La Crusca rispose | OPEN ACCESS SOTTOPOSTO A PEER REVIEW In inglese stalking; in italiano?Matilde PaoliPUBBLICATO IL 22 novembre 2013
Quesito: L'uso del termine stalking (come di altre forme inglesi) ha provocato reazioni in alcuni utenti che lo trovano "fastidioso" (M.C.) , "insopportabile" (A.R.) soprattutto in quanto voce di ambito giuridico; L.C. inoltre, riferendosi al linguaggio giornalistico, afferma che vorrebbe "poter leggere parole che siano comprensibili", vorrebbe che in luogo di stalking, si usasse molestie (eventualmente specificato). In inglese stalking; in italiano?La lessicografia inizia ad accogliere stalking e stalker a partire dal 2007: troviamo entrambi in GRADIT 2007, stalking in ZINGARELLI 2007, mentre stalker entrerà solo nell'edizione 2010. Nel Devoto-Oli stalking è registrato fin dall’edizione 2008 che lo definisce come “l'insieme di comportamenti persecutori ripetuti e intrusivi, come minacce, pedinamenti, molestie, telefonate o attenzioni indesiderate, tenuti da una persona nei confronti della propria vittima”; nella stessa edizione stalker è un “individuo affetto da un disturbo della personalità che lo spinge a perseguitare ossessivamente un'altra persona con minacce, pedinamenti, molestie e attenzioni indesiderate” . I termini sono giunti a noi percorrendo strade diverse: il linguaggio cinematografico, quello del giornalismo politico e mondano, quello degli studi di psicologia e psichiatria e la lingua del diritto. Sono la croce di ogni star: i "fan fanatici". […] Il fenomeno in Usa è talmente allarmante che alcune settimane fa il deputato repubblicano Ed Royce ha presentato una proposta di legge al Congresso per trasformare in crimine federale il cosiddetto "interstate stalking", che fino ad oggi permette a tanti aspiranti omicidi di inseguire le proprie vittime da stato a stato, restando impuniti. Su “Repubblica” troviamo invece la prima testimonianza di stalker nel significato odierno in un articolo del 1999 che tratta della morte di "Jill Dando, la ragazza della porta accanto diventata icona televisiva, uccisa da un misterioso killer davanti alla porta di casa" – sempre in tema di star stalking quindi: In inglese si chiama lo "stalker". Il pedinatore, persecutore, inseguitore e molestatore di star. Magari vittima della sindrome di De Clerembault, ovvero erotomania, innamoramento di una persona irraggiungibile, convinzione di essere corrisposti per un casuale incrociarsi di sguardi, e poi delusione quando si legge sui giornali che lei sposa un altro (Antonio Polito, Chi ha paura della Bbc? Londra 30.4.1999) Sullo stesso quotidiano l'anno successivo in Allarme rosso in Rete per le molestie sessuali di Riccardo Staglianò si parla di cyberstalking ovvero “la molestia sessuale online”, prendendo in esame la situazione degli Stati Uniti dove dal 1999 in California è in vigore la prima legge contro questa specifica forma di persecuzione e "il Congresso sta considerando di varare una legge federale che regoli la materia (lo Stalking Prevention and Victim Protection Act è già passato alla Camera ed è pendente in Senato)". Sempre all'inizio di questo secolo la forma è impiegata in studi di psichiatria e psicologia in cui, con stalking, ci si riferisce alla “sindrome delle molestie assillanti”, una patologia della relazione e della comunicazione che vede come vittime principalmente le donne e coloro che svolgono particolari professioni. L'azione di chi è affetto da tale disturbo provoca nelle persone molestate profonda sofferenza e paura, tanto da indurle a cambiare stile di vita, a volte anche domicilio, limitandone oggettivamente la libertà e minando il loro stato psicologico. Nel linguaggio del diritto la forma è penetrata grazie alle normative in materia emanate in Europa a partire dal Regno Unito che ha legiferato in tal senso alla fine degli anni Novanta. Successivamente altri paesi dell'Unione Europea hanno elaborato strumenti legislativi in proposito, fra di essi l'Italia: nel 2009, con la legge n.38 “in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori (stalking)” la parola è entrata anche nel nostro diritto dove con il termine inglese stalking (derivante da “to stalk”) si è soliti indicare