DOI 10.35948/2532-9006/2021.13645
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Dopo le schede dedicate ai derivati di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre, continuiamo la pubblicazione della nostra rubrica con la scheda relativa a novembre. Per le informazioni generali e la bibliografia si rimanda all'Introduzione.
Il nome novembre viene dal latino november -bris (mensis), derivato di novem ‘nove’: nell’antico calendario romano era infatti il nono mese, dedicato a Diana.
Come quelle di gennaio, febbraio, aprile e giugno, anche la famiglia dei derivati di novembre è piuttosto povera, con soli cinque termini rintracciati; soltanto tre di questi risultano attestati dalla lessicografia, mentre i due rimanenti sono discretamente presenti sia in rete sia nei testi a stampa.
L’aggettivo letterario novembrale, registrato esclusivamente dal GRADIT e dal GDLI, è sinonimo di novembrino e significa ‘di novembre, relativo al mese di novembre’. Il GRADIT riporta come data di prima attestazione il 1905, mentre il GDLI riporta come prima attestazione una poesia di Giovanni Camerana che, stando al titolo, dovrebbe risalire al 1901:
Scendi come un velario nero, ascondi, / come il gran piano ascondi e la boscaglia, / novembral nebbia, in tua fitta gramaglia / questo inane varcar di moribondi (Giovanni Camerana, Parigi, novembre 1901, in Poesie, a cura di Gilberto Finzi, Torino, Einaudi, 1968, p. 41)
La datazione del GRADIT è dovuta al fatto che le poesie di Camerana furono pubblicate postume (nel 1907) e il 1905 è l’anno della sua morte.
Nonostante si faccia risalire la prima occorrenza dell’aggettivo alle opere di Camerana (cfr. anche Massimo Arcangeli, La Scapigliatura poetica milanese e la poesia italiana fra Otto e Novecento, Roma, Aracne, 2003, p. 189), è possibile rintracciare nel corpus di Google libri 3 attestazioni che ci permettono di retrodatare il termine novembrale al 1886; due di queste occorrenze sono in testi di tipo letterario (si tratta di poesie pubblicate su due settimanali) e una in un testo di ambito storiografico:
Li alberi sbarran disperatamente, / come vinti da tremito mortale, / i loro stinchi ne ’l purpurescente / lucor di freddo occaso novembrale (Giovanni Vaccari, Tramonto rosso, “La commedia umana”, II, n. 60, 1886, p. 8)
S’allarga intorno triste il paesaggio / sotto il sole che sfolgora / il mattutino novembrale raggio / lungo la valle squallida (Giulio Cesare Lampi, Novembrale, “Per l’Arte”, VI, 1, 1894, p. 35)
Il 31 era egli uscito di letto, libero omai totalmente dalla quartana, e diceva che dopo il dì dei morti (2 novembre) voleva andare da Chambéry a Ginevra, indi tornar subito in Piemonte, sebbene tutti lo consigliassero ad indugiare alquanto e non esporsi così presto a’ freddi novembrali. (Ferdinando Gabotto, Lo Stato sabaudo da Amedeo VIII ad Emanuele Filiberto, vol. III, Torino-Roma, Roux Frassati e c., 1895, p. 73)
Il sostantivo novembrata non è registrato dai dizionari ma risulta attestato in rete e nei quotidiani. Modellato su ottobrata, indica sia una ‘scampagnata che si fa nel mese di novembre’ sia una ‘giornata di novembre particolarmente mite, calda’:
