DOI 10.35948/2532-9006/2025.36408
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Sono arrivate in redazione le domande di tre lettrici intorno al verbo tracopiare usato in àmbito scolastico, riferito a un disegno o simili, in luogo di ricalcare.
Il verbo tracopiare con il significato di ‘ricalcare un disegno, usando una carta velina o appoggiandosi su un vetro o una superficie luminosa’, è attestato nel GRADIT come derivato di copiare con l’aggiunta di tra- (su questo prefisso, che deriva dal latino trans-, come anche gli altri due prefissi italiani trans- e tras-, cfr. Iacobini 2004, pp. 134-135; Dardano 2009). Nonostante tracopiare sia indicato come appartenente al lessico comune dal GRADIT, che riporta come lemma a sé anche il participio passato/aggettivo tracopiato (con rimando a tracopiare), il verbo non è presente negli altri dizionari dell’uso (per esempio Vocabolario Treccani online, Sabatini-Coletti 2024, Zingarelli 2025 e Devoto-Oli digitale). Tra i dizionari storici la voce è attestata nel GDLI, anche se non è particolarmente estesa e ne vengono indicate solo la definizione e l’etimologia dal latino trans ‘attraverso, oltre’ e da copiare: a tal proposito c’è però da osservare che nell’opera lessicografica di Du Cange, Glossarium mediæ et infimæ latinitatis (Niort, L. Favre, 1883-1887, consultabile anche in rete), che raccoglie il lessico del latino medievale, è registrato transcopiare con il significato di ‘trascrivere’.
Secondo il GRADIT, con il significato di ‘ricalcare’, il verbo tracopiare è attestato a partire dalla fine del secolo scorso (avanti 1999): come risulta infatti dalla consultazione di Google libri, le occorrenze di tracopiare con questo valore sono rintracciabili tra la fine degli anni Novanta del Novecento e il primo decennio del Duemila, anche se c’è un’attestazione più antica del verbo di molto precedente, che risale agli inizi del Novecento. Tracopiare è usato, infatti, nel “Giornale della R. Accademia di medicina di Torino” (1911):
Prima però della costruzione dell’apparecchio che qui descrivo usavo tracopiare su foglietti di carta trasparente i punti stimolati e localizzati […]. (“Giornale della R. Accademia di medicina di Torino”, s. IV, LXXIV, 1911, p. 176)
Per quanto riguarda gli esempi più recenti, la forma all’infinito ricorre in I ferri del mestiere. Manuale involontario di scrittura con esercizi svolti di Carlo Fruttero e Franco Lucentini (Torino, Einaudi, 2003), con il significato di ‘seguire da vicino, imitare fino a ricalcare’:
Ansioso cronico e perciò bisognoso di pianificazioni assolute, Lucentini pretendeva di “metter giù” un pre-romanzo pre-definitivo in una rapida ma efficace pre-scrittura. Io gli rispondevo con la frase napoleonica «on s’engage et puis on voit». L’idea di seguire e anzi tracopiare una traccia dettagliatissima mi annoiava, volevo lungo la strada un minimo di sorprese. Lucentini, acceso amante dell’arte, ribatteva che tutti i grandi e meno grandi maestri avevano lavorato su disegni preparatori, esistevano intere collezioni di studi su una mano, un ginocchio di cavallo, un ricciolo. (pp. 252-253)
In alcuni esempi, anche recenti, il verbo è accompagnato dalle virgolette, perché probabilmente non viene percepito come stabile nell’uso:
È un procedimento vicino, ma non identico, al “tracopiare”, ed è quindi facile intuirne l'apparente immediatezza d'uso anche da parte di un neofita. A prima vista simile, si diceva, in realtà molte sono le differenze: è facile infatti distinguere un disegno “tracopiato” (da fotografia o da precedente supporto grafico già realizzato), da un disegno realizzato con la c.l. e ancor più da uno realizzato a mano libera. (Ugo Comollo, Matteo Gallo, Ursula Zich, Disegno e Camera Lucida nel Carnet de voyage, in “Ricerche di S/Confine”, IV, 1, 2013, p. 100)
Anche se con il significato principale di ‘ricalcare’ è attestato soprattutto dalla fine del Novecento, tracopiare ricorre in epoche precedenti con valori affini. Per esempio, già alla metà del Seicento il verbo è usato con il significato di ‘trasferire/far passare da qualcuno o qualcosa a qualcun altro o qualcos’altro’:
[…] e per ultimo nell’essecutione differito non altronde potea degnamente ritrarsi, che dalle istesse tracopiate originarie idee di quella mente eterna. (Domenico Ferreri, Il Curioso discreto. Tessitura di vari discorsi, scolastici, istorici, e morali, Cremona, Belpiero, 1648, p. 572)
[…] eccovi il modello che fissò lo sguardo di Cristina; se ne invaghì, ne studiò l’indole buona, cercò di tracopiare in sé tutte le virtù. (Salvatore Romano, Encomio funereo di Maria Cristina, regina delle Due Sicilie, Girgenti [od. Agrigento], dalla Tipografia di Vincenzo Lipomi, 1836, p. 16)
Inoltre, il verbo ha anche il significato di ‘trascrivere’, come possiamo osservare nei seguenti contesti, tratti da scritti sia di fine Ottocento sia contemporanei:
La carta 6 è bianca. A carta 7 è scritto: «1812 – cominciato a tracopiare il detto libro li 23 di Xbre». (Rappresentazioni popolari in Piemonte. Il Giudizio universale in canavese, a cura di Costantino Nigra, Delfino Orsi, Torino, Roux Fossati e c., 1896, p. 186)
Un unico manoscritto indiviso, tracopiato da un unico amanuense, contiene di seguito i tre elementi, compresi sotto lo stesso titolo Regolamento Primitivo dell’Oratorio di San Francesco di Sales: l’Introduzione, il Cenno storico, seguito immediatamente dal testo regolamentare. (Pietro Braido, Don Bosco educatore. Scritti e testimonianze, Roma, LAS, 2005, p. 84)
In conclusione, l’assenza della voce nei principali dizionari sincronici si deve al fatto che oggi il verbo ha una limitata circolazione. Da una ricerca nelle pagine in italiano di Google otteniamo infatti i seguenti risultati: dell’infinito tracopiare si contano 770 occorrenze e del participio tracopiato/i/a/e 563 (ultima consultazione 20/9/2024). Ma questo ovviamente non toglie nulla alla correttezza del verbo tracopiare, come dimostrano anche la sua presenza nel GRADIT e nel GDLI, la sua circolazione nello scritto, in diverse accezioni, da molto più tempo di quello indicato dalla lessicografia e, probabilmente, la sua diretta derivazione dal latino medievale.
Nota bibliografica: