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SOTTOPOSTO A PEER REVIEW

Brat o demure? I tormentoni social che influenzano la lingua

Luisa di Valvasone

PUBBLICATO IL 25 febbraio 2025

Il mondo dei social network è dominato da tendenze e tormentoni, detti trend. Un trend sui social è un argomento, una parola o un comportamento che diventano viraali e popolari per un certo periodo di tempo, grazie alla massiccia condivisione e imitazione da parte degli utenti. Attraverso questi periodici tormentoni, i social network influenzano il linguaggio (e la cultura), in particolare delle giovani generazioni, con termini che spesso escono dalle piattaforme per entrare nel discorso quotidiano, grazie anche all’uso che ne viene fatto, nelle campagne di marketing e nella comunicazione pubblicitaria, da aziende e imprese che sfruttano la moda “social” del momento per scopi commerciali. Tra le ultime tendenze che hanno dominato l’estate 2024, e che ben esemplificano il fenomeno appena descritto, ci sono brat e demure, due vocaboli inglesi penetrati in italiano quasi esclusivamente come aggettivi (solo sporadicamente usati come sostantivi), senza adattamenti, attraverso le piattaforme social e, come vedremo, grazie all’impiego da parte di personaggi influenti o in situazioni di ampia visibilità internazionale, come la recente campagna elettorale americana. 

Nell’uso attuale brat (pronuncia inglese /brăt/, italiana /brat/) e demure (/dɪmjʊr/, in italiano /demjur/; dunque si può notare almeno un adattamento fonetico) sono aggettivi invariabili impiegati, spesso in modo ironico, per definire due categorie opposte, di persone o di cose, che incarnano stili, personalità e atteggiamenti radicalmente diversi. Brat si riferisce a una persona (spesso, ma non esclusivamente donna) o a qualcosa con uno stile, un’estetica, un comportamento anticonformista, ribelle, vistoso, talvolta spregiudicato; demure è invece usato per indicare qualcuno o qualcosa caratterizzato da uno stile o un atteggiamento più sobrio, elegante e composto.

Entrambi i termini sono attestati da lungo tempo nella loro lingua d’origine. In inglese brat è registrato con diverse accezioni. Il significato che ci interessa è quello che l’Oxford English Dictionary fornisce per il sostantivo, di origine incerta e datato ante 1513, con questa definizione: “‘A child, so called in contempt’ (Johnson). In 16th and 17th centuries sometimes used without contempt, though nearly always implying insignificance” (trad.: “‘Un bambino, così chiamato in tono di disprezzo’ (Johnson). Nei secoli XVI e XVII talvolta usato senza disprezzo, sebbene quasi sempre con l’implicazione di insignificanza”). Sempre stando alla voce dell’OED, a partire dalla seconda metà del XX secolo brat, usato come aggettivo, significa “Of a child or adolescent: spoiled, badly-behaved; of an adult: immature, given to behaving like a spoiled child” (trad.: “Di un bambino o un adolescente: viziato, maleducato; di un adulto: immaturo, incline a comportarsi come un bambino viziato”). In inglese, perlopiù nell’uso colloquiale, brat indica un ragazzaccio o una ragazzaccia, un monello o una monella, un bambino o una bambina impertinenti o maleducati; oggi, soprattutto in rete, il termine ha assunto un nuovo significato: ciò che è brat è simbolo di ribellione, indipendenza e stile anticonformista e trasgressivo. Nessun dizionario italiano registra l’anglismo (ultima consultazione del 26/11/2024), che però fa la sua comparsa nel portale Treccani, fra i Neologismi 2024, con questa definizione: “Nel gergo dei frequentatori dei social network, e poi di là anche in cerchie comunicative più ampie, detto di persona o di cosa che attira l’attenzione grazie a un aspetto, uno stile, un modo di porsi ribelle e anticonvenzionale. […] Nel suo significato originario, l’ingl. brat, proprio degli usi informali e colloquiali, vale ‘ragazzaccio ma soprattutto ragazzaccia impertinente e sfacciata, monella’”.

