Editoriale

Editoriale del direttore

  • Marco Biffi

DOI 10.35948/2532-9006/2025.37485

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Copyright: © 2024 Accademia della Crusca


Nel primo trimestre del 2024, alla redazione sono pervenuti 609 quesiti; le risposte inviate per posta elettronica ai diretti interessati sono state 214, quelle pubblicate sul sito 36.

L’indice della sezione “Consulenza linguistica” è come sempre un ricco menu da scorrere, ma per fortuna non si deve obbligatoriamente scegliere e ogni piatto può essere gustato, per di più nell’ordine che si preferisce. In questo numero molte sono le risposte su locuzioni e modi di dire, come prendere un colpo, correre in aiuto, mettersi in salvo, prendere un granchio, scappato di casa, battere il ferro a fondo, mandare a monte, fare il punto, farsene una ragione, mettersela via; fino al proverbio Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. Lo spazio ritagliato alle curiosità regionali da frequenti domande è sempre ampio, e in questo numero al centro è addirittura la realtà fiorentina, con una vivace trattazione della forma altro come negazione nelle botteghe di beni alimentari (“Alla fine degli acquisti il venditore chiedeva ‘Altro?’ e la risposta immancabile era ‘Altro' invece di un semplice no); una risposta che offre anche il destro per una ricognizione su parole come pizzicagnolo, ortolano, pesciaiolo, sospese tra l’aulicità di un tempo in cui il fiorentino ottocentesco era modello di lingua nazionale e la dialettalità dei nostri giorni. Vale la pena ricordare anche la risposta data a un gruppo di studenti universitari che si preparano a diventare insegnanti di scuola primaria sull’alternativa fare pace/ fare la pace: mai come adesso, quale che sia il modo in cui lo si dice, l’importante è che (la) pace si faccia, e anche la lingua ci soccorre e spinge piuttosto a rivolgere l'attenzione al fare, liberandoci dalla necessità di una scelta fra locuzioni di fatto interscambiabili, “anche se fare pace appare più legata a contesti (anche infantili) di litigio tra persone”.

Nella sezione “Parole nuove” ambiente e sostenibilità continuano a stimolare le neoformazioni e il conseguente diffuso interesse nel comprendere i loro specifici significati: ad agrivoltaico e a turistificazione sono dedicati due degli approfondimenti di questo numero. E dopo lo spannolinamento del precedente numero di “Italiano digitale”, è la volta di autosvezzamento (a cui si può aggiungere antisoffoco, trattato in una delle risposte della “Consulenza linguistica”).

Le tre risposte pubblicate sul sito dell’Accademia precedentemente all’uscita di “Italiano digitale” scelte per la rubrica “La Crusca rispose” trovano il loro filo conduttore nella lingua dei giornali, e riguardano gli anglismi endorsement e whistleblower, e anche qui una locuzione: essere della partita.

Nella sezione “Articoli” Sara Giovine si sofferma su La fortuna (commerciale) dei suffissati in -eria nell’italiano contemporaneo. In questo numero a essa si affianca anche la sezione “Incontri e tornate” in cui si sono raccolti gli interventi presentati in occasione della cerimonia per lo scoprimento della lapide dedicata a Pietro Bembo a Roma, il 18 gennaio 2024: il discorso del Presidente dell’Accademia, Paolo D’Achille, e gli interventi del Presidente onorario Claudio Marazzini e dell’accademico Giuseppe Patota.

La sezione “Temi di discussione” propone il testo dell’Accademica segretaria Annalisa Nesi dal titolo In margine a: Un’estate tra le voci dialettali nelle carte dell’AIS, in cui si propongono alcune riflessioni sull’iniziativa citata nel titolo, lanciata nell’agosto 2023 sui canali social dell’Accademia; seguono il tema proposto dal Presidente dell’Accademia, Paolo D’Achille dedicato alle Riflessioni su alcune particolarità dell’italiano di oggi: il cambiamento non investe solo la lingua, ma anche la lingua, e quello dell’accademico Lorenzo Tomasin su Marco Polo, l’italiano reso famoso… dalle traduzioni.

Le “Notizie dall’Accademia” relative al primo trimestre del 2024 chiudono il numero della rivista.