Consulenza linguistica | OPEN ACCESS SOTTOPOSTO A PEER REVIEW Come tradurre friendly?Lorenzo TomasinPUBBLICATO IL 05 marzo 2025
Quesito: Alcuni lettori chiedono come tradurre in italiano l’aggettivo inglese friendly, soprattutto in varie composizioni – la più comune delle quali è user-friendly – che si sono molto diffuse anche in Italia. Come tradurre friendly?In inglese, l’aggettivo friendly è un derivato del sostantivo friend ‘amico’ e di per sé significa ‘amichevole’, ‘gentile’, ‘accogliente’. In alcuni casi, e in particolare nell’inglese degli ultimi anni, esso è impiegato come suffissoide (combining form, secondo la terminologia dei vocabolari inglesi, ad esempio quello di Cambridge, consultabile anche in rete: Cambridge Dictionary) insieme a sostantivi indicanti la persona, l’animale o la cosa rispetto alla quale qualcosa o qualcuno si può definire amichevole, accogliente o gentile. Così, ad esempio family-friendly sarà un film adatto a tutta la famiglia, allergy-friendly un prodotto che non scatena allergie (si noti che normalmente nell’inglese scritto contemporaneo simili composti presentano la grafia col trattino). Il composto user-friendly (con user ‘utente’) è probabilmente il primo di questa serie a essersi diffuso anche in discorsi e in testi di altre lingue, grazie alla frequenza che esso ha nella presentazione e nella pubblicità di oggetti tecnologici. Ciò che è user-friendly è letteralmente “amichevole per l’utente” ma il modo migliore per tradurre questa formula in italiano è sovvertirne la struttura e scegliere una locuzione già molto diffusa e perfettamente efficace della nostra lingua, cioè facile da usare. In questo caso, lo user dell’inglese si riflette nel verbo (usare) e il friendly corrisponde a facile, che non è il normale traducente di quell’aggettivo in altri contesti, ma qui rende l’idea. Lo stesso vale per reader-friendly, che significa semplicemente “facile da leggere” o “di facile lettura”, e può dirsi di testi particolarmente semplici o di supporti pensati per agevolare il lettore. Ciò non significa, naturalmente, che tutti i composti con friendly possano essere tradotti in italiano nello stesso modo e con la stessa efficacia. Una delle conseguenze della diversa organizzazione che le lingue hanno dei propri materiali lessicali è che una serie di concetti associabili in una lingua allo stesso costrutto o composto è gestita differentemente in un’altra, che li raggruppa secondo una diversa logica. Senza contare che non in tutte le lingue la connotazione delle parole è la stessa. Così, gay-friendly, aggettivo che indica locali o ambienti predisposti per la vita sociale delle persone omosessuali, non potrà essere tradotto nello stesso modo di user-friendly: in questo caso, si potrà dire “accogliente per i gay”; visto che comunque la parola gay, totalmente priva di connotazioni negative, è difficilmente sostituibile con un termine italiano in questo contesto (nel quale omosessuale, pur se usato come semplice denotativo, non sarebbe pienamente equivalente), si potrà mantenere in inglese l’intero composto. La possibilità di un’integrale e perfetta traduzione si ripresenta invece con eco-friendly, aggettivo che si va diffondendo per indicare prodotti “amici dell’ambiente” (traduzione che recupera l’originario legame di friendly con friend). Ancora, un locale pet-friendly, a cui si può accedere senza problemi con i propri animali domestici, potrà qualificarsi “accogliente per gli animali”, o se si vuole impiegare un’espressione più colorita, “aperto agli amici a quattro zampe”. Insomma, in casi come quelli che abbiamo visto, è opportuno liberarsi innanzitutto dall’idea che a ogni parola delle lingue straniere possa o debba corrispondere una e una sola traduzione anche in contesti simili o in formazioni analoghe. È poi utile ridimensionare il principio per cui le espressioni più efficaci sono necessariamente le più brevi: come si è visto negli esempi che abbiamo fatto, l’italiano rende talvolta con perifrasi anche piuttosto lunghe concetti che in altre lingue sono racchiusi in due (brevi) parole. Ma può capitare anche il contrario, e non è detto che la brevità vada cercata a ogni costo.
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