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SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

Skort: gonna o pantaloni?

Elisa Altissimi

PUBBLICATO IL 06 giugno 2025

Il sostantivo skort è un termine inglese entrato in italiano come prestito non adattato, una parola macedonia (o blend, secondo la terminologia inglese) formata da skirt ‘gonna’+ shorts ‘pantaloncini’, datata dal dizionario Merriam-Webster al 1951 e dall’OED al 1957; secondo quest’ultimo, il sostantivo, nato nell’inglese americano, può avere due possibili referenti: un paio di pantaloncini con un lembo di stoffa sul davanti che simula una gonna (“A pair of shorts having a flap across the front to give the appearance of a skirt”) oppure una minigonna con pantaloncini cuciti all’interno (“a short skirt having an attached pair of shorts underneath”); lo stesso avviene in italiano, come si dirà.

Grazie a una ricerca nel social network X, che può darci uno spaccato, seppur parziale, della lingua di uso comune, è possibile reperire la prima attestazione in italiano, tra virgolette, risalente al 2013:

Volevo condividere con voi il fatto che ho comprato il mio primo paio di “skort, ma state guardando tutti #tvoi e so che non ve ne fotte     . (post di @Sere_Blu su X del 21/3/2013)

È probabile che a lanciare la moda del pantaloncino gonna negli anni Dieci del Duemila sia stato il marchio di lusso Proenza Schuler (ma un capo misto tra gonna e pantaloncino esisteva già negli anni Novanta/Duemila, sebbene non fosse chiamato skort), subito seguito da marchi più accessibili come Zara, che nella stagione estiva del 2013 lanciò un modello di pantaloncino coperto sul davanti da due lembi di stoffa asimmetrici a punta, che simulano una gonna e che ricordano l’arte giapponese dell’origami, chiamato infatti proprio origami skort (è possibile che la prima attestazione del termine sia apparsa nel sito di vendita del marchio, ma oggi è impossibile verificarlo). Riferimenti al capo, con immagini associate, si possono tuttora reperire in alcuni blog di moda dell’epoca (Proenza Schuler chiamava probabilmente il modello origami skirt, come si può notare dal secondo e dal terzo degli esempi seguenti): 

Quello strano pantaloncino con le punte davanti che avete sicuramente già visto più volte in giro (anche tra gli scaffali di Zara questa primavera e nuovamente in questi giorni) ha un nome.
Ed il suo nome è SKORT, nato dalla crasi delle due parole inglesi SKIRT (gonna) e SHORTS.
In effetti è proprio una specie di gonna-pantaloncino! […] E sappiate che anche questo autunno/inverno sarà SKORT MANIA! (Eleonora Petrella, White Skort, eleonorapetrella.com, 10/9/2013)

All’inizio fu Proenza Schuler con le sue gonne assimetriche [sic], ribatezzate [sic] Origami Skirt, a proporci il nuovo trend di questa estate 2013, It Skirt le chiamarei [sic] io, se ne vedono di bellissime in ogni dove, comode e versatili, perché di un pantaloncino travestito da mini parliamo! Zara, Top Shop e Asos pensano a noi comuni mortali proponendoci la versione low cost, adoro! (Carola Disiot, Cheap vs Chic #19 Origami Skirt!, pursesinthekitchen.com, 6/6/2013)

A lanciare la tendenza è stato Proenza Schouler, che con le sue gonne asimmetriche, ribattezza [sic] origami skirt, come la celebre tecnica giapponese a riprenderla, come in un incontro di tennis, è come sempre Zara, che proone [sic] la it skirt, se così possimao [sic] definirla, in versione economica e soprattutto ibrida. (Sonia Grispo, Origami skirt, dalle gonne di Proenza Schouler a quelle cheap di Zara, trendandthecity.com, 23/5/2013)

Che il successo degli skort di ispirazione giapponese possa essere legato, in Italia, al marchio Zara è confermato anche dalle molte attestazioni sui social (per esempio X) risalenti all’anno 2013 che lo menzionano, tra le quali figurano i seguenti esempi: 

Piuttosto che indossare la skort di Zara, preferirei il trikini bianco della Minetti e ascoltare “Giungla” di Paola e Chiara per 24 ore. (post di @martilami su X del 12/6/2013)

tutte pazze per la skort di #zara. Bella sì, ma perchè a tal punto da esser diventata un must-have di stagione? (post di @valemarzullo su X del 14/6/2013)

Cose da appuntare mentre andrò in giro per #negozi: *Cercare skort di #zara (anche se la vedo dura). (post di @EnchantingLand su X del 12/7/2013)

Ma quanto siete belli Origami Skort di @ZARA ... Vi adoro! <3 (post di @FollYourPassion su X del 27/8/2013)

Molti articoli di moda, peraltro (tra cui l’esempio seguente, tratto da un blog inglese), annoverano l’origami skorts di Zara tra i modelli più celebri del marchio: 

Way back in 2013, this practical and chic origami skort was a fashion-girl favorite [trad.: “Tornando al 2013, questa pratica e chic origami skort è uno dei capi di moda femminili preferiti”]. (Aemilia Madden, 6 of Zara’s most popular products ever, whowhatwear.com, 13/8/2019)

Il quadro può poi essere completato grazie ai grafici di Google Trends, che per il 2013 mostrano una impennata della ricerca “skort zara” proprio nel periodo estivo:


Figura 1: ricerca di “skort Zara” su Google nel 2013

Nelle riviste di moda il termine compare qualche anno dopo, nel 2018 (“È una collezione molto glam, con dettagli ricercati e materiali di ricerca composta da sports bra, leggings, pantaloni ampi stile aikido, skort (gonna/shorts) e tank per tutte le esigenze” Barbara Rossetti, I must have assoluti (ed eco-consapevoli) dello sportswear da mixare per outfit estate 2018 stilosi, elle.com, 30/4/2018) e ciò è in linea con la tendenza degli anni Duemila a introdurre in italiano un numero crescente di vocaboli inglesi in molti contesti, compreso quello della moda, a scapito dei tradizionali prestiti dal francese e/o degli stessi sostantivi italiani. Si ricordino, ad esempio, le scarpe alla bebè oggi dette Mary Jane (entrambi i termini possono riferirsi, oggi, sia alle scarpe con cinturino con occhietti, sia a quelle senza occhietti, come si può evincere da vari siti di vendita online); le chanel (scarpe eleganti da donna aperte sul tallone e chiuse davanti) oggi slingback; i fuseaux, pantaloni aderenti tipici degli anni Ottanta, oggi “sostituiti” dai leggings (cfr. GRADIT, OED). Nonostante ciò, diversamente da quanto avviene in X, in cui le occorrenze posteriori al 2013 sono numerose, il sostantivo non si trova spesso nel linguaggio giornalistico di moda, almeno fino almeno agli anni Venti del Duemila (nel linguaggio giornalistico tout court, invece, non è diffuso: una sola occorrenza si trova nella “Repubblica”, nessuna nella “Stampa” e nel “Corriere della Sera”). Una diffusione più capillare del termine (sebbene non ancora massiccia), infatti, sta avvenendo proprio in questi ultimi anni e lo si può osservare sia dagli esempi nelle riviste, che, fatta eccezione per quello della versione online di “Elle” riportato poco sopra, sono successivi al 2021 (v. infra), sia, ancora una volta, grazie a Google Trends, che mostra una crescita del termine proprio dopo il 2020:


Figura 2: ricerca di “skort” su Google dal 2013 a oggi

Infatti, il termine è sempre più diffuso anche nei siti di vendita di abbigliamento in rete, per via di un ritorno sulle scene del capo di abbigliamento, che, come si è detto, andava di moda negli anni Dieci e che è stato protagonista anche nella moda della scorsa estate: 

A essere d’accordo sono tre fashion editor di Vogue Italia che hanno già investito in un paio di skorts, diventando una validissima alternativa alla più classica gonna: siamo sicure che diventerà una delle tendenze primavera estate 2024 più indossate. (Selene Oliva, Skorts, il capo salva look dell’estate 2024. Parola di 3 fashion editor di Vogue, vogue.it, 8/5/2024)

Skort da donna in scuba in tinta unita con taglio frontale asimmetrico, chiusura tramite zip laterale. (descrizione del prodotto Skort con taglio asimmetrico, alcott.eu)

Questa skort con pieghe sul retro è realizzata con un tessuto stretch traspirante a quattro vie che concede ampia libertà di movimento e garantisce il massimo comfort. Finitura a righe sui lati e il nostro esclusivo logo RLX sul retro. (descrizione del prodotto Skort tecnica con pieghe sul retro, ralphlauren.it) 

È interessante notare che fin da subito, in italiano, il sostantivo ha oscillato tra il genere femminile, evidentemente in relazione al traducente gonna, e il maschile (plurale), quando si sottintenda, invece, il referente pantaloni, probabilmente anche per influenza di shorts ‘pantaloncini’, sostantivo diffuso già da molti anni, che è sempre usato al maschile (plurale) (gli shorts; per l’assegnazione del genere ai forestierismi si veda la risposta di Raffaella Setti). Si trovano esempi per entrambe le possibilità sia nei social, sia nelle riviste. Le prime attestazioni in X sono al femminile (nel primo caso il plurale potrebbe anche riferirsi a un singolo capo):

Domanda aperta: mi servirebbero delle skort non corte...? (post di @salutequotidian su X del 22/4/2013)

Nuovo articolo su TuDonna sulla skort di Zara! (post di @ChiaraLuc2 su X del 7/5/2013)

Mi piace abbinare una giacca ampia, e calda grazie alla sciarpa incorporata, insieme a una pratica skort e a dettagli rossi Valentine. (Valentina Abate, Come vestirsi per una serata romantica (anche a San Valentino): 8 consigli dagli Editor di Vogue Italia, vogue.it, 7/2/2024)

Oggi la skort si attualizza come capo confortevole, dove le stoffe si confondono ed è davvero difficile stabilire dove cominci la gonna e finisca il pantalone: da lontano, l’effetto è illusorio. (Alessandra D’Acunto, Né pesante, né piena di cose inutili: come fare la valigia perfetta, d.repubblica.it, 20/7/2021)

Seguono ben presto esempi al maschile (plurale), che si ritrova, in anni più recenti, anche nelle riviste di moda: 

La blogger di moda @Fashion_Jungle sostiene che quest’anno vanno gli “Skort”, a me sembra una bestemmia norvegese, ma voi donne che dite? (post di @Lor3nzoF su X del 3/7/2013)

Tra le gonne più indossate ultimamente, troviamo quelle di color cammello (ne parleremo meglio nella categoria #4), per questo abbiamo selezionato gli skort di Nanushka in morbida similpelle, con vita alta e chiusura con i bottoni laterali. (Lucrezia Malavolta, La gonna in pelle è ancora un capo “difficile”? La risposta in questi 10 outfit street style da provare in autunno, vogue.it, 18/8/2023)

Le attestazioni mostrano il termine al plurale che, come avviene spesso nei prestiti non adattati, non presenta la desinenza -s propria dell’inglese. L’uso del termine come invariabile convive però, fin dall’inizio, ma soprattutto negli ultimi anni, con skorts, forse ancora per via della sovrapposizione con shorts (per i quali la -s è pressoché generalizzata); quando al plurale è presente la desinenza -s inglese si preferisce assegnare al termine il genere maschile, sebbene si trovino rari esempi al femminile (ciò dipende probabilmente dal fatto che la forma con -s sottintende il plurale pantaloni, mentre quella senza -s sottintende gonna): 

Riconosco gli skorts di Zara. Un punto a questa Noemi. (post di @LuciaMontrose su X del 18/3/2014)

Io ho cercato di metterli alle medie/inizio liceo perché lo facevano tutte le altre ragazze, ma dio mio quanto li odiavo fortuna che li ho abbandonati secoli fa facendomene una ragione, preferisco mille volte le gonne o le skorts(?). (post di @Lacie1530 su X del 26/8/2024)

Un po’ gonne, un po’ shorts, gli “skorts” sono la nuova ossessione delle celeb (Bella Hadid in testa!) che uniscono stile e praticità. (Gli “skorts” sono la soluzione perfetta che mette d’accordo tutte e tutti!, grazia.it, 8/5/2024, non firmato)