Sta per partire la classica "Novembrata", un evento di ritrovo che ogni anno riunisce i volontari della sede locale Avis di Cologne (BS). Una gita fuori porta sul Monte Orfano, un’occasione unica per i soci che potranno trascorrere una giornata di festa organizzata dalla sede locale Avis. (Avis in pillole, dalla rassegna stampa del 3 novembre, avis.it. 3/11/2009)
Facendo una gita da ottobrata, di quelle che a ottobre non si potevano fare perché faceva troppo caldo. È perciò diventata una gita da novembrata. (Maria Laura Rodotà, La tipica gita da novembrata fra i tesori e le bancarelle, “Corriere della Sera”, 8/11/2014, p. 1)
Stai lì e, tra gli studenti di Architettura che, passando per il parco, raggiungono armati di iPod Valle Giulia dal metrò di Piazzale Flaminio, incroci, nella mite novembrata romana, il veterano dei consiglieri del Cnel. (Roberto Mania, Cnel, l’ente dei pareri inutili finanziato per sopravvivere, “la Repubblica”, 30/11/2009)
Sull’esempio di maggiolata e settembrata, indica anche una tradizionale festa autunnale:
Comincia con la tradizionale «Novembrata», domenica 16 novembre dalle 15 fino a tarda sera, la stagione invernale dello Sci Club Iseo. La festa d’apertura, organizzata presso la sede del sodalizio […] prevede vin brulè, salamine e canti in allegria che attirano ogni anno numerosissime persone. («Novembrata» con lo Sci Club, “Giornale di Brescia”, novembre 2014, p. 11)
Presente soltanto nel GRADIT e nel Supplemento 2004 del GDLI, l’aggettivo novembrile è di uso letterario e, sinonimo di novembrino, significa ‘tipico, caratteristico del mese di novembre’. La formazione del termine è attribuita a Aldo Palazzeschi (cfr. L'opera di Aldo Palazzeschi: Atti del Convegno internazionale, Firenze, 22-24 febbraio 2001, a cura di G. Tellini, Firenze, Olschki, 2002, p. 238):
Era il crepuscolo quando sono rientrato, dalla finestra passava il fresco novembrile e la stanza n’era tutta invasa. (Aldo Palazzeschi, Riflessi, Firenze, Cesare Blanc, 1908)
Tuttavia, grazie a una ricerca in Google libri, possiamo rintracciare alcune occorrenze di poco anteriori. Le prime attestazioni individuate risalgono al 1906: una è in un poema in prosa di Carlo Linati pubblicato nella rassegna internazionale “Poesia”, diretta da Filippo Tommaso Marinetti:
Mascherette di cera, cofanetti d’avorio, scatole di canditi, mussole rosa e turchine e lionate eran diffusi a casaccio pe’l vano dal centro del quale un incensatoio fungoide esalava da mille fori la sua anima mirrata che si spargeva in nebbie d'opale sulla arcaica stranezza degli aspetti, conferendovi un pittoresco novembrile e lontano. (Carlo Linati, Tannhäuser o il pitocchino grigio, “Poesia”, II, 6-7-8, 1906, p. 31)
Il testo di Linati è poi ripubblicato con lievi modifiche nel volume del 1949 Cristabella (Milano, Tipografia Enrico Zerboni, 1949, p. 159) in cui è più evidente la funzione di aggettivo:
Mascherette di cera, cofanetti d’avorio, scatole di canditi, mussole rosa e turchine e lionate eran diffusi a casaccio pel vano dal centro del quale un incensatoio fungoide esalava da mille fori la sua anima mirrata che si spargeva in nebbie opaline sulla arcaica stranezza degli aspetti conferendovi un pittoresco alquanto novembrile e lontano.