Per quanto riguarda demure, l’Oxford English Dictionary registra un uso aggettivale e uno sostantivale, ormai obsoleto (“Demure look or expression. Obsolete. Rare”, 1766; trad.: “Aspetto o espressione composta. Obsoleto. Raro”). Come aggettivo, la prima accezione di demure, che il dizionario fa precedere da una croce e che definisce “obsoleta”, è “Calm, settled, still” (1377; trad.: “Calmo, stabile, tranquillo”). A questa seguono due accezioni: “Of persons (and their bearing, speech, etc.): Sober, grave, serious; reserved or composed in demeanour” (1470; trad.: “Di persona (e del suo portamento, modo di parlare, ecc.): sobrio, serio, grave; riservato o composto nel comportamento”) e “Affectedly or constrainedly grave or decorous; serious, reserved, or coy in a way that is not natural to the person or to one of his or her years or condition” (1692; trad.: “Grave o decoroso in modo affettato o forzato; serio, riservato o timido in un modo che non è naturale per la persona o per la sua età o condizione”). Riguardo all’etimologia, secondo l’OED si tratterebbe di una forma derivata dell’aggettivo meure, mewre, mure, a sua volta derivato dall’antico francese meur, ora mûr, che significa ‘maturo, adulto, saggio; anche discreto, ponderato, avveduto, stabile, equilibrato’, con l’aggiunta del prefisso de-. The American Heritage Dictionary of the English Language ipotizza che demure fosse in origine il participio passato di demurer, ‘ritardare, aspettare’, derivato probabilmente dall’anglo-normanno e influenzato dal francese antico mur, meur. Venendo alla lessicografia italiana, anche demure è presente esclusivamente tra i Neologismi 2024 del portale Treccani, che lo registra come aggettivo, riprende l’etimologia proposta da The American Heritage Dictionary of the English Language e lo definisce  “Di persona, elegante e riservato, sobrio e discreto nel modo di presentarsi e comportarsi; ma spesso, attraverso piattaforme di condivisione come TikTok, viene detto in senso antifrastico, per ridicolizzare atteggiamenti di affettata compostezza e ipocrita decoro. | Per estensione, detto di uno stile di design per arredamenti improntato al minimalismo e alla sobria eleganza”.

Cerchiamo ora di ricostruire il modo in cui i due aggettivi sono entrati nella lingua italiana. La nuova popolarità del termine brat, sia in ambito anglofono sia a livello internazionale, si deve alla cantante britannica Charli XCX, il cui album, uscito a giugno 2024, intitolato proprio Brat, ha riscosso enorme successo, consolidando il termine come simbolo di un atteggiamento ribelle e disinibito, soprattutto femminile, associato a uno stile audace e appariscente. La copertina dell’album, pubblicata sui profili social della cantante, volutamente “brutta” e provocatoria, con uno sfondo verde acido (si parla, appunto, di brat green ‘verde brat’) e un font sgranato, è diventata subito molto popolare tra i giovani utenti dei social network, TikTok per primo, che hanno rinominato l’estate 2024 come brat summer ‘estate brat’. Il termine è poi uscito dai confini della rete, approdando sulla stampa americana ed è stato immediatamente ripreso dalla stampa italiana, a luglio, quando la vicepresidente americana Kamala Harris, durante la campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti, ha assunto e rilanciato l’etichetta brat, a cui i media americani l’avevano associata per il suo atteggiamento deciso e diretto. Sui social network, il suo gruppo di lavoro ha rinominato la pagina ufficiale della candidata dem Kamala HQ, usando uno sfondo verde e un’estetica ispirata all’album Brat di Charli XCX. Il 22 luglio 2024, la cantante ha espresso il suo appoggio alla vicepresidente pubblicando lo slogan “Kamala IS brat” in un post su X, diventato immediatamente virale. La popolarità di brat è cresciuta a tal punto che il Collins Dictionary l’ha eletta “parola dell’anno 2024” con la definizione: “caratterizzato/a da un atteggiamento sicuro, indipendente ed edonistico” (“characterized by a confident, independent, and hedonistic attitude”).

