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SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

Il diurnato: diagnosi e innovazione nel nord Italia

Kevin De Vecchis

PUBBLICATO IL 19 settembre 2025

In àmbito socio-sanitario il termine diurnato indica un servizio medico o assistenziale erogato durante il giorno e rivolto alla cittadinanza. Si possono individuare due tipologie di diurnato, che si distinguono per finalità e in relazione al gruppo di persone a cui sono dedicate.

Il primo, anche detto diurnato diagnostico, è una prestazione di àmbito medico-sanitario che offre alle persone interessate la possibilità di svolgere tutti gli esami e le indagini specialistiche necessari alla formulazione di una diagnosi presso un centro ambulatoriale di riabilitazione nell’arco di una sola giornata. Nel percorso sono previste, inoltre, varie attività di assistenza e di supporto, che semplificano e agevolano l’intera procedura. Si possono leggere informazioni più precise nel Bollettino ufficiale della Regione Veneto n. 31 del 22/3/2005, che riporta la Deliberazione della Giunta Regionale n. 374 dell’11/2/2005 in merito alla “Richiesta di attuazione dell’atto di indirizzo e coordinamento degli interventi in materia di DCA [disturbi del comportamento alimentare]. DGR n. 3540/1999: Centro Regionale Interaziendale Azienda Ospedaliera Verona e U.L.S.S. n. 20 Verona”:

[…] trattamenti d’accesso finalizzati all’inquadramento diagnostico-terapeutico che garantisca approcci facilitati, percorsi semplificati nell’effettuazione di tutte le indagini specialistiche richieste, con provvedimenti osservazionali diretti e pasti assistiti, assicurato come centro di terapia prolungata (diurnato diagnostico); si intende cioè utilizzabile per prestazioni diagnostico terapeutiche di primo accesso che consentano il completo approccio clinico diagnostico del caso postosi con l’effettuazione di tutte le indagini specialistiche necessarie e [recte a] formulare diagnosi contestuale in situazioni di particolare complessità per le quali sia indicata una permanenza protratta nell’arco della giornata fino a 8 ore die (compreso pasto assistito).

Il servizio di diurnato compare, infatti, nell’elenco delle prestazioni offerte dai “Centri e Presidi di Riabilitazione, ex art. 26 della l. 833/78, privati accreditati” della Regione Veneto (Deliberazione della Giunta Regionale n. 1092 del 6/9 2022): si veda “Diurnato diagnostico per distrofia muscolare, disabilità congenite, sclerosi multipla, SLA o asma infantile” e “Diurnato diagnostico con valutazione complessa (multiprofessionale)”.

Come si può già notare, tale percorso medico-assistenziale sembra essere una prerogativa del sistema sanitario della Regione Veneto. Il dato è confermato dagli esempi ricavabili dalla stringa “diurnato diagnostico” su Google (275 risultati; ultima consultazione: 15/4/2025). Si trovano, infatti, servizi di diurnato nelle pagine di associazioni e centri riabilitativi del Veneto, quali, ad esempio, l’AISM di Padova (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), in cui si offre un “diurnato diagnostico per il primo accesso al Servizio (fisiatra, psicologo, assistente sociale)” (aism.it); il Centro di Riabilitazione Ambulatoriale “Fondazione Speranza” di Verona, che mette a disposizione “prestazioni di diurnato diagnostico: consulenza specialistica (visite specialistiche di controllo) ed esami strumentali (spirometria, ecocardiogramma ed elettrocardiogramma, elettromiografia, monitoraggio notturno della saturimetria)” (centroriabilitativo.org); il Centro Polifunzionale Don Calabria di Verona, che nella Carta dei servizi riporta la possibilità di effettuare visite “in diurnato diagnostico” (doncalabria.it). Si riporta, infine, un esempio dal “Gazzettino”, quotidiano diffuso nel Triveneto:

I pazienti seguiti dall’istituto Pio XII sono affetti da una o più patologie come asma bronchiale con le sue complicazioni come ad esempio tossi o riniti, dermatite topica, dispnea e respiro sibilante asmatiforme. L’Istituto eroga le prestazioni di tipo diagnostico e di tipo terapeutico. Queste ultime possono essere erogate a ciclo diurno o diurnato diagnostico, ovvero, come assistenza residenziale con permanenza del paziente nell’Istituto. (Giuditta Bolzonello, Misurina: il centro per l’asma è salvo, ilgazzettino.it, 31/10/2019)

