DOI 10.35948/2532-9006/2023.29086
Licenza CC BY-NC-ND
Copyright: © 2023 Accademia della Crusca
Due lettori ci segnalano un uso che presumono tipico dell’italiano regionale siciliano, “ha da quando…”, “ha da un po’ di giorni che…”, “ha da tanto tempo che…”: sono errori “gravi”? Perché è più “giusto” usare il verbo essere in luogo di avere?
I due lettori hanno ragione: frasi del tipo è da molto tempo che non ci vediamo vengono talvolta rese sostituendo è con ha: ha da molto tempo che non ci vediamo; ha da un paio di giorni che mangio poco.
Ciò può verificarsi in Sicilia e in altre regioni meridionali per effetto del dialetto, le cui strutture vengono trasferite nell’italiano locale: in siciliano si dice infatti avi assai tempu can un ni viremu. Va anche detto che si tratta di un costrutto che caratterizza anche il francese (il y a/avait longtemps [que]...; il y a/avait beaucoup de temps que) e lo spagnolo (ha sido un largo tiempo).
Anche in italiano antico il verbo avere (specie se preceduto da un clitico) poteva avere valore di essere: si pensi al boccacciano “haccene più di millanta” (‘ce ne sono molto più di millle’; Decameron, giornata VIII, nov. III) e tuttora si può usare si ha, si hanno invece di c’è, ci sono. Ma l’uso è limitato a questi contesti, diversi dalla frase segnalata, in cui nello standard attuale si usa è (invece di ha), che possiede in questo caso una funzione assertiva/enunciativa col valore di ‘accade che’, ‘avviene che’.