Nella lingua inglese, l’aggettivo demure ha acquisito nuova popolarità nell’agosto 2024, in particolare da quando la creatrice di contenuti statunitense Jools Lebron ha pubblicato su TikTok un video in cui celebrava l’eleganza di stili sobri e naturali, caratterizzati da tonalità neutre, in netto contrasto con tendenze più vistose e audaci, come quella brat. La frase che accompagnava il video, “Very demure, very mindful”, è sulle piattaforme social una sorta di slogan. In breve tempo demure ha cominciato ad essere usato anche dagli utenti italiani dei social network, in particolare i giovani, per poi uscire dai confini delle piattaforme e penetrare nella lingua di riviste di moda e cosmesi, usato perlopiù in contrapposizione a brat, all’interno di campagne pubblicitarie, su blog e siti che parlano di design, ma non solo. Infine, è stata nominata parola dell’anno 2024 dal dizionario online Dictionary.com.

Dunque, è a partire dai social network, in primis TikTok, che i due forestierismi integrali sono giunti nella nostra lingua, dove sono usati come aggettivi in espressioni tipo: ragazza, estetica, stile, make up, look brat/demure.

Quanto alla diffusione dei due termini, tra le pagine in italiano di Google demure conta 652.000 risultati, mentre brat 1.060.000 risultati. Specialmente per quest’ultimo dato, il rumore, cioè la presenza di occorrenze non pertinenti, è molto alto; i risultati della ricerca di alcune stringhe significative suggeriscono un ridimensionamento della diffusione del termine: ad esempio, “brat girls” conta 114.000 risultati, “brat girl” 9.960, “ragazza/e brat” 4.050, “brat summer” 24.600, “verde brat” 5.600, “stile brat” 1.990 (tutte le ricerche sono datate 27/11/2024).

Entrambi i termini contano alcune occorrenze negli archivi dei quotidiani. Escludendo anche in questo caso i risultati non pertinenti (ad esempio, alcune occorrenze di brat che fanno riferimento a nomi propri di persone, artisti o gruppi musicali, a titoli di film e programmi televisivi, o al brat wurst, più comunemente in grafia univerbata, che è un tipo di salsiccia di origine tedesca), gli articoli presenti nell’archivio della “Repubblica”, in cui brat è impiegato nel senso qui esaminato, sono 19 (su un totale di 151), a partire dal 22/7/2024, tutti legati alla diffusione del termine sui social network e al suo uso da parte di Charli XCX e Kamala Harris. Nell’archivio del “Corriere della sera” i risultati pertinenti per brat sono 10 (su 148), anche questi legati perlopiù a Kamala Harris e datati a partire dal 23/7/2024. Possiamo già notare, dunque, che brat le occorrenze si riferiscono soprattutto alla realtà statunitense e non testimoniano un vero e proprio uso del termine in italiano:

Ma l’endorsement che può davvero farla volare, è quello arrivato dalla popstar Charli XCX. Le è bastato scrivere su X “Kamala is Brat” – un post che ha ottenuto 10 milioni di visualizzazioni – per incoronarla regina dei giovani, accostandola al titolo del suo album del momento. Brat, si sa, in gergo significa ragazzaccia e ad Harris dev’esesre [sic] molto piaciuto. Madame Vicepresident, infatti, non ha perso tempo e ha sostituito il banner del suo account ufficiale con quello verde acido dell’album di Charli XCX. (Anna Lombardi, Kamala Harris: “Eredità di Biden senza pari”. E Hollywood impazzisce per la “ragazzaccia”, Repubblica.it, sez. Esteri, 22/7/2024)