La seconda tipologia di diurnato è il cosiddetto diurnato innovativo. Il percorso assistenziale in questo caso esula dall’àmbito medico-sanitario e verte principalmente su servizi di carattere socio-assistenziale (laboratori, attività di formazione e socializzazione, ecc.). È rivolto soprattutto ai minori in difficoltà e alle persone anziane o con disabilità di varia natura. Anche l’erogazione può essere diversa: il più delle volte si tratta di prestazioni continuative che si svolgono più giorni a settimana. In questo caso, i 51 risultati riportati dalle pagine di Google (“diurnato innovativo”) sono tutti riconducibili al comune di Milano. Ad esempio, la “Cooperativa sociale Santa Rita - Onlus” offre ai residenti un diurnato innovativo consistente in una serie di “attività laboratoriali mirate a promuovere lo sviluppo delle competenze sociali, manuali, di attenzione e responsabilità negli utenti” (cooperativasanitaria.it); sempre a Milano, l’associazione La nostra comunità offre tale servizio “a persone con una disabilità intellettiva medio/lieve che terminano il percorso del Servizio Formazione Autonomia (SFA), e che necessitano di un percorso occupazionale e non lavorativo; che sono fuoriuscite precocemente dal mondo del lavoro nel quale erano inserite come categoria protetta; che sono fuoriuscite dal percorso scolastico e non (o non ancora) idonee all’inserimento nel servizio SFA o nel mondo del lavoro” (lanostracomunita.org).

Riconducibili sempre all’area settentrionale sono i risultati del solo termine “diurnato” su Google (1.910 risultati), che trasmettono informazioni sulla possibilità di usufruire di tali percorsi anche nelle province di Bergamo, Como, Lecco, Mantova, Milano, Treviso, Udine, ecc. Fanno eccezione pochissime attestazioni che provengono dal Meridione, come ad esempio la seguente da Siracusa (in cui, peraltro, diurnato è accompagno dall’aggettivo pomeridiano):

Quest’anno il servizio sarà rafforzato attraverso un diurnato pomeridiano con la realizzazione di altri 2 progetti, uno denominato “Spazio Gioco” dedicato ai piccoli con disabilità di età compresa tra i 3 e i 10 anni che si svolgerà nei locali della Comunale “Regina Elena” dalle 15,30 alle 19,30. (I servizi Osa e Asacom per gli alunni del “Dante Alighieri” a Francofonte, siracusapost.com, 27/10/2024)

Anche sui quotidiani le attestazioni presenti sono esclusivamente d’area settentrionale. Nell’archivio      della “Stampa” si hanno 14 risultati (1981; 2 r. nel 1999, 8 r. nel 2000, 2001, 2002, 2005), tutti riconducibili alla provincia di Biella. Riportiamo il meno recente:

L’istituto accoglie globalmente 82 bambini dai tre ai quattordici anni che presentano gravi handicap sia a livello fisico che intellettivo, di cui 35 interni, 43 trattati ambulatorialmente e 4 con servizio di diurnato. (La posta dei lettori. Dove andranno i bambini handicappati dopo la chiusura della Domus Laetitiae?, “La Stampa”, sez. Cronache di Biella, 20/1/1981, p. II)

Sulla “Repubblica”, invece, si hanno soltanto 2 risultati (2018; 2020). Riportiamo anche in questo caso il meno recente, riconducibile ancora una volta al territorio biellese:

“Abbiamo cominciato nel 2013 all’Ospedale di Biella, insieme all’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer” – racconta Ruggero Poi, formatore Montessori – “con l’idea di trasformare un’aula del diurnato del reparto di geriatria in uno spazio riconoscibile dai lungodegenti come protetto, accogliente, domestico, dove incontrare i familiari senza sentirsi in un ospedale. Ma anche un ambiente protesico, cioè che aiuta a sviluppare autonomia attraverso l’uso di materiali specifici. (Elisa Manacorda, Alzheimer & Montessori, repubblica.it, sez. Salute, 6/3/2018)

