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Contributo della Segretaria generale FLC-CGIL

  • Gianna Fracassi
SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

DOI 10.35948/2532-9006/2024.34327

Licenza CC BY-NC-ND

Copyright: © 2024 Accademia della Crusca


Abstract

Il 12 giugno 2023 si è tenuta in Crusca una giornata di studio organizzata in occasione del centenario dalla nascita di Don Lorenzo Milani, È solo la lingua che ci fa uguali. L'insegnamento di don Lorenzo Milani, a cui hanno partecipato studiosi di lingua, di didattica ed educazione, rappresentanti del mondo della politica vicini al mondo della scuola. La giornata è stata organizzata dall'Accademia in collaborazione con l'Associazione Proteo Fare Sapere. Riportiamo qui i contributi dei partecipanti.

Quest’anno, come FLC CGIL, noi dedicheremo tanti momenti, tante iniziative, ad approfondire il pensiero di don Milani, ma soprattutto vogliamo cogliere questa occasione per rendere, come dire, il senso della modernità di questo pensiero. Il “I care”, cioè "me ne occupo, non sono indifferente", io credo che sia uno dei messaggi più potenti che il Priore di Barbiana ci ha lasciato, e lo dico perché oggi dire "me ne occupo" è esattamente in controtendenza con un quadro, una fase politica che fa dell'indifferenza un elemento portante. E dire oggi "me ne occupo" a scuola significa affrontare i nodi, purtroppo irrisolti, del nostro sistema di istruzione e di formazione. A partire dalla dispersione scolastica, a partire da un modello di scuola inclusivo, a partire da un modello di scuola che consenta e consegni ai ragazzi e alle ragazze di questo Paese gli strumenti fondamentali per essere cittadini consapevoli. 

L'elemento della cittadinanza e della politica, che don Milani rimarcava nel processo educativo nella scuola di Barbiana, è sicuramente un elemento fondamentale, importante e di grande modernità del suo pensiero. Lo dico perché oggi, in un contesto in cui sul versante della partecipazione - che sia partecipazione politica, partecipazione ai processi democratici - segniamo un arretramento, come abbiamo potuto verificare nelle elezioni, beh, oggi reinsegnare il valore della politica è un altro degli elementi importantissimi che, io credo, don Milani ci consegna.

Infine questo ci dà, come dicevo, l'occasione anche per riflettere sullo stato del nostro sistema scolastico e su nuovi e vecchi bisogni. Noi, credo, abbiamo bisogno come Paese, non di piantare bandierine ideologiche rispetto ai modelli e alle scelte sul versante del modello di scuola, ma abbiamo bisogno di aprire un grande dibattito sulla scuola che, non solo è necessaria per affrontare i grandi processi di trasformazione, ma è soprattutto necessaria per riconsegnare ai ragazzi e alle ragazze di questo Paese gli strumenti necessari per affrontare la vita, per affrontare il lavoro. E questo significa, purtroppo, che alcuni provvedimenti che si stanno già determinando non sono assolutamente in linea con questa idea di inclusione.

Penso al tentativo che si sta mettendo in campo, ancora in nuce, di nuovi processi di differenziazione tra i segmenti scolastici. Mi riferisco, per esempio, alla recente proposta di revisione dell'istruzione tecnica e professionale, o per meglio dire alla piegatura, solo ed esclusivamente sul versante dell'occupabilità, del Liceo "made in Italy", che questo governo sembra aver introdotto come elemento portante delle scelte sul versante del sistema di istruzione. Ecco, io credo che questo non vada proprio nella direzione di avere una scuola più forte, vada nella direzione invece di avere una scuola che diventa di serie A e di serie B, quindi canalizza precocemente i ragazzi.

Infine, ed è l'ultima cosa che voglio aggiungere, proprio in questa dimensione, conterà moltissimo quello che riusciremo a fare come organizzazione per contrastare questo progetto che è l'ulteriore elemento di arretramento rispetto al nostro sistema di istruzione che si chiama "autonomia differenziata". Per noi c'è un NO senza se e senza ma, perché crediamo che il sistema scolastico, non solo deve essere pubblico e nazionale, ma che non può essere differenziato sulle piccole, piccolissime patrie e sugli egoismi territoriali. Questo non solo contrasta con quanto Don Milani pensava ma contrasta soprattutto con quelli che sono i principi fondamentali della nostra Carta costituzionale.