una serie di atteggiamenti – comportamenti (c.d. atti persecutori) tenuti da un soggetto (c.d. stalker) nei confronti di un altro soggetto – vittima, mediante persecuzione e al fine di ingenerare nello stesso paura ed ansia, compromettendo, in tal modo, il normale svolgimento della vita quotidiana. Tali comportamenti costituiscono una condotta penalmente rilevante (art. 612 bis c.p.). Sia la formulazione di ambito medico-psichiatrico, molestie assillanti, sia quella di ambito giuridico, atti persecutori, sembrano rivelarsi meno efficaci a livello di italiano comune, di quanto non lo sia la forma inglese. Come spesso accade, il forestierismo, non essendo trasparente nella sua motivazione etimologica, si offre come "contenitore ideale" di un significato che fa riferimento a una realtà molto complessa, tanto nelle forme che può assumere, quanto nella tipologia dei protagonisti. Il reato di stalking può assumere infatti la forma di diversi illeciti: dall’omicidio alle lesioni personali, alla violenza privata, alla diffamazione, specialmente nella forma del cyberstalking; dalla violazione di domicilio alle minacce, alle ingiurie al danneggiamento di beni. Il contesto ambientale in cui si verifica è differenziato: dal condominio all’ufficio, dalla scuola al ciberspazio. La vittima è molto frequentemente l'ex partner, ma può essere lo psicanalista, l'avvocato, il vicino di casa o l'avversario politico, fino al concorrente commerciale. Per gli stalker infine, secondo gli psicologi e i criminologi, si prevedono almeno cinque profili diversi. Si tratta in effetti di una voce di indubbio successo, non solo nel nostro paese: da un sondaggio condotto in rete il 30 ottobre scorso, le occorrenze in tutte le lingue di stalking raggiungono 28.700.000. Tra le lingue europee la nostra sembra essere una delle più recettive (1.770.000 risultati), seguita dal tedesco (1.240.000) e, a molto distanza, dallo spagnolo (481.000) e dal francese (309.000). Di fronte all'alta resa funzionale del termine inglese, gli equivalenti italiani usati in giurisprudenza e in psichiatria non mostrano la stessa immediatezza e non rispondono alle esigenze dello stile giornalistico. Almeno in un primo tempo, i mass media, grandi "traghettatori" contemporanei di terminologie specialistiche, sembrano aver trovato difficoltà a proporre un traducente efficace per stalking e stalker: nei casi di stalking ai danni di una donna sono usate spesso, affiancate a stalker, formulazioni che vanno da "innamorato", eventualmente seguito dalla specificazione "fino all' ossessione", a "scomodissimo ammiratore", da "spasimante respinto” a "focoso vicino"; in altri casi è possibile trovare le etichette "rompiscatole telefonico" o "scocciatore". Ci sembra evidente il divario tra la complessità del significato di stalker e stalking e la banalizzazione implicita nei tentativi di traduzione. Crediamo che persecutore / persecuzione pur usati solitamente in riferimento a situazioni come le persecuzioni per motivi religiosi o etnici, rappresentino un'efficace soluzione per l'italiano comune in grado di dare conto della gravità del comportamento in questione. come, pochi giorni prima, mentre ella tornava dalla filanda, ed era rimasta addietro dalle sue compagne, le era passato innanzi don Rodrigo in compagnia d'un altro signore; che il primo aveva cercato di trattenerla con chiacchiere, com'ella diceva, non mica belle; ma essa, senza dargli retta, aveva affrettato il passo e raggiunte le compagne [...]. Il giorno appresso coloro s' erano pur trovati sulla strada, ma Lucia era nel mezzo delle compagne con gli occhi bassi; e l' altro signore sghignazzava, e don Rodrigo diceva : Vedremo, vedremo. […] Nello stesso GDLI perseguitare vale anche "importunare, insidiare" e ancora si cita il romanzo di Manzoni al capitolo IX: - Basterà dire, - riprese il guardiano [rivolto alla monaca di Monza], - che un cavalier prepotente... [...] dopo aver perseguitata qualche tempo questa creatura con indegne lusinghe, vedendo ch'erano inutili, ebbe cuore di perseguitarla apertamente con la forza, di modo che la poveretta è stata ridotta a fuggir da casa sua. Nota bibliografica:
Copyright 2025 Accademia della Crusca |