La Crusca rispose | OPEN ACCESS SOTTOPOSTO A PEER REVIEW La presidente dell'Accademia della Crusca. Ancora sul femminile professionaleAngela FratiPUBBLICATO IL 20 novembre 2009
Quesito: Serena Bartocchi da Salerno ci chiede come si debba chiamare una donna Presidente del Consiglio: la presidente, la presidentessa o il presidente? Il dubbio è comune anche a altri lettori che ci scrivono da Stanghella, da L'Aquila e da Treviso. La presidente dell'Accademia della Crusca. Ancora sul femminile professionaleIl settore dei nomi professionali è un settore particolarmente soggetto a discontinuità e oscillazioni che dipendono spesso da ragioni extra-linguistiche. La prima causa dei dubbi che riguardano la forma corretta del femminile di alcuni nomi di mestiere è infatti da rintracciare nei cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi decenni e nel nuovo ruolo della donna nella società contemporanea. Tema dunque alquanto delicato, denso di implicazioni sociali, comunicative, psicologiche e giuridiche, nonché linguisticamente difficile: nella stessa Accademia della Crusca, alcuni accademici sono intervenuti a più riprese, non sempre concordando tra loro, per rispondere a quesiti su questo argomento (ad esempio le risposte di Luca Serianni su La Crusca per voi, n. 8 (aprile 1994) e n. 13 (ottobre 1996) pubblicata anche su questo sito). Come è noto, una delle modalità più diffuse per generare nomi professionali femminili è quella con l'aggiunta del suffisso -essa sulla base del nome maschile (del tipo dottoressa da dottore, professoressa da professore, ecc.), suffisso ritenuto normale per questo tipo di formazioni dalle grammatiche ottocentesche (ad esempio nella Sintassi italiana di Raffaello Fornaciari del 1881), ma che poi ha perso progressivamente vitalità e produttività. Nel Novecento infatti i movimenti femminili hanno rivendicato alle donne il diritto di esercitare certi ruoli professionali con piena parità giuridica e economica: avvertendo come una limitazione la derivazione del nome professionale femminile da quello maschile, hanno criticato la mancanza di denominazioni autonome. A conferma di questa sorta di dipendenza si può notare che fino a pochi decenni fa proprio i femminili in -essa indicavano la "moglie di" piuttosto che una forma di femminile professionale (nel 1938 Migliorini annotava presidentessa come 'moglie del presidente'). Venendo all'attualità, nel maggio 2008, in occasione della sua nomina come prima donna eletta presidente dell'Accademia, Nicoletta Maraschio ha pubblicato sulle colonne del "Sole 24 ore" un articolo in cui esprime il suo parere a favore della forma la presidente:
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