DOI 10.35948/2532-9006/2023.29043
Licenza CC BY-NC-ND
Copyright: © 2023 Accademia della Crusca
Alcune richieste di consulenza giunte all’Accademia pongono l’interessante domanda se in presenza di due potenziali soggetti correlati da non solo…. ma anche (o da varianti equivalenti come non solo … ma persino, non solamente … ma anche, ecc.) l’accordo del verbo debba essere fatto al singolare o al plurale.
Tra gli esempi forniti da chi inviato le richieste di chiarimento citiamo i seguenti (dove presentiamo volutamente entrambe le alternative, invitando i lettori a riflettere sulle proprie soluzioni prima di continuare con la lettura della nostra risposta):
Tanto più che non solo lui, ma persino il suo esuberante amico, aveva/avevano fatto del suo/loro meglio…
Non solo l'esercizio del potere legislativo, ma anche quello del potere esecutivo e giudiziario devono/deve essere compiuti/o nel rispetto dell’accordo.
Non solo … ma anche è un nesso correlativo, che fa parte delle congiunzioni coordinative e che definisce una relazione tra due elementi accompagnati ognuno da una parte del nesso. Un altro esempio ben noto di nesso correlativo è sia … sia, che, coerentemente con il suo valore copulativo (che potremmo parafrasare come “additivo”), richiede l’accordo al plurale (“Sia Mario sia Gianni hanno cantato”). Il comportamento inverso si ha invece con congiunzioni con valore disgiuntivo, come o, che richiedono l’accordo al singolare (“O Gianni o Mario ha cantato”), tranne in casi particolari, come per esempio quando i soggetti congiunti rimandano a persone grammaticali diverse (“O io o Mario abbiamo cantato”).
All’interno di queste dinamiche di accordo è interessante il caso di né … né, dove di solito si ritrova l’accordo al plurale (“Né Mario né Gianni hanno cantato”), ma, a volte, può comparire anche il singolare. Giampaolo Salvi, nella Grande grammatica di consultazione (Renzi-Salvi-Cardinaletti 1995, vol. II, a cura di Lorenzo Renzi e Giampaolo Salvi, p. 230), osserva:
Se più soggetti singolari sono uniti da né … né …, l’accordo può essere al plurale o, specialmente se il soggetto è posposto, al singolare:
(34) Né Giorgio né Giovanni verranno / verrà.
(35) Non verrà / verranno né Giorgio né Giovanni. [grassetto mio]
E aggiunge che se le persone grammaticali sono diverse (in modo simile a quanto abbiamo appena visto per o), l’accordo è sempre al plurale. Salvi fornisce a questo proposito l’esempio seguente: “Non ci andremo né io né Giorgio”.
Su una linea simile si colloca la Grammatica italiana di Luca Serianni (Serianni 1989, p. 461):
Più soggetti singolari in asindeto o collegati da una congiunzione copulativa (e, né) richiedono di norma un verbo alla 6a persona: […] Né Clelia né Doro vennero alla spiaggia quel mattino. […] Tuttavia è possibile l’accordo alla 3a persona, quando:
a) In una serie asindetica il soggetto o i soggetti che seguono quello iniziale si presentino come un’integrazione, un’esplicazione, un’amplificazione di esso: quell’uggia, quell’orrore indefinito con cui l’animo combatteva da qualche tempo, parve che a un tratto lo soverchiasse […]. Accordo al plurale, invece, se i soggetti – benché semanticamente omogenei – siano avvertiti come distinti e autonomi: quell’impudenza, quella compiacenza di Leo […] le ricondussero in mente […].
b) In una frase negativa il predicato preceda i soggetti, purché essi costituiscano un insieme semanticamente o grammaticalmente unitario: […] non avvenne né l’una cosa né l’altra […]. Più raro l’accordo al singolare quando il predicato anteposto sia affermativo: la guerra era dietro di noi, ma sulla giacca era rimasto il segno della bandoliera, e l’agro della polvere nelle narici e nelle mani… [grassetto mio]
Può essere interessante notare, nei passaggi che abbiamo marcato con il grassetto, che al “può essere al plurale o […] al singolare” di Salvi, Serianni preferisce un “richiedono di norma”.
Ci siamo voluti soffermare su queste trattazioni dell’accordo con né … né, anche se l’oggetto della nostra consulenza riguarda il nesso non solo … ma anche, perché in esse si esplicitano aspetti che saranno rilevanti anche per la nostra risposta, quali la posizione dei soggetti rispetto al predicato e quello che, parafrasando Serianni, potremmo chiamare il “grado di autonomia” dei soggetti. Se osserviamo infatti l’esempio in a) di Serianni vediamo che il non fare l’accordo è anche uno strumento per dirci che uggia e orrore indefinito non vanno intesi come due entità distinte, bensì che il secondo è una riformulazione del primo, ovvero un “dire la stessa cosa con altre parole” (e per questo parleremo di entità “non autonome”). Nel secondo esempio dello stesso paragrafo, invece, impudenza e compiacenza vanno intese come due caratteristiche differenti (“autonome”) del comportamento di Leo e ritroviamo di conseguenza l’accordo al plurale.
Quindi, al di sotto delle regole che condizionano il comportamento (e che si possono formulare in modo più o meno categorico), ci sono dei principi che stanno alla base delle regole stesse e delle loro eccezioni. Tenendo presente questa constatazione, illustrata mediante il caso di né … né e sulla quale torneremo in seguito, passiamo ora ad occuparci del nostro caso specifico di non solo … ma anche.
La prima osservazione che si può fare è che nel nesso correlativo particolare di cui ci stiamo occupando chi fa l’accordo al singolare non sbaglia (tranne, ovviamente, nel caso in cui almeno uno dei soggetti sia plurale: “non solo Gianni, ma anche i suoi amici hanno cantato”). Infatti, nei seguenti esempi (in cui si sono volutamente tralasciate le virgole per non influenzare la lettura), la soluzione al singolare è possibile e corretta in tutte le varianti sintattiche:
Provando a inserire l’accordo al plurale, ci si accorge che quando uno solo dei due nomi si trova dopo il verbo ed è perciò separato dall’altro (come nell’esempio 3.), l’accordo al singolare è l’unica soluzione corretta (“*Non solo Mario hanno cantato, ma anche Gianni” è infatti agrammaticale). Negli altri due casi, anche se la preferenza per il singolare è chiara, a qualcuno potrebbero sembrare accettabili pure le varianti con l’accordo al plurale (ciò vale in particolare per l’esempio 2., che presenta una struttura particolare in cui il verbo, e quindi l’avvenimento di cui si parla, viene presentato quasi come un tutt’uno). Ai margini si può notare che il terzo esempio è quello in cui più facilmente si può cancellare il ma, inserendo per esempio nel parlato una pausa ben percepibile. Lo stesso vale per altri ordini sintattici, dove l’accordo al singolare è l’unico possibile:
Sulla base di queste osservazioni passiamo ora a discutere i due esempi specifici inviati all’Accademia. Vale la pena di svelare il fatto che il primo di essi è stato rilevato da chi ha richiesto la consulenza nella forma con il verbo al plurale:
Tanto più che non solo lui, ma persino il suo esuberante amico, avevano fatto del loro meglio…
Innanzitutto possiamo dire che la variante con l’accordo al singolare, anche in questo caso, sarebbe corretta al di là di ogni dubbio. Chi scrive sembra però sentire come fondamentale l’impegno di entrambe le persone di cui si parla (lui e l’esuberante amico) e usando l’accordo al plurale traspone nella lingua questa sua percezione. Se dalla prospettiva sintattica possiamo dire che l’accordo al singolare è corretto (e “ma persino il suo esuberante amico” viene ad avere uno statuto non dissimile da quello di una parentetica), al parlante viene spontaneo mettere l’accento sul fatto che entrambi “avevano fatto del loro meglio”. Da questo punto di vista abbiamo a che fare con un fenomeno simile a quello dell’accordo a senso, cioè una costruzione in cui un nome collettivo singolare (per es. un gruppo) provoca l’accordo del verbo al plurale (come in: “un gruppo di persone cantavano”) perché nell’immagine mentale di chi parla, all’idea del soggetto sintattico singolare (gruppo), si sovrappone la pluralità delle persone che cantano.
Con un altro ordine sintattico l’accordo al singolare sarebbe stata l’unica possibilità:
Tanto più che non solo lui aveva fatto del suo meglio, ma persino il suo esuberante amico.
Per quanto riguarda l’altro esempio sottoposto alla Consulenza (inviato in questo caso con le differenti varianti, come lo riportiamo qui sotto):
Non solo l'esercizio del potere legislativo, ma anche quello del potere esecutivo e giudiziario devono/deve essere compiuti/o nel rispetto dell'accordo
occorre innanzitutto ricordare che da un punto di vista sintattico i potenziali soggetti sono due, il nome l’esercizio e il pronome quello, ovvero due costituenti singolari, indipendentemente dal fatto che si parli dei tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo, giudiziario). Se invece di un pronome singolare ne avessimo uno plurale (“Non solo l’esercizio del potere legislativo, ma anche quelli del potere esecutivo e del potere giudiziario, devono essere compiuti nel rispetto dell’accordo”) l’accordo dovrebbe ovviamente essere al plurale.
Nel nostro caso specifico (con il pronome quello singolare) l’accordo al singolare è corretto ed è, ancora una volta, secondo le linee che abbiamo già esposto, l’unico possibile con altri ordini della frase, come per esempio:
Non solo l’esercizio del potere legislativo deve essere compiuto nel rispetto dell’accordo, ma anche quello del potere esecutivo e giudiziario
Nell’esempio originale, è senz’altro la posizione preverbale (tipica dei soggetti) di entrambi gli elementi messi in relazione da non solo e ma anche, unita agli altri fenomeni discussi in precedenza, che può suggerire la possibilità di selezionare un accordo plurale.
In conclusione, l’accordo al singolare è sempre corretto, ma i parlanti selezionano a volte le forme del verbo al plurale perché nella loro codificazione dell’azione sono sensibili a come percepiscono ciò di cui vogliono parlare. Per questa ragione entrano tipicamente in gioco parametri simili a quelli che sono in altri casi alla base dell’accordo a senso e che portano a una soluzione con l’accordo al plurale.
Ai margini di questa discussione sui problemi dell’accordo è stata inoltrata anche una richiesta di chiarimento relativa alla posizione di anche. Si chiede se siano corrette formulazioni come “Non solo sciare, ma riposarsi anche” o se l’unica soluzione possibile sia quella con ma e anche contigui (“Non solo sciare, ma anche riposarsi”). In questo caso la libertà dei costituenti della frase permette in italiano entrambe le strutture, anche se quella con ma e anche contigui è decisamente maggioritaria.