sentiero semantico” di k con l’ultima accezione, quella specialistica (2). Come anticipato in apertura, K (solitamente maiuscolo), prendendo le mosse dal simbolo con funzione di mila, ha assunto valenza specialistica nell’ambito dell’elettronica, con riferimento a una tecnologia affacciatasi in prima battuta nella cinematografia – poi destinata anche agli schermi televisivi e ad altri dispositivi – nel primo quinquennio del Duemila, quando 

il mondo cinematografico e quello della relativa distribuzione […] incominciano a guardare,  con un misto di interesse e di preoccupazione, al crescente mercato del Cinema Elettronico e, nel 2002, creano un gruppo di ricerca – denominato DCI (Digital Cinema Initiative) – per puntare ad un traguardo più ambizioso. Il DCI è formato esclusivamente da consulenti tecnici delle major di Hollywood (Disney, Fox, […] Warner Bros) col fine di investigare la possibilità di poter [sic] ottenere dalla tecnica video ad alta definizione una qualità d’immagine comparabile con quelle delle migliori pellicole cinematografiche. Dopo tre anni di studio e di ricerche, nel luglio del 2005, il DCI presenta le specifiche di due “contenitori” per cinema digitale definiti dal numero di pixel (2K e 4K) […]. (Guido Vannucchi e Franco Visintin, Radiofonia, televisione e cinema: era digitale,  in Virginio Cantoni, Gabriele Falciasecca, Giuseppe Pelosi [a cura di], Storia delle telecomunicazioni,  Firenze, Firenze University Press, 2011, vol. II, pp. 481-532, a p. 527)

Da qui, l’assunzione di K come simbolo per designare le diverse tipologie di risoluzione orizzontale di schermi, sensori e contenuti (immagini e video): posposto a un numero compreso fra 2 e 16 (stando all’avanzamento tecnologico attuale), k ne moltiplica il valore all’incirca per 1.000. Nel caso specifico, con la combinazione “cifra + k” – che indica il numero di pixel orizzontali contenuti in monitor, fotocamere, immagini, ecc. (es. 10K corrisponde a circa 10.000 pixel) – si formano i vari standard di definizione (attualmente, 4K e 8K sono i più frequenti). Proponiamo allora alcune delle numerose attestazioni che campeggiano in libri, articoli e siti internet dedicati al mondo dell’elettronica: 

Oltre all’HD video esistono ulteriori sistemi in altissima definizione per cinema digitale, al momento consolidati come 2K e 4K. Il numero 2K o 4K fa riferimento alle migliaia di pixel di risoluzione orizzontale: 2K = 2.048 pixel, 4K = 4.096 e così via, con risoluzione verticale in proporzione 16:9, ma estremamente flessibile e adattabile al rapporto d’aspetto del film originario. (Gabriele Coassin, Video digitale: la ripresa, Milano, Apogeo, 2007, p. 115)

All’Ifa c’è di tutto: televisori con schermi Oled spessi pochi millimetri e capaci di risoluzioni 4K, ovvero quattro volte superiori all’attuale full hd. (Alessio Jacona, All’Ifa la nuova vita della tivù, “L’Espresso”, sez. Teconologia, 5/9/2012)

A luglio 2022 esce per la prima volta in Italia, restaurato in 4K dalla Basis Berlin Post Produktion, supervisionato dallo stesso regista partendo dal negativo originale 16mm a-b, in Dolby 5.1 per mantenere la stessa ruvidità del suono della versione originale. (Laura, Luisa e Morando Morandini [a cura di], il Morandini 2024. Dizionario dei film e delle serie televisive, Zanichelli, ed. digitale, 2023, s.v. La donna del fiume2)

Per ultimo riportiamo un esempio che condensa, in un unico contesto, le tre funzioni grammaticali che “cifra + k” – nell’accezione specialistica dell’elettronica – può ricoprire, nella fattispecie sostantivale (il 4K), avverbiale (in 4K) e aggettivale (TV 4K): 

Il 4K è una risoluzione del televisore. Noto in ambito tecnico come 4K UHD (4K Ultra HD o 4K Ultra High Definition), questo formato include un numero di pixel quattro volte superiore a quello di un TV HD con risoluzione 1080p. Questa caratteristica consente di ottenere immagini più nitide e dettagliate. Per guardare in 4K e nella tecnologia video complementare HDR (high dynamic range), devi avere una TV 4K e una console Xbox One X, Xbox One S o Xbox Series X|S. (Che cos’è 4K?, Microsoft.com – XBOX, sez. Hardware e rete, support.xbox.com)