Editoriale

Editoriale del direttore

  • Marco Biffi

DOI 10.35948/2532-9006/2023.27904

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Copyright: © 2022 Accademia della Crusca


Nel secondo trimestre del 2022 i quesiti giunti al servizio di consulenza sono stati 592. Le risposte inviate personalmente per posta elettronica sono state 396; quelle pubblicate sul sito 37. Queste ultime si caratterizzano per la consueta ricchezza di argomenti su cui si interrogano gli italiani, sul piano grammaticale, sugli usi regionali e specialistici o settoriali, sui modi di dire. Così, spostandosi nella nostra penisola, trovano risposta quesiti su parole regionali come cascherino, drusiana, sfastidiare, brontolare, fare l’influenza o fare la tosse; e, passando da una lingua speciale all’altra, distonico e distonia, tamponare e tamponarsi, prezzario (anche nelle varianti prezziario e prezario). Frequenti i dubbi su prefissi e suffissi di varia natura e più o meno insidiosi, soprattutto in relazione a possibili alternative: ad esempio quella tra sopra- o sovra-, o quella tra cabarettisti o cabarettari. Si fanno spazio parole che testimoniano i cambiamenti in atto nella nostra società: casalingo oppure fratello, sorella, fratellastro, sorellastra, matrigna e patrigno nei nuovi rapporti familiari; e riemergono parole legate a oggetti ormai passati, o comunque di nicchia e in controtendenza, come le portiere controvento delle automobili.

La rubrica “La Crusca rispose” mette a fuoco connettivi peculiari, su cui in passato numerosi sono stati, ma ancora oggi sono, i quesiti giunti al servizio di consulenza: mentre invece, essendo che, comunque.

Per le “Parole nuove” l’attenzione è rivolta a un anglismo della cosmesi come skinkare e a due parole che si sono imposte nella vita di tutti, nell’identità di tutti, come SPID e identità digitale (la polirematica che di fatto abbrevia l’articolato scioglimento dell’acronimo Sistema Pubblico di Identità Digitale). A queste si affianca, nella rubrica “Integrazioni lessicografiche”, fumisteria.

Nella sezione “Articoli” trovano posto due contributi. Il primo è dedicato alla lessicografia storica digitale applicata ai testi giuridici, all’interno di una ormai consolidata e prestigiosa tradizione di studi e di strumenti che trova nell’Istituto di Informatica Giuridica e Sistemi Giudiziari del CNR (con cui l’Accademia condivide numerose ricerche e attività) un costante riferimento: Francesco Romano ed Elena Tombesi offrono un’accurata descrizione della banca dati IS-LeGI, come si legge nel testo “una selezione di tutte le risorse presenti nella banca dati Lessico Giuridico Italiano (LGI), contenente oltre 900.000 schede-fonte (immagine digitale dei contesti) ottenute dallo spoglio selettivo di circa duemila testi di legislazione, dottrina, prassi e altri documenti d’interesse giuridico redatti dal X al XX secolo ed in grado di rappresentare al meglio la varietà delle fonti giuridiche e dei diversi rami del diritto in cui la lingua giuridica è stata utilizzata”. Nel secondo articolo Matilde Paoli presenta un approfondito studio sulla parola traguardare, per la quale era opportuno superare i consueti confini della consulenza linguistica.

Il numero si conclude con le consuete “Notizie dall’Accademia” relative al trimestre.