Si riscontra, poi, l’uso del plurale inglese skorts anche per il singolare in italiano, come avviene con alcuni anglismi tra cui murales o jeans (il murales o il jeans); in questo caso, sembra essere preferito il femminile (sono 264 i risultati per “la skorts” e 6 per “lo skorts” in pagine italiane in Google al 23/5/2025):

La skorts è il giusto compromesso, una vera finta minigonna che cela un paio di shorts super micro. E questo mi permette di giocare di essere ironica: maschile con mocassini track o sexy con dei tacchi. (Selene Oliva, Skorts, il capo salva look dell’estate 2024. Parola di 3 fashion editor di Vogue, vogue.it, 8/5/2024)

In alcuni casi skort può comportarsi anche da modificatore, quando abbinato a gonna, come avviene soprattutto in siti di vendita in rete: 

Mai sentito parlare di gonna “skort”? (Federica Caiazzo, La gonna di Chiara Ferragni (low cost e firmata Zara) è il modello definitivo dell’Inverno 2021, elle.it, 24/1/2021)

La gonna-skort ha il potere di adattarsi a quasi tutti gli outfit e situazioni, combinando la femminilità di una gonna con il comfort di uno short. (descrizione delle gonne pantalone sul sito stradivarius.com)

Le gonne skort hanno il vantaggio di essere estremamente versatili. In base al modello e alla stampa puoi indossarle sia per un look da giorno sia per uno da sera. (descrizione delle gonne pantalone sul sito pullandbear.com)

Quanto al capo di abbigliamento indicato dal termine, si hanno due possibilità. La prima è quella di cui si è già detto in relazione agli origami skort nati nel 2013: pantaloni, cioè, con un lembo di stoffa sul davanti che simula una gonna; visto da dietro, il capo è a tutti gli effetti un pantalone corto. Ancora oggi questo è l’indumento a cui il sostantivo più spesso si riferisce, come si evince dai molti modelli presenti e venduti online. Il termine però può indicare anche una vera e propria gonna che abbia cuciti sotto un paio di pantaloncini, utili a garantire più libertà di movimento. Questo modello è infatti diffuso soprattutto in àmbito sportivo, tradizionalmente (già dai primi decenni del Novecento) nel tennis e nel golf, ma anche nell’abbigliamento tecnico da escursione: 

Super-leggera e a rapida asciugatura, la Tech Skort dal profilo atletico vanta un tessuto elasticizzato in 4 direzioni per la massima mobilità. La flessibile gonnellina esterna asseconda ogni movimento, mentre il pantaloncino interno aderente offre comfort per tutto il giorno in attività di pesca o escursionistiche. (Descrizione del prodotto Women’s Tech Skort sul sito eu.patagonia.com)

Per concludere, forniamo una panoramica sui possibili traducenti italiani per skort. Da tempo, e indipendentemente dalla diffusione del nostro capo, è attestata nell’uso la polirematica gonna pantalone (GRADIT), con il sinonimo pantagonna (1971 – GRADIT; si tratta di una parola macedonia con ordine inverso dei componenti); entrambi si riferiscono, generalmente, a un pantalone piuttosto ampio, più o meno lungo, che per via della sua larghezza e morbidezza o grazie a un lembo della stessa stoffa posto sul davanti ha l’apparenza di una gonna (GRADIT, Zingarelli 2025). Non si tratta, dunque, di un vero e proprio sinonimo, come sottolinea, del resto, “Vogue Italia”: 

Da non confondere con la gonna pantalone, più lunga e più larga, dove la gamba è talmente larga che a colpo d’occhio sembra una skirt: in questo caso [dello skort] si tratta di un doppio capo, un “due in uno”, composto da una super minigonna e un paio di shorts. (Selene Oliva, Skorts, il capo salva look dell’estate 2024. Parola di 3 fashion editor di Vogue, vogue.it, 8/5/2024)

Nonostante ciò, la locuzione italiana si trova usata come equivalente di skort sia su siti di vendita online (ad esempio quello del marchio Zara, nella cui sezione Gonna pantalone si trovano solo modelli di skorts e non pantagonne lunghe e morbide come ci si aspetterebbe), sia in riviste di moda: 

