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SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

L’italiano istituzionale svizzero: come parla la burocrazia confederale?

Angela Ferrari

PUBBLICATO IL 15 maggio 2020


L’italiano è la terza lingua nazionale e ufficiale della Svizzera: prima vengono il tedesco e il francese, e poi il romancio, che è pure lingua ufficiale ma solo nei rapporti con le persone di lingua romancia. L’italiano elvetico è una lingua che è stata molto studiata sia in Svizzera sia in Italia, e che è ormai da decenni sotto la lente permanente dell’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana (OLSI), diretto dal collega Bruno Moretti. C’è però una sua varietà che, malgrado la sua importanza anche simbolica per le sorti dell’italiano fuori d’Italia, ha ricevuto finora poca attenzione: si tratta dell’italiano istituzionale. Esso sarà l’oggetto di un nuovo progetto di ricerca, sostenuto dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (FNS), che si svolgerà sotto la mia direzione all’Università di Basilea e che può contare sulla collaborazione di quattro ricercatori e due dottorandi. È previsto anche un dialogo costante con Jean-Luc Egger, capo sostituto della Divisione italiana della Cancelleria federale di Berna e membro del gruppo Incipit, attivo presso la Crusca, il quale vigila sulla diffusione degli anglismi nella comunicazione istituzionale e nella vita civile.

La ricerca che sta per iniziare verterà dunque sull’italiano delle autorità federali svizzere (legislative, esecutive e in parte anche giudiziarie) e delle autorità cantonali (esecutive e legislative) del Ticino e dei Grigioni, gli unici due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale. Si tratta in sostanza dell’italiano ufficiale scritto a Berna, a Bellinzona e a Coira. A questo aggiungeremo anche testi pubblicati sugli account ufficiali delle Amministrazioni confederale, ticinese e grigionese nei principali social network (Facebook, Twitter, Instagram): potremo così dire non solo come parlano i politici ai cittadini, ma anche come parlano i cittadini ai politici. In sintesi, le domande a cui cercheremo di rispondere sono le seguenti: com’è l’italiano delle leggi svizzere? qual è l’italiano delle amministrazioni federali e cantonali elvetiche, come comunicano cioè la Confederazione e i Cantoni con i cittadini italofoni? qual è l’italiano dei politici svizzeri parlato in occasioni ufficiali o scritto in Internet? a livello federale, l’italiano è spesso il risultato di traduzioni dal tedesco e dal francese: come sono queste traduzioni?
L’analisi sarà a tutto campo. Osserveremo le sotto-varietà dell’italiano istituzionale elvetico da tutti i punti di vista: guarderemo il lessico, le strutture grammaticali, le loro peculiarità testuali, comunicative e sociolinguistiche, collegandole costantemente con la realtà geografica, politica, sociale e culturale della Svizzera. Ciò ci permetterà di passare dalla descrizione alla spiegazione: potremo cioè dire non solo com’è l’italiano istituzionale elvetico, ma anche perché è quello che è.

Le nostre analisi saranno sempre condotte in prospettiva comparativa. Paragoneremo i nostri testi con quelli corrispondenti prodotti in Italia e nelle sedi politiche e amministrative dell’Unione Europea, senza dimenticare di andare a vedere come sono gli equivalenti svizzeri in tedesco e in francese. La comparazione è certo importante per la descrizione, ma lo diventa ancora di più quando si tratta di valutare. Sappiamo per esempio che una delle problematiche più importanti con cui si scontra l’italiano giuridico-amministrativo della Penisola italiana è il suo carattere difficile, inutilmente complesso, e il suo forte legame con la tradizione letteraria del passato, che ne fa per molti aspetti un italiano “vecchio”, superato. Ora, la problematicità dell’italiano ufficiale svizzero non è la stessa. Certo, anch’esso ha i suoi tic burocratici che lo rendono distante dall’italiano standard; ma la difficoltà maggiore con cui si scontra risulta dal fatto che è per larga parte un italiano tradotto dal tedesco e dal francese, il che gli fa correre il rischio di appiattirsi su strutture linguistiche che non sono le sue. Naturalmente, nessuno vuole contestare il diritto dell’italiano ufficiale svizzero ad avere una specificità elvetica: anzi questo è un suo tratto importante, che va rispettato e preservato. Bisogna però fare attenzione a che non finisca per perdere le sue peculiarità di fondo… Un’altra differenza tra l’italiano istituzionale di Svizzera e d’Italia potrebbe poi riguardare l’atteggiamento nei confronti degli anglismi che pervadono ormai la lingua italiana, dentro e fuori d’Italia, in tutte le sue pieghe: la prima impressione è infatti che la Svizzera – forse anche perché già impegnata a fare i conti con quattro lingue interne – sia nettamente più attenta dell’Italia a controllarne la penetrazione nell’italiano ufficiale. Il momento della valutazione sarà peraltro anche l’occasione per confrontarci con direttive, indicazioni e guide redazionali emanate dall’Amministrazione elvetica federale, ticinese e grigionese: quali sono gli aspetti che vengono normati? a che princìpi si rifanno? si può pensare di cambiarli o migliorarli?

Pur essendo fondamentalmente sincronica, la ricerca avrà anche un’apertura micro-diacronica. Sulla base di un corpus appositamente predisposto, cercheremo di capire come l’italiano amministrativo svizzero sia cambiato a partire dagli anni Settanta-Ottanta. Come sappiamo bene, gli ultimi quaranta-cinquant’anni sono stati infatti molto importanti per l’evoluzione della lingua italiana scritta, che si è fatta più agile, più vicina al parlato sostenuto. In che modo e in che misura ciò ha avuto un riflesso sull’italiano amministrativo? La sua presunta impermeabilità alla lingua “viva” è davvero una realtà anche in Svizzera? E come è cambiata la questione degli anglismi?

In generale, il progetto avrà anzitutto una rilevanza scientifica: esso permetterà, grazie ad analisi approfondite di carattere linguistico, testuale, pragmatico e sociolinguistico, un avanzamento decisivo nella conoscenza dell’italiano svizzero in generale, e dell’italiano istituzionale elvetico in particolare. Ma avrà anche ricadute per così dire applicate: i problemi linguistici e comunicativi che riscontreremo ci condurranno per esempio a ripensare, e probabilmente in parte a modulare o addirittura a cambiare, le indicazioni date dalle guide redazionali predisposte dall’Amministrazione elvetica. Senza contare la sua valenza politica, quella di dare visibilità alla terza lingua ufficiale della Confederazione, in particolare alla varietà con cui la Svizzera parla italiano con l’Italia, con l’Europa e con il mondo.

Cita come:
Angela Ferrari, L’italiano istituzionale svizzero: come parla la burocrazia confederale? , “Italiano digitale”, XIII, 2020/2 (aprile-giugno), pp. .

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