Editoriale

Editoriale del direttore

  • Marco Biffi

DOI 10.35948/2532-9006/2023.30125

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Copyright: © 2023 Accademia della Crusca


Nel secondo trimestre del 2023 i quesiti giunti alla redazione sono stati numerosi (esattamente 500). Le risposte inviate per posta elettronica ai diretti interessati sono state 286; quelle pubblicate sul sito, ciascuna delle quali risponde a più quesiti posti sullo stesso argomento, sono state 36.

Le domande come al solito testimoniano i dubbi degli italiani, più frequenti in alcune aree della grammatica; ma anche nuove tendenze. Tra grafia e morfologia si muove la risposta su daccordissimo, una parola che manifesta la particolarità grafica dell’univerbazione e insieme l’applicazione del suffisso ‑issimo alla base d’accordo (con una forma derivata che per altro è già registrata nella quarta impressione del Vocabolario degli Accademici della Crusca). Anche altri sono i dubbi a livello morfologico: sulla legittimità dell’uso del suffisso -anza‑enza in eclatanza e coprenza e in generale su eminenza ed eccellenza, sull’uso del gerundio, sul peculiare uso di fondamenta come singolare femminile. Particolare attenzione hanno richiesto l’aggettivo esclamativo che (in che strano! e che ridere!) e le congiunzioni nonché e sicché (quest’ultima con implicazioni in diatopia e in diacronia). Un’attenta riflessione sintattica è necessaria in relazione ai dubbi sul costrutto se non il migliore; e continuano a rimanere incerte per gli italiani le reggenze, come nel caso di violazione a/di.

I dubbi e le curiosità sul lessico (significati, origini, storia di parole sia monorematiche che polirematiche) sono sempre, ogni trimestre, i più numerosi: in questo hanno riguardato (in certi casi anche con implicazioni in diatopia, in particolare legate alla presenza di geosinonimi) ora di buco, educazionale, lancetta/ spera/ sfera (in relazione agli orologi), criticità, eroina, parlare sopra, grandi minori, distopia, socializzare. Uno dei quesiti è stato posto dalla SIAE, più precisamente dal Presidente onorario Giulio Rapetti Mogol, in relazione alla parola paroliere. Grande interesse emerge anche per il lessico settoriale e specialistico: appartare (‘mettere da parte’), ricettazione, manteca (e i derivati mantecare, mantecato, mantecatura, mantecazione, mantecatore/ mantecatrice), flittena/ flittene, incapsulare/ decapsulare/ incapsulamento/ incapsulazione, incarnato; e per i regionalismi: scambiare (colore) per ‘perdere colore, stingere’, finestra ambàta/ ambàre la finestra, strinto/ stretto, cacciare (‘togliere’, ‘far uscire’ o anche ‘vomitare’). Non mancano quesiti su locuzioni, modi di dire e proverbi (anche in diacronia e in diatopia): fare profumo/ fare puzza, fare le fiche, valere la pena, non dire gatto/ quattro/ scacco/ matto/ catto se non l’hai nel sacco; una domanda verte su un'espressione semplicemente scorretta, ma diffusa nella lingua giornalistica, come prendere una scelta.

Sul fronte delle “Parole nuove” la partita italiano-inglese, in questo trimestre, finisce in parità: una neoformazione tutta italiana (agnellato), un prestito non adattato (recap), e un prestito adattato, (omnicanale, da cui deriva il sostantivo omnicanalità).

Nella sezione “La Crusca rispose” abbiamo giocato con le parole, tra cibo e colori, e proponiamo tre testi pubblicati sul sito dell’Accademia prima della nascita di “Italiano Digitale” a proposito di cioccolato/ cioccolata, arancio/ arancia, marrone/ arancione.

Tre sono gli “Articoli” pubblicati in questo numero, tutti dedicati al lessico: Matteo Agolini si sofferma su empatia (Un grecismo ricalcato sul tedesco: per la storia di empatia), Matilde Paoli su stravento (Lo stravento soffia dal mare?), Mariella Canzani su grifo e grifodico (Labirinti di parole: grifo, grifodico).

Le due proposte nella sezione “Temi di discussione” ruotano attorno ad argomenti molto sensibili e di grande interesse anche dal punto di vista sociale e civile, oltre che identitario. Claudio Marazzini, ancora nel suo ruolo di Presidente dell’Accademia prima della fine del suo terzo e ultimo mandato, si sofferma su due proposte di legge a tema linguistico: la prima, presentata il 23 dicembre 2022, contiene otto articoli di Disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana e istituzione di un Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana; la seconda ha lo scopo di modificare la Costituzione, introducendovi la menzione esplicita della lingua italiana come lingua ufficiale dello Stato. L’Accademico Vittorio Coletti affonda invece la sua riflessione sulla delicata posizione della letteratura nella scuola oggi, facendo seguito alle sorprendenti affermazioni di Susanna Tamaro secondo cui “a scuola bisognerebbe leggere gli scrittori contemporanei e lasciar stare i noiosi classici”.

Le “Notizie dell’Accademia” relative al trimestre chiudono come sempre anche questo numero della rivista: tra queste ci piace ricordare l’elezione, il 28 aprile, del nuovo Presidente, Paolo D’Achille, a cui vanno le nostre congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro; così come congratulazioni e auguri vanno al nuovo Consiglio direttivo che lo sosterrà nel suo compito, composto dalla Vicepresidente Rita Librandi, dall’Accademica Segretaria Annalisa Nesi, e dagli Accademici Rosario Coluccia e Federigo Bambi. Mentre al Presidente uscente, Claudio Marazzini, va il nostro sincero e affettuoso ringraziamento per il molto che ha fatto per l’Accademia nei nove anni della sua Presidenza.