L’altra attestazione compare in una poesia presente nella rivista “L’Italia moderna”:
Nebbia e sogni novembrili / Sono a valle e monte un vel; / Son le piante, ai soffi ostili, / Calvi spettri sotto il ciel (G. N. Bresca, Primavera Novella, XLIII, “L’Italia moderna”, IV, 2, fascicolo 14, giugno 1906, p. 945)
L’aggettivo novembrino è di uso comune (ma letterario per il GDLI) ed è registrato da tutti i dizionari sincronici con il significato di ‘di novembre, relativo al mese di novembre; tipico, caratteristico del mese di novembre’ (piogge novembrine):
Né v’era mancato lo sgabello, in un canto, e la bontà gialla ed enorme della cucurbita novembrina, aperta, col manico del suo stelo risecco, e più che nonna grinzuta. (Carlo Emilio Gadda, I sogni e la folgore, Torino, Einaudi, 1955, p. 450)
La datazione proposta dal DELI (prima del 1930), che rimanda alle opere di Antonio Beltramelli, è ripresa anche dal Sabatini-Coletti; il GDLI indica come primo esempio proprio una citazione dai romanzi di Beltramelli:
Sedettero intorno alla tavola e non parlarono più. La tempesta novembrina infuriava. (Antonio Beltramelli, Gli Antùni. Il passo dell'Ignota, Milano, Mondadori, 1927, p. 16)
L’aggettivo è presente anche nella prima opera pubblicata dall’autore, Gli uomini rossi, del 1904:
Volse le spalle e se ne andò. Il Quarti gli aveva indicato il viso cupo, arcigno, sparuto di Asia, la tragica sorella dei tramonti novembrini, la dolorosa immagine del costretto rifiuto. (Antonio Beltramelli, Gli uomini rossi, Torino, R. Streglio, 1904, p. 107)
Il GRADIT, invece, fa risalire il termine al 1887, all’opera Una tigre in redazione, una raccolta di articoli giornalistici di vario argomento scritti da Emilio Salgari sull’“Arena”; nel Supplemento 2009 del GDLI l’aggettivo è retrodatato e si riporta proprio l’esempio da Salgari (dall’edizione del 1994 curata da Silvino Gonzato):
Sulla tinta grigia e fredda del cielo novembrino (Una tigre in redazione: le pagine sconosciute di un cronista sempre in viaggio con la fantasia, a cura di Silvino Gonzato, Venezia, Marsilio, 1994, p. 129)
È tuttavia possibile rintracciare (e dunque retrodatare) l’aggettivo novembrino già nel 1809, nel Dizionario botanico italiano di Ottaviano Targioni-Tozzetti (Firenze, presso Guglielmo Piatti), in cui si parla di varie tipologie di pere: nespolina novembrina, pipa novembrina (p. 129) e sementina novembrina (p. 130).
Il sostantivo novembrista non è registrato dai dizionari ma risulta attestato in rete, nei quotidiani e nei testi a stampa con vari significati.
In ambito artistico, novembrista fa riferimento ai membri del movimento espressionista tedesco Novembergruppe, nato nel novembre 1918, il primo nella cultura espressionista a porsi il problema dell’architettura:
Nei disegni dei novembristi, i cui temi ricorrenti sono la casa del popolo, la cattedrale, il teatro, il monumento ai caduti della rivoluzione, la città ideale, si sono distinte fin dall'inizio due direzioni, una ‛cristallina' e una ‛organica’. (tratto dalla voce Espressionismo, a cura di Jolanda Nigro Covre, Gianfranco Contini, Ugo Duse in Enciclopedia del Novecento, Roma, Treccani, 1977)
Inoltre, nel volume Il lessico della violenza nella Germania nazista di Aldo Enzi (Bologna, Pàtron, 1971) si legge che “November… novembre: in composizione con altre parole ha assunto col nazismo il valore di un prefisso altamente spregiativo” (p. 304). Enzi riporta tutta una serie di vocaboli tedeschi formati sulla base november, alcuni dei quali con un corrispettivo italiano, come novemberregime ‘il regime di novembre’ e novembrista:
Novemberling (m) “novembrista” componente del governo di Weimar.
Il sostantivo è qui impiegato in riferimento alla Rivoluzione di novembre avvenuta in Germania nel novembre 1918, la quale terminò, nell’agosto del 1919, con la costituzione della Repubblica di Weimar. Ne riportiamo un ulteriore esempio:
L’attività di Hitler e dei suoi seguaci prosegue indisturbata: ieri il capo nazionalista ha tenuto un nuovo discorso alle centurie della «croce a uncino», a Monaco. «Io predico l’odio – disse Hitler. – Grazie alle nostre organizzazioni armate noi siamo oramai una forza e nessuno potrà scioglierci. Si avvicina l’ora della resa dei conti; opporremo la violenza al terrore internazionale degli ebrei. I traditori novembristi debbono essere impiccati. Occorre agire». (Gli agitatori tedeschi di destra, “Corriere della Sera”, 28/3/1923, p. 6)