Consulenze linguistiche

Presso usato con valore differente da ‘vicino a’

  • Bruno Moretti
SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

DOI 10.35948/2532-9006/2020.3196

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Copyright: © 2019 Accademia della Crusca


Quesito:

L'Accademia della Crusca ha ricevuto negli ultimi tempi parecchie richieste di informazioni relative all'uso corretto della preposizione presso. Il nucleo di queste domande concerne la questione se presso abbia unicamente il valore di ‘vicino a, in prossimità di’ (come per esempio in "l'interruttore è presso la porta") e se per questo motivo siano da considerare errati altri usi, come per es. in "il documento è depositato presso la pretura", nei quali non si ha veramente una relazione di vicinanza ("vicino alla pretura"), ma si fa piuttosto riferimento all'essere "in un luogo determinato". Un lettore ha segnalato come questo uso si ritrova anche sul sito dell'Accademia della Crusca, dove si fa riferimento a "Il gruppo Incipit presso l'Accademia della Crusca".

Presso usato con valore differente da ‘vicino a’

Dal punto di vista etimologico presso discende dall'avverbio latino prĕsse ‘strettamente’, che è a sua volta un derivato di prĕssus (participio passato del verbo premĕre ‘premere’). Accanto al valore avverbiale (come per es. in "si trovava lì presso", con il valore di “lì vicino"), nell'italiano contemporaneo si ritrova pure l'uso con funzione di sostantivo, ma solo al plurale, in sintagmi preposizionali introdotti da in o nei ("la farmacia si trovava nei pressi").

Ma l'uso senz'altro più frequente è quello con il valore, che qui ci interessa, di preposizione. Riguardo a esso i principali vocabolari della lingua italiana registrano più significati. Tra questi compare, di solito come prima menzione, ‘vicino a, in prossimità di’ (con esempi come "fermarsi presso il marciapiede"), ma ritroviamo pure altri sensi, che possiamo considerare estensioni oramai comuni del primo (sulla base di un passaggio semantico da ‘vicino a’ a valori come ‘in, dentro, far parte di’). Nel GRADIT, per esempio, in relazione a questo secondo valore, leggiamo quanto segue (e dalla citazione seguente il lettore riconoscerà che tutti gli esempi che abbiamo fin qui utilizzati, tranne quello segnalato sul sito dell’Accademia, erano tratti da questo vocabolario):

3. prep., spec. nel linguaggio burocratico, indica un luogo determinato: il documento è depositato presso la pretura, il bando si troverà presso la segreteria | estens., in casa di, presso l'abitazione di: era ospite presso un'amica; come indicazione di recapito postale: Carlo Rossi presso signor Bianchi | alle dipendenze di: è stato tre anni presso quell'azienda, lavora presso l'ospedale | nell'ambiente di: ha un'ottima reputazione presso l'accademia, gode di piena fiducia presso le banche; nell'opinione, nella considerazione di: uno scrittore molto apprezzato presso i critici | negli scritti, nelle opere, nel pensiero di un autore: la teoria della relatività presso Einstein | nella cultura, nella civiltà, nei costumi di un popolo, di un gruppo sociale e sim.: le danze tribali presso gli africani.

Il Sabatini-Coletti propone i valori seguenti:

2. In casa di, alle dipendenze di, nella sede di, nelle mani di, in: abita p. la madre; l'azienda p. cui lavoro; rifugiarsi p. un'ambasciata; in vendita p. i migliori negozi; davanti a pron. pers. è seguito da di: il documento è p. di me; negli indirizzi indica la ditta, le persone che costituiscono il recapito: Lia Baldi, p. Rossi, via Garibaldi 3.


E sulla stessa linea si posiziona anche il Garzanti:

2. con valore di stato in luogo figurato, indica rapporti di vario tipo (politici, lavorativi, di rappresentanza, di opinione) con istituzioni, ambienti e gruppi sociali: è stato ambasciatore presso la Santa Sede; lavora presso il comune; è impiegato presso una ditta; gode di molta stima presso l’opinione pubblica; può ricevere maggiori informazioni presso di noi.

Secondo i dizionari, quindi, questo uso è comune e legittimo. Esso non è nemmeno nuovo, dato che nel GDLI si ritrovano esempi come il seguente, tratto dal Novellino: ... e cominciò, presso alla corte, a legare sue pietre. La descrizione di questo valore viene precisata nel modo seguente: "Con il compl. diretto o indiretto per indicare in quale cerchia, ambiente, sede si svolge un’attività, si ricopre una carica, si espleta un incarico, ecc".

La domanda posta da un lettore in particolare si presta molto bene a illustrare il fatto che a volte l'uso di presso può essere addirittura da preferire all'uso di in, perché viene ad avere un valore non del tutto coincidente. L'esempio in questione è il seguente: "la copia è depositata presso l'ufficio" versus "la copia è depositata in ufficio". Nel primo caso è evidente che si tratta di un atto ufficiale, che è consistito nel depositare un documento per scopi per esempio legali (la scelta della preposizione presso combinata con il verbo depositare rende più evidente il carattere formale dell'operazione). Nel secondo caso potrebbe anche trattarsi di una semplice archiviazione di un documento.

Dato però che la domanda relativa all'uso di questa preposizione è stata posta da parecchi lettori, ci si deve chiedere quali possano essere le ragioni che portano a percepire presso come scorretto. La risposta può essere di matrice sociolinguistica, nel senso che ciò che disturba non sarebbe tanto l'uso della preposizione in sé, quanto la frequenza del suo uso e il suo apparire in contesti in cui sarebbe senz'altro possibile usare, per esempio, un meno pretenzioso in. A questo proposito è illuminante la caratterizzazione fornita dal GRADIT: "spec. nel linguaggio burocratico". È ben nota la tendenza del linguaggio burocratico ad evitare le soluzioni più semplici e sentite come tipiche dell'uso comune: per questa ragione, presso viene spesso preferito al più comune in. Dall'altro lato, è altrettanto ben nota la tendenza a servirsi di strumenti e preferenze simili a quelli del linguaggio burocratico quando si voglia mirare a innalzare lo stile delle proprie comunicazioni, come per esempio in inviti a matrimoni, annunci di spettacoli, ecc. (di questo tipo sono infatti molti degli esempi segnalati dai lettori).

Interessante da questo punto di vista è infine quanto ci ha scritto un altro lettore: "Facebook ha spalmato tutti i profili dei suoi utenti italiani della preposizione 'presso': Ingegnere presso azienda X; Presidente presso commissione Y; Ha studiato presso Università Z; Senatore presso partito J; Consigliere regionale presso Regione Q e via dicendo." Sulla base di questi esempi, dobbiamo concludere che Facebook, con la sua modalità automatica di inserimento di presso nei profili degli utenti, ha contribuito a incrementare la visibilità di questo uso specifico.

Ma negli esempi segnalati ritroviamo pure un altro fenomeno che può aver giocato un certo ruolo nel creare irritazione verso l'uso di presso: la mancanza dell'articolo, che rappresenta un'altra delle strategie usate dall'italiano burocratico per distanziarsi dall'uso comune (da un punto di vista pratico, ci si può chiedere se Facebook abbia rinunciato a inserire l'articolo per non produrre in modo automatico errori nei casi di nomi che non tollererebbero l'articolo, come per esempio "presso Rossi, Bianchi e Verdi" e per evitare scelte, altrimenti necessarie, di numero e genere).

In conclusione, l'uso di presso con il valore che alcuni vocabolari definiscono di "stato in luogo figurato" (e differente quindi dal valore di "prossimità") è legittimo ed è previsto dalla norma dell'italiano. Ciò che può disturbare è il suo abuso in contesti in cui sarebbero possibili altre soluzioni.

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