La Crusca rispose | OPEN ACCESS SOTTOPOSTO A PEER REVIEW La sequenza preposizione + articolo partitivo si può usare in dei casi? E in quali?Raffaella SettiPUBBLICATO IL 27 luglio 2012
Quesito: La sequenza preposizione + articolo partitivo si può usare in dei casi? E in quali?Le richieste che ci sono arrivate in redazione ci interrogano essenzialmente sulla legittimità dell’accostamento della preposizione in con l’articolo partitivo (“in dei luoghi”, “in dei circuiti”, “in dei bicchieri”, “in dei sacchetti”, “in degli edifici”), ma il caso specifico richiama la questione più generale della sequenza preposizione+articolo partitivo, non sempre possibile in italiano. Si possono infatti individuare diverse gradualità nella legittimità e nella frequenza d’uso: del tutto inammissibile la sequenza che prevede la preposizione di con articolo partitivo (tale associazione porterebbe a frasi improponibili come *“ho appuntato il titolo di dei libri” per “ho appuntato il titolo di alcuni libri”, *“hanno saputo di delle nostre iniziative” per “hanno saputo di alcune nostre iniziative”), marginali anche se attestate quelle con da e in (“vedere da delle finestre”, “entrare in dei luoghi”), documentate e decisamente diffuse quelle con a, con, e per. In effetti, se si esclude il caso della proposizione di, l’accostamento preposizione+articolo partitivo è attestato nei classici e largamente diffuso a tutti i livelli dell’italiano contemporaneo, nonostante le critiche dei puristi ottocenteschi che vi vedevano tracce di francesismo: e non era solo un’impressione, visto che proprio dall’Ottocento si assiste alla reale diffusione in testi italiani di questo costrutto largamente utilizzato in francese (“avec des”, “par des”, ecc.) e che le attestazioni antiche si riducono quasi solo a Bembo. E proprio Bembo viene citato a sostegno della prudente concessione all’uso presente nella Sintassi italiana di Raffaello Fornaciari (1881) che, a proposito della forma plurale dell’articolo indeterminativo (il cosiddetto articolo partitivo), dice che “si usa anche con la preposizione benché raro nei buoni scrittori” (p. 127), di cui comunque riporta alcune citazioni: “a degli altri” (appunto da Bembo) e “con de’ begli olmi” (da Manzoni). Nelle grammatiche, fino ad anni anche molto recenti, si tramanda l’indicazione che la lingua di registro più alto debba evitare tale accostamento, ma non mancano, anche in questi casi, riferimenti a scrittori che si siano serviti del costrutto. Significativa l’apertura con cui Miklós Fogarasi, nella sua Grammatica italiana del Novecento (1969), tratta questo argomento con corredo di esempi di autori più recenti, anche se non manca di puntualizzare che in contesti più controllati l’italiano dispone di alternative: «In funzione di altri complementi il sostantivo munito dell’articolo partitivo può essere anche preceduto da altre preposizioni (più spesso con, per mai di): “una realtà che non si sentiva barattare per degli ideali …” (Pratolini); con degli amici, ecc. Ma anche qui sono da preferire i costrutti per ideali, per certi ideali; con amici, con alcuni amici, ecc. L’uso più elegante può però cercare di fare a meno dell’articolo partitivo e di sostituirlo con altri espedienti per es., invece di dire Ho bevuto dell’acqua, Ho portato dei fiori, potremo comporre la nostra frase in questi modi: Ho bevuto un po’ d’acqua, Ho portato fiori …») (p. 123). Proviamo, attraverso un confronto delle alternative a disposizione dell’italiano, a individuare con maggiore precisione le caratteristiche di ciascuna, per cercare di definire criteri un po’ più oggettivi che ci guidino nella scelta: l’articolo partitivo permette di mantenere l’indefinitezza sia in qualità sia in quantità (nella frase “esco con degli amici” il partitivo non dice niente né sul numero, né sul tipo di “amici”); alcuni (e al singolare un po’) risulta più preciso riguardo alla quantità (“esco con alcuni amici” esclude, ad esempio, che si tratti di un gruppo molto numeroso); certi introduce l’elemento della valutazione qualitativa (“esco con certi amici” può voler esprimere un giudizio non troppo convinto riguardo alla qualità degli amici a cui mi riferisco). Possiamo quindi dire che è proprio l’indefinitezza dell'articolo partitivo, la sua indeterminazione a favorirne l’uso, rispetto alle altre possibilità, nella lingua comune e in tutti quei contesti in cui l’indeterminatezza è proprio l’effetto ricercato. Un’altra opzione riguarda l’eliminazione dell’articolo, in forme del tipo “esco con amici”: in questo caso la genericità è totale, tanto da poter risultare fin troppo vaga e il rischio, quando non si tratti di un effetto desiderato, è quello di apparire eccessivamente distaccato o volutamente elusivo. Si tratta quindi di un costrutto non solo radicato e ricorrente nella lingua italiana, ma che recentemente ha avuto una sorta di lasciapassare normativo anche nella scrittura, proprio in virtù della non perfetta sovrapponbilità ed equivalenza semantica di costrutti affini. Resta valida, a mio avviso, l’importanza di conoscere le sfumature di significato di ciascuna alternativa per effettuare, di volta in volta, la scelta più adatta al tipo di testo che stiamo formulando e al messaggio che si intende trasmettere. Nota bibliografica:
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