L’interrogazione dell’archivio del “Corriere della Sera” non ha prodotto nessun risultato. Un’ulteriore attestazione, che vale la pena riportare, è all’interno di un articolo apparso negli Atti del IX Convegno dell’Istituto Superiore di Sanità (tenutosi a Roma il 13 novembre 2015). Gli autori del contributo, Paola Garbella e Gian Andrea Rivadossi, lavorano entrambi, non a caso, al Centro Diurno Alzheimer Mombarone, in provincia di Biella: 

L’assistenza ad una persona con demenza è compito difficile, impegnativo e contestualizzato in un momento politico che promuove la domiciliarità, perciò il nostro Ente ha messo la sua esperienza nel settore a disposizione dell’utenza proponendo servizi specifici […]. Dal 2004 abbiamo accolto circa 642 utenti tra Diurnato e Residenzialità Temporanea con rientro al domicilio per circa 50. (Paola Garbella, Gian Andrea Rivadossi, Scegliere di occuparsi di persone affette da Alzheimer: da statuto a missione, in Il contributo dei Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze nella gestione integrata dei pazienti. Riassunti. Atti del 9° Convegno dell’Istituto Superiore di Sanità, Roma, 13 novembre 2015, a cura di Alessandra Di Pucchio, Eleonora Lacorte, Paola Ruggeri, Nicola Vanacore, Roma, Istituto Superiore di Sanità, 2015, p. 48)

Chiarito il significato del termine e vista la sua area di origine e di diffusione, possiamo ad alcune note di carattere più strettamente linguistico. Il sostantivo maschile diurnato può essere considerato un deaggettivale, ossia derivato dall’aggettivo diurno (voce dotta, dal latino diŭrnu(m) ‘della durata d’un giorno’, a sua volta derivato da dĭēs ‘giorno’; DELI) – termine ampiamente attestato in àmbito socio-sanitario e medico in relazione a centri di attività assistenziali (es. Centro diurno per anziani) o tipologie di ricovero (ricovero diurno, anche detto Day hospital), due settori d’uso della lingua della medicina in cui in situazioni di informalità (si pensi a discorsi tra colleghi) non si possono escludere neppure usi di diurno in funzione di sostantivo (es. il paziente oggi ha un diurno) – con l’aggiunta del suffisso -ato. Tra le varie caratteristiche del suffisso, rientra la possibilità di formare nomi di status (appartenenti a settori quali la politica, l’amministrazione, ecc.) a partire quasi sempre da basi nominali; si vedano però gli esempi di nubilato e celibato, “ambedue le formazioni sono deaggettivali e si possono anche interpretare come dei nomi di qualità” (Franz Rainer, Nomi di status, in Grossmann-Rainer 2004, pp. 241-244: p. 244, nota 1). I nomi di status non di rado subiscono “estensioni metonimiche: temporali, spaziali, collettive o di altro tipo”, tra cui anche significati che indicano attività generali, es. volontariato (ivi, pp. 241-242). In particolare, “le estensioni temporali si riferiscono al periodo di tempo in cui fu ricoperta la carica o alla durata di una determinata condizione” (ivi, p. 241). In questo gruppo, composto da sostantivi quali consolato, papato, ecc., fa eccezione settennato, prestito dal francese, “in quanto la base non designa il titolare della carica (cioè, il presidente)” (ivi, p. 241, nota 1). Si potrebbe inserire tra i casi anomali anche il nostro diurnato, che, però, indicherebbe l’arco temporale di un giorno senza far riferimento a nessuna carica (neanche implicitamente). Vale la pena menzionare che diurno è usato anche come sostantivo nei significati di “Albergo diurno” e “Libro che contiene le preghiere liturgiche da recitarsi durante il giorno” (GDLI); si può cogliere una certa affinità semantica tra il servizio di diurnato (assistenziale e giornaliero) e quello offerto da un albergo diurno, che garantisce “servizi rapidi e vari […] ma non il pernottamento” (GDLI).

In conclusione, diurnato è un termine tecnico appartenente all’àmbito socio-sanitario, non ancora registrato nella lessicografia italiana, la cui prima attestazione risale agli anni Ottanta del Novecento (ma la maggior parte dei risultati è collocabile dopo gli anni Duemila). Il quadro riportato dimostra, inoltre, che il sostantivo è limitato all’area settentrionale e non si è ancora diffuso nell’intera penisola, complice anche la regionalizzazione del servizio sanitario.


Dati relativi alla diffusione di diurnato di Google Trends (dal 2004 a oggi)

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