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Consulenza linguistica | OPEN ACCESS SOTTOPOSTO A PEER REVIEW Ci può essere qualcosa di deterrente e c’è la deterrenza, ma il verbo corrispondente no!Alessandro De AngelisPUBBLICATO IL 28 novembre 2025
Quesito: Sono arrivate varie domande sul significato e l’origine dell’aggettivo deterrente e del sostantivo deterrenza; c’è anche chi chiede se esista un verbo corrispondente. Ci può essere qualcosa di deterrente e c’è la deterrenza, ma il verbo corrispondente no!In italiano, l’aggettivo (anche sostantivato) deterrente e il sostantivo deterrenza derivano dall’inglese, rispettivamente deterrent (cfr. DELI) e deterrence (cfr. l’Etimologico), quest’ultimo derivato di (to) deter ‘far paura’. L’etimo remoto è il verbo latino deterrēre ‘tener lontano, stornare (incutendo timore), allontanare’ (da cui, ad es., terror, che ha dato l’italiano terrore) formato da de-, preposizione che indica allontanamento, e terrēre ‘terrorizzare’ (cfr. l’Etimologico). La derivazione dall’inglese contribuisce a spiegare l’assenza in italiano del corrispondente verbo deterrere, al posto del quale si può usare dissuadere. I termini deterrente e deterrenza sono entrati in italiano dopo la Seconda Guerra Mondiale negli anni della guerra fredda: 1955 e 1966 sono le date fornite dal GRADIT; lo Zingarelli 2026 anticipa la seconda al 1963, ma Google libri fornisce anche per deterrenza esempi degli anni Cinquanta, purtroppo non verificabili. Dall’interrogazione degli archivi storici del “Corriere della sera” e della “Stampa” (non sarebbe utile quello della “Repubblica” il cui inizio risale al 1984) risulta che il 1954 è l’anno di ingresso sia della voce inglese deterrent sia del sostantivo deterrente nella stampa italiana: La R.A.F. ha il compito di servire prima di tutto da «deterrent», ossia di esercitare un’azione preventiva e intimidatrice sugli eventuali aggressori, e poi quello di agire nel caso di ostilità… (Domenico Bartoli [da Londra], Bombe atomiche distribuite alla R.A.F., “Corriere della sera”, 23/2/1954) L’arma atomica nucleare è un terribile mezzo non solo di offesa, ma anche di difesa, o, meglio, un formidabile preventivo o «deterrente» dell’offesa. (Augusto Guerriero, Le armi atomiche, “Corriere della sera”, 16/12/1954) Mentre la prima attestazione dell’uso aggettivale risale al 1956: Riduzioni di effettivi potranno, invece, essere introdotte […]: ma la potenza «deterrente» delle forze NATO (ossia il monito di una fulminea ritorsione atomica in caso d’aggressione) rimarrà immutata, se non accresciuta. (Gino Tomajuoli [da Washington], Le grandi linee della futura politica, “La Stampa”, 19/12/1956) Per quanto riguarda deterrenza la prima attestazione rintracciata risale al 1957, ma in un articolo comparso sul “Times” e riportato in italiano dal “Corriere della sera”: Il timore di veder distrutte al suolo le proprie possibilità «deterrenti» da un nemico che colpisca per primo rende la politica della «deterrenza» meno efficace […] In tal modo riducendo le tentazioni di aggredire e i pericoli del non essere il primo, questa arma può rendere più efficace la politica di «deterrenza» e più sicura la pace. […] I Governi che rifiutano la pura teoria della «deterrenza», secondo la quale persino le difese costituite dagli apparecchi da caccia sono superflue, dovrebbero mantenersi pronte a reagire. (Il missile telecomandato cambierà tutta la strategia e la politica mondiali, “Corriere della sera”, 2/3/1957) Due anni dopo appare in una citazione delle parole di un politico statunitense, ma nel corpo di un articolo originale in italiano: Dalla guerra di Corea in poi, il pensiero dominante della politica americana fu questo: che gli alleati dovessero prepararsi per difendersi in eventuali guerre limitate o locali, e che l’America dovesse concentrarsi nella «deterrenza della guerra maggiore», ossia nella produzione di armi nucleari e di mezzi per trasportarle, sicchè si rendesse improbabile o impossibile lo scoppio di una guerra totale. (Augusto Guerriero, Foster Dulls e la politica americana, “Corriere della sera”, 18/4/1959) Come evidente anche dalle attestazioni nei quotidiani, i termini facevano inizialmente riferimento al potenziale bellico di una nazione, nella misura in cui il possesso di armi non convenzionali (ad es. l’atomica) poteva fungere, per l’appunto, da elemento deterrente, ossia di dissuasione, verso i paesi nemici, scoraggiandoli, attraverso una minaccia implicita, da eventuali azioni belliche (ad es., deterrenti atomici, nucleari). In senso figurato, deterrente si dice di qualsiasi mezzo con cui un gruppo può dissuadere gli avversari dal compiere azioni non gradite o dannose e in questo senso è voce abbastanza diffusa nel linguaggio giuridico. Talvolta, viene usato come equivalente a disincentivo (non a incentivo!), dal quale andrebbe però distinto, in quanto l’azione dissuasoria attuata attraverso un deterrente impedisce un’azione generalmente negativa, disonesta o illegale, e sottintende delle conseguenze fattuali derivanti dall’eventuale esecuzione di tale azione.
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