L’outfit “super cute” (come lei stessa sceglie di descriverlo) pone tutto il focus sulla minigonna color panna di Zara che poi in realtà si rivela essere una gonna pantalone: detta anche skort. (Chiara Urzino, La minigonna Zara di Chiara Ferragni per la moda Estate 2023, elle.it, 7/7/2023)

La gonna pantalone, peraltro, può essere oggi detta anche skant, ancora un prestito non adattato dall’inglese che è un’altra parola macedonia formata da skirt con pant. Il sostantivo non è registrato nei dizionari di area angloamericana, ma è presente dal 2023 in riviste di moda inglesi e anche in “Vogue Italia” (in italiano, però, non risulta essere ancora molto diffuso: sono 1770 i risultati nelle pagine di Google in italiano al 23/5/2025):

[…] a […] Fendi skant for Rickey Thompson, and a crystal-encrusted crop and destroyed denim for Kim Kardashian. [trad.: “uno skant di Fendi per Rickey Thompson, e un crop top tempestato di cristalli e jeans strappati per Kim Kardashan”] (Calin Van Paris, The Best Fashion Instagrams of the Week: Tavi Gevinson, Rosalía, Sydney Sweeney, and More, vogue.com, 9/9/2023)

Tra queste contaminazioni, spicca lo skant (il neologismo è una crasi tra skirt e pant), nato prima timidamente sulle passerelle dell’autunno inverno 2024 ed esploso poi nella primavera-estate 2025. […] Il nuovo modello skant è più pantalone che gonna: dei primi riprende il taglio separato e la lunghezza, della gonna i volumi e l’allacciatura, e l’effetto unito della silhouette. (Héloïse Salessy, Barbara Amadasi, Skant, l’ibrido pantalone-gonna, sarà la tendenza sartoriale ultracomfy del 2025, vogue.it, 19/11/2024)

Eventualmente, a gonna pantalone si possono aggiungere anche i prefissi mini- e micro- per specificare la lunghezza del capo e migliorare così il rapporto di sinonimia con skort

Per questo mese in città sceglierei una minigonna-pantalone per il massimo del comfort, un top scollato e leggero per far respirare il torso […]. (Valentina Abate, Come vestirsi a Luglio (e affrontare il caldo): 8 outfit di tendenza consigliati dagli Editor di Vogue, vogue.it, 1/7/2024)

Attenzione royal d’Europa perché ci sembra che la ragazza di stoffa ne abbia: l’abbiamo così vista in micro gonna pantalone (skort), giacca grigia oversize e cravatta stretta sulla camicia bianca. (Ilaria Perrotta, Vittoria di Savoia, maxi giacca (e micro shorts) per la ragazza che poteva essere Regina d’Italia, vanityfair.it, 6/7/2023)

Infine, è documentata, almeno come glossa, anche mini-pantalone (il genere femminile fa capire che mini è qui accorciamento di minigonna e non prefisso): 

Oltre la minigonna, che ha furoreggiato e continua a furoreggiare, c’è la skort: ovvero la mini-pantalone (dalla crasi skirt + short). (Ilaria Perrotta, Non sapete che si chiamano così, ma sono questi i must have dell’estate 2023, vanityfair.it, 30/6/2023)

Dunque, possiamo dire che il termine skort indica un capo di abbigliamento specifico, che si trova a metà tra una gonna e un pantaloncino ma che è, a differenza della pantagonna, corto (inoltre, sebbene la pantagonna possa presentare a volte un pannello di stoffa sul davanti che nasconde la divisione delle gambe, è più spesso un pantalone molto ampio che simula una gonna, che può anche arrivare sopra al ginocchio). Il sostantivo, che può essere usato sia come maschile (plurale) sia come femminile, è entrato in italiano più di una decade fa grazie a un prodotto del marchio Zara, ma la sua diffusione, soprattutto per quanto riguarda il linguaggio giornalistico, risale agli anni Venti del Duemila, momento in cui il capo è tornato sulle passerelle della moda femminile.

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