Da non sottovalutare poi l’endorsement della popstar Charli XCX, che ha scritto sui social che Kamala è «brat», cioè cool. (Viviana Mazza, Harris celebra Biden. I dem la blindano: con lei, “Corriere della Sera”, 23/7/2024, p. 3)

Non stupisce che le occorrenze di demure nella stampa italiana siano nettamente inferiori rispetto a brat, dato che il primo si è diffuso proprio per contrapporsi al secondo. Nell’accezione attualmente “virale”, l’unica occorrenza che troviamo nella “Repubblica” è in un articolo (del 18/9/2024), in cui però Demure è il titolo inglese (o meglio, americano) di una recente canzone delle Girly Girl Productions. Nell’archivio del “Corriere della sera” troviamo un articolo recente (del 15/11/2024) dal titolo Sei demure o brat? Smokey eyes o blush? I neologismi del beauty che invecchiano veloci (e il dominio dell’inglese che ha battuto il francese). Di maggior interesse sono tuttavia alcune occasionali occorrenze anteriori − una nell’archivio della “Repubblica”, datata 2008, e due occorrenze sul “Corriere della sera”, datate 1956 e 2017 − con un significato, in definitiva, sovrapponibile a quello attuale e che dunque testimonierebbero un uso del termine inglese in italiano, sebbene sporadico e occasionale (la parola è infatti messa in corsivo o tra virgolette, e glossata), antecedente a quello odierno:

Il «pamphlet» di Cole preludeva alle elezioni politiche, alla campagna elettorale, dove egli avrebbe voluto vedere dibattuti problemi di maggiore statura, e che invece fu, come Churchill la definì: assai demure, assai – troppo per il temperamento del grande Winston – compassata: «noiosa» la disse a un altro uomo politico, «senza idee, senza programmi bene differenziati, senza lotta politica». E anche il libro di Wigforss prelude alla campagna elettorale, che ora comincia in Svezia, e che sarà – è facile prevederlo – demure come e più di quella inglese. (Silvano Villani, Dove tutto è risolto non c’è lotta politica, “Corriere della Sera”, 19/8/1956, p. 7)

Veloci, le giornaliste di moda inglesi hanno già emesso il loro giudizio sulla bella signora [Carla Bruni]: “demure”, che può essere un complimento, nel senso di “riservata”, “modesta”, o uno stortar di naso, “una che si dà arie da santerellina”. (Natalia Aspesi, Quel vestito alla Jacqueline, “la Repubblica”, 27/3/2008, p. 1)

E un vestito da sera? «Non deve essere troppo sexy, ma anche un po’ demure, pudico, per risultare seducente». (Enrica Roddolo, La stilista romantica e l’icona Kate «Sa cosa le piace e decide in fretta», virgolettato attribuito alla stilista inglese Alice Temperley, “Corriere della Sera”, 30/9/2017, p. 31)

Leggendo gli esempi si capisce facilmente che in tutti e tre i casi l’uso di demure è frutto di una citazione, diretta o indiretta, da contesti e parlanti inglesi. Questo fattore, sommato all’occasionalità delle occorrenze, va tenuto presente, anche se non consente forse di parlare di un vero e proprio “rilancio” (lo è invece per la lingua inglese). Nella definizione data da Treccani, infatti, si legge: “Voce ingl., ripresa in it. anche nel suo significato referenziale di base. […] Nel 2024, l’aggettivo entra nel circolo del lessico potenziato [sic] per usi espressivi di TikTok, e viene dapprima adoperato a spron battuto da persone famose di lingua angloamericana nella locuzione very demure, poi diventa di dominio internazionale”. Dunque, se l’accezione attuale di brat è effettivamente nuova, sia in inglese sia in italiano, demure si diffonde in italiano con lo stesso significato che già aveva nella sua lingua d’origine.

