Consulenza linguistica | OPEN ACCESS SOTTOPOSTO A PEER REVIEW Florìda e Canadà, pronunce incerte ma corretteEnzo CaffarelliPUBBLICATO IL 23 ottobre 2024
Quesito: Rispondiamo a coloro che ci chiedono quali siano le pronunce corrette di Florida e Canada. Florìda e Canadà, pronunce incerte ma corretteLa pronuncia Flòrida è la più diffusa, ma Florìda non è una pronuncia sbagliata: quando fu “scoperta” dagli spagnoli, la terra venne chiamata Florìda. Nell’uso è poi invalsa l’accentazione all’inglese. Lo stesso vale per Cànada, che oggi riflette la pronuncia proparossitona inglese, ma che in origine, a partire dalla zona colonizzata dai francesi, era ossitona (Canadà). Con queste laconiche affermazioni si potrebbe archiviare la questione, che tuttavia può essere arricchita da particolari interessanti e curiosi. La Florida venne raggiunta dagli europei, nello specifico da navigatori spagnoli guidati da Ponce de León, il quale impose il nome alla penisola il 2 aprile 1513. Era il giorno della Domenica delle Palme del calendario cattolico e per questo venne attribuito il nome di Pascua Florida, ossia ‘fiorita’, poi semplicemente Florida. Il coronimo spagnolo, non essendo accentato graficamente, è automaticamente parossitono, cioè con l’accento tonico sulla penultima sillaba, e il suo nome è giunto in Europa con l’accentazione spagnola. Entrata nella Federazione degli Stati Uniti solo nel 1845, pur essendo stata ceduta dalla Spagna agli americani dal 1819, la Florida è il terzo Stato per popolazione dopo New York e la California. In Italia se ne ha la prima attestazione nel 1556 – nelle Navigationi et viaggi di Giovanni Battista Ramusio, geografo, esploratore e umanista della Repubblica di Venezia – seguita da altre datate 1562, 1573, 1585, 1589 ecc. Altre attestazioni riportate dal DI Deonomasticon Italicum di Wolfgang Schweickard (Tubingen, M. Niemeyer, 4 voll., 2002-2013) sono: Fiorita nel 1556 e nel 1582 e Floride nel 1803. Non c’è motivo di dubitare che la vicinanza degli spagnoli nella storia italiana dei secoli tra tardo medioevo ed epoca moderna, e viceversa la lontananza, anche linguistica, degli inglesi, abbia fatto pronunciare parossitono Florida anche nella nostra penisola (il coronimo corrisponde a due aggettivi di lessico italiano, flòrida oltre che fiorìta). Ma con il passaggio della Florida dall’amministrazione spagnola a quella americana, progressivamente la sua pronuncia ebbe ad anglicizzarsi e la pronuncia anglicizzata si estese nel mondo. Difficile dire, infine, quale sia la pronuncia degli ispanòfoni in Florida, dove nel XX secolo si è formata una corposa comunità cubana (oltre 770 mila persone, specie a Miami, dove si parla normalmente di “Cuban Miami” per indicare la comunità degli esuli e fuggitivi dalla dittatura di Fidel Castro e dalla povertà). L’uso è però soggetto a eccezioni; dagli anni ’60 agli ’80 a Riccione (Rn) un popolare locale da ballo era rigorosamente detto dancing Florìda; lo stesso vale per un locale musicale e un circolo culturale di Modena; a Genova esiste nell’antico ghetto ebraico uno spazio di ricerca artistica chiamato Studio Florìda (con segnalazione grafica dell’accento). E in Rete si legge, tra l’altro: «La pronuncia italiana dello Stato confederato americano è piana, con l’accento sulla “i”, non Flòrida (come quasi sempre si sente nei telegiornali)»; cfr. dizionarioitaliano.it, 17/11/2012). Da notare che Florida, il toponimo, è alla base degli aggettivi e sostantivi etnici floridani e floridiani, nonché florìdi nel 1747 ‘abitanti, nativi della Florida’ che fa ancora propendere per una base parossitona. È dunque più che legittimo usare l’una o l’altra forma del toponimo, consapevoli tuttavia della netta prevalenza della proparossitonia anglo-americana. In Italia Florida ha avuto fortuna nel lessico, in particolare in numerosi sintagmi e metonimie in àmbito tessile, mineralogico, chimico e soprattutto botanico. Il DI riporta le voci del linguaggio scientifico floridite ‘fosfato della Florida’, floridina, nome commerciale di un tipo di argilla, e poi anacio della Florida, varietà di illicio, arbusto sempreverde, belfigurino della F., pianta ornamentale, eritrina della F., piccolo albero caduco, ortensia della F., pino della F., sabal della F., tipo di palmetto, salvia della F., voci – quelle in sintagmi – raccolte perlopiù in un dizionario di botanica del 1876 e oggi poco