Una certa presenza di più lunga data nel lessico italiano si riscontra anche per brat: tra le occorrenze nella stampa precedenti al 2024, prevalentemente negli anni ’80 e ’90, si attesta infatti la locuzione inglese brat pack, ovvero ‘branco di monelli, banda di marmocchi’:

Li chiamano “Brat Pack” (gruppo di ragazzacci), ma si offendono. “Abbiamo forti personalità” dicono. A lasciarli parlare aggiungono un rosario di altri luoghi comuni: individualismo, sii te stesso, vivi per non morire, afferra tutto e fai milioni. (Romano Giachetti, Il cinema? È energia, “la Repubblica”, sez. Spettacoli, 07/1/1986, p. 26)

Si tratta di un’etichetta, poco lusinghiera, che coniò nel 1985 il giornalista David Blum, in un articolo per il “New York Magazine”, per riferirsi a una generazione di giovani attori di Hollywood che negli anni Ottanta ottennero successo grazie anche alle loro interpretazioni in film adolescenziali, poi diventati cult. L’etichetta è stata poi ripresa dalla stampa italiana. Nel giugno del 2024, in concomitanza con la pubblicazione dell’album di Charli XCX, è uscito il documentario Brats di Andrew McCarthy, autore del libro Brat: An ’80s Story (inedito in Italia), dedicato proprio al cosiddetto “Hollywood Brat Pack”: è ipotizzabile che tale concomitanza abbia influito sulla diffusione dell’anglismo brat anche nella lingua italiana.

Tornando all’uso attuale di brat e demure, cercando in rete risulta evidente che i due forestierismi appartengono ad ambiti come moda e stile, cosmesi ed estetica, design d’interni, marketing. Tuttavia, scorrendo i risultati, si nota che molto spesso l’uso di brat e demure è metalinguistico: sono molto numerosi gli articoli di riviste, siti e blog che descrivono il fenomeno nato sui social network e che spiegano il significato dei termini e la loro storia:

L’opposizione tra i termini e gli stili di moda “Brat” e “Demure” è una nuova tendenza virale sui social (soprattutto TikTok). In sintesi le due espressioni rappresentano rispettivamente un modo di apparire ribelle e vistoso contro uno stile sobrio ed elegante. (Marika Camposano, Cosa significano “Brat” e “Demure” e perché tutti parlano dei due termini in tendenza sui social?, Geopop.it, 9/9/2024)

«Very demure, very mindful» è il mantra-social della seconda parte dell’estate, fino a oggi dominata dal termine brat, portato in voga da Charli xcx. Se essere brat significava agire fuori dagli schemi, avere un’attitudine ribelle e tutt’altro che posata, essere demure è l’esatto opposto, ossia essere una persona riservata, modesta, pudica, poco vistosa e morigerata. (Alessia Amorosini, Che cosa significa demure e perché vogliamo esserlo tutti: dal trend TikTok alla Casa Bianca, VanityFair.it, 21/8/2024)

Meno frequenti sono gli usi di brat e demure in contesti non metalinguistici:

Ho sempre avuto difficoltà con le camicie della divisa scolastica perché troppo strette (le divise scolastiche sono notoriamente più piccole e più limitate per le ragazze, non so perché gli stranieri non si lamentano di QUESTO) - anche se ero quella ragazza dEmUrE della mia classe che non è mai stata scoperta per aver accorciato le gonne nei controlli giornalieri delle uniformi del mattino). (commento di una utente su Reddit, 11/9/2024)

Nel mondo del marketing, due stili opposti stanno emergendo come le nuove forze dominanti: Brat e DemureDa una parte, il marketing “Brat punta sulla provocazione, sulla rottura delle regole e su una comunicazione audace, perfetta per i brand che vogliono attirare l’attenzione in un mercato sovraffollato. Dall’altra parte, il marketing “Demure abbraccia la raffinatezza, con campagne eleganti e sofisticate che si rivolgono a un pubblico più maturo e riservato. (Sara R., Brat vs Demure: Il Nuovo Trend del Marketing tra Provocazione e Raffinatezza, “Leone Master School” [scuola privata che offre corsi online], 18/09/2024)

Il 2024 vede l’emergere di due tendenze di interior design apparentemente opposte ma ugualmente affascinanti: lo stile “Brat” e lo stile “Demure”. Questi stili, originati dalla moda e dal mondo musicale, rappresentano due approcci differenti per arredare la propria casa, riflettendo diverse personalità e modi di esprimersi attraverso il design. (Brat vs Demure: la sfida tra le nuove tendenze di arredamento che sta conquistando il 2024, “Carillo Home”, 26/9/2024)

Queste mèches spesse, che apprezzeranno di certo le ragazze brat, sono ancora cool. (Ilaria Perrotta, Make-up e capelli Anni ‘90: i trend beauty virali quest’autunno dal decennio di cui adesso si parla di più, VanityFair.it, 5/11/2024)

Naturalmente sono le piattaforme social l’ambito in cui questi forestierismi sono impiegati più frequentemente. Sulle bacheche di TikTok o Instagram, ad esempio, è sorto un dibattito, dai toni spesso ironici, sulla contrapposizione tra le due categorie. Se con lo stile e l’atteggiamento brat si celebra l’eccesso e la ribellione, l’estetica demure promuove sobrietà e minimalismo. Questo dualismo ha alimentato sfide in cui gli utenti si dividono tra chi abbraccia la libertà espressiva dello stile brat e chi preferisce l’eleganza composta del demure. Solo per fornire alcuni numeri: su Instagram l’hashtag #brat è stato usato in 2.7 milioni di post e #demure in 309 mila; su TikTok #brat è impiegato in 1.4 milioni di post, #demure in 837 mila. Non disponendo per l’italiano di un corpus rappresentativo di lingua dei social network, non possiamo fornire dati quantitativi sull’effettivo impiego delle due parole da parte degli utenti italiani, ma scorrendo le piattaforme se ne possono trovare diverse occorrenze. In particolare, spopolano sui social network post e video, più o meno sarcastici, che rispondono alla domanda “sei brat o demure?” o in cui si fa distinzione tra ciò che appartiene all’una o all’altra categoria; qualche esempio:


Sono solo una ragazza brat travestita da demure, am I wrong? (Post di @langelapiazza su Instagram, 18/9/2024)

Comunque: Alberto Angela very demure, very mindful; Alessandro Barbero assolutamente brat. (Post di @_punkratius su Treads, settembre 2024)

qualcuno può dirgli che questa cosa è molto brat da parte sua tanto ormai è esperto (Post di @illicitgilmore su X, 14/11/2024)

Ecco qui guardate anche il padre vedete cosa non succederà al nostro king demure Jannik? NON SARÀ MAI PELATO (Post di @_flavinsky su X, 17/11/2024)

In conclusione, visti gli esempi d’uso rintracciabili in rete e nella stampa, i termini brat e demure sembrano godere di un momento di vitalità, soprattutto sui social network e negli ambiti legati alla moda e all’estetica. Tuttavia, il numero limitato di occorrenze in contesti d’uso effettivo e non metalinguistico suggerisce che potrebbe trattarsi di occasionalismi legati alla moda del momento, il cui uso è destinato, se non a scomparire, quanto meno ad attenuarsi; un primo segnale che il loro utilizzo possa già essere in fase di affievolimento si nota nel grafico restituito da Google Trends circa le ricerche sui due termini da parte degli utenti:


Brat e demure, dunque, potrebbero rientrare nella categoria delle parole di tendenza che, come accade sempre più frequentemente nell’“ecosistema” dei social network, nascono e si diffondono rapidamente, oltre i tradizionali confini geografici, ma sono altrettanto spesso soggette a un possibile rapido declino. Tuttavia, non possiamo escludere un’interpretazione opposta dei risultati di Google Trends: l’evoluzione dell’interesse nel tempo così come appare dal grafico potrebbe anche indicare non un’attenuazione della diffusione delle due parole, ma un loro consolidamento, al punto che si è drasticamente ridotto il numero di utenti che cercano, attraverso Google, di risalire al loro significato. Staremo a vedere.

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