usate od obsolete. Il GRADIT aggiunge topo d’acqua della Florida. Quanto al Canada, va subito detto che il nome nasce da un equivoco: quando alcuni esploratori francesi si trovarono di fronte un centro abitato, ne chiesero il nome ai nativi e la risposta fu canata, canada; ma costoro intendevano le capanne che formavano l’aggregato e non un toponimo. Inizialmente applicato solo all’area del basso San Lorenzo, Canada venne assunto nell’uso ufficiale inglese dl 1791, invece di Nuova Francia (coronimo indicante pressappoco il Québec e l’Ontario). La prima pronuncia europea non poté che essere Canadà, data l’ossitonia tipica della lingua francese. In Italia il DI documenta la prima attestazione ancora nelle Navigationi et viaggi di Ramusio nel 1550 e, con grafia Canadà, nel 1595 in Giovanni Botero, gesuita, scrittore e filosofo piemontese, nelle Relazioni universali. La pronuncia ossitona in Italia ha prevalso a lungo. Bruno Migliorini considerava il fatto ovvio, dato che tutta la fascia orientale canadese era politicamente francese, ma a suo parere “l’accento sulla prima, conforme all’uso inglese, non si può considerare illegittimo, anzi sta guadagnando terreno” (La lingua italiana d’oggi, 2ª ed., Torino, ERI 1967, pp. 90-91). Negli anni 50-60 del XX secolo una canzone di Mario Panzeri e Vittorio Mascheroni, lanciata al festival di Sanremo del 1957 (dove si piazzò quarta) da vari interpreti molto popolari (Gino Latilla, Carla Boni, Gloria Christian, il Duo Fasano, poi ripresa dal Quartetto Cetra, Nilla Pizzi, Wilma De Angelis e altri), Casetta in Canadà, contribuì a rafforzarne la pronuncia ossitona (raccontava la storiella di un certo Martin le cui case venivano regolarmente incendiate da un piromane, Pinco Panco). Ma Migliorini aveva visto bene: la pronuncia proparossitona è divenuta dagli ultimi decenni del XX secolo in Italia nettamente prevalente. Quanto ai derivati, il Deonomasticon Italicum di Wolfgang Schweickard registra la diffusione nel nostro Paese di canadesi (dal 1653) e attesta anche canadiani (dal 1556), canadense (1826), nonché il consistente ingresso nel lessico mediante prestiti – canadair ‘anfibio impiegato contro gli incendi’, canadiènne ‘particolare foggia di giacca’ – derivati (canadesina, ‘tenda canadese’), sintagmi – diamante di Canada ‘specie di cristallo’, ellissi (canadà ‘specie di edera’, canadese ‘bastone metallico’) e una lunga serie di sintagmi, relativi soprattutto a botanica, abbigliamento, ortopedia, sport, alimentazione: bottiglia canadese, canoa c., giacca c., stampella c., tenda c.; diamante di Canada, albero del balsamo di C., pino del C., canapa del C., cavalli del C., patate del C, pioppo del C., renetta del C., tè del C., trementina del C., gesolina del C. (in vari casi con accento sull’ultima), oltre a un grappolo di sintagmi e derivati del linguaggio chimico e medico. Non mancano peraltro attestazioni italiane odierne di Canadà anche al di fuori dei linguaggi scientifici: Hotel Canadà a Predazzo-Tn, pizzeria Canadà a Sparanise-Ce, ristorante Casetta in Canadà a Paluzzo-Ud, Centro sportivo Canadà a Vercelli ecc. Un ulteriore caso che si accosta a Florida e Canada è Panama: qui la spiegazione può risultare più semplice. Panamà è sempre stata (e continua a essere) la forma spagnola, accentata sull’ultima vocale, riferita tanto allo Stato centramericano quanto alla sua città capitale, ha poi subìto l’influenza anglo-americana con ritrazione dell’accento sulla prima sillaba. Il famoso cappello chiamato Panama, che peraltro viene fabbricato in Ecuador (ma a Panama se ne trova il principale scalo commerciale), risale al Cinquecento (o forse è più antico), quando gli artigiani della provincia di Manabí in Ecuador iniziarono a intrecciare cappelli con le fibre della pianta detta paja toquilla. Per quanto a introdurlo in Europa siano stati gli spagnoli, il copricapo diventò presto internazionale: venne usato da personaggi famosi come Napoleone; fu il preferito dai cercatori d’oro che raggiungevano la California passando per Panama; venne indossato dal presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt all’inaugurazione del canale di Panama nel 1906. Ancora una volta, anche per Panama possiamo invocare come responsabili della ritrazione dell’accento la lingua inglese nonché i modelli stabiliti da Canada e da Florida.
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