La Crusca rispose | OPEN ACCESS SOTTOPOSTO A PEER REVIEW Sulla grafia di ognunoFrancesca CialdiniPUBBLICATO IL 30 aprile 2014
Quesito: Vittorio T., Giulia G., Mirko P. e altri utenti ci chiedono quale sia la grafia corretta tra ognuno e ogniuno. In particolare, Ida T. ci chiede se ogniuno sia una forma antica. Sulla grafia di ognunoI dubbi che sono sorti sul pronome indefinito ognuno riguardano nella maggior parte dei casi la grafia: più in generale, le parole che presentano al loro interno gn possono creare qualche incertezza dal punto di vista grafico.
Come spiega Vera Gheno nella scheda Sul digramma gn e sulla presenza della i in forme verbali come guadagniamo, gn è un digramma originato dalla combinazione dei due grafemi g e n, che rappresentano un unico fonema (cioè un solo suono), la n palatale, indicata con [ɲ] secondo l’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA). La grafia prevalente delle forme con grafema gn è senza la i: per esempio montagna, ragno, lasagne. In italiano antico ognuno, che deriva dal pronome ogni (latino ŏmniu(m) per ŏmne(m) secondo il DELI, s.v. ogni) in composizione con uno, è attestato accanto ad altre varianti grafiche (cfr. GDLI, s.v. ognuno): la n palatale è un suono nuovo dell’italiano rispetto al latino e, soprattutto nelle fasi più antiche, viene rappresentata graficamente in vari modi. Oltre a -gn(i)-, infatti, sono frequenti anche -ngn- e -ng(i)- (la grafia -ngn- rappresenta la realizzazione sempre lunga della nasale palatale: cfr. Larson, Fonologia, XLII, 2.5.1, p. 1541). Tralasciando le varianti con -ngn-, nel caso di ognuno, troviamo per esempio la grafia analitica in ogni uno / ogn’un, che rappresentano la fase originaria della forma, e la scrizione univerbata in ogniuno con il mantenimento della i di ogni. Riportiamo alcuni esempi tratti dalla banca dati del TLIO (Tesoro della Lingua Italiana della Origini): "E tanto parea che la pace piacesse a ogni uno" (Dino Compagni, Cronica), "Ogniuno riceve secondo la sua capacità" (Santa Caterina da Siena, Libro della divina dottrina), "e per questa cagione ogn’uno gli vuol male" (Volgarizzamento del Tesoro di Brunetto Latini). Come prevedibile, le varianti possono trovarsi anche all’interno dello stesso testo: per esempio, nel Commento al Paradiso di Francesco da Buti troviamo "baciò la terra che è generalmente madre di ogniuno" e "et ogni uno non accettavano et ad ogni uno non davano provigione"; così come nella Nuova Cronica di Giovanni Villani leggiamo "[…] per ogniuno danaio che Lucca si comperava" e "e crebbe molto di genti e di ricchezze, ch’ognuno guadagnava d’ogni mercantia". In particolare, l’alternanza ognuno / ogniuno si registra nell'autografo del Decameron, insieme ad altre coppie del tipo ognora / ogniora (cfr. Branca, Giovanni Boccaccio, Decameron. Edizione critica secondo l’autografo hamiltoniano, p. CVI). Le varianti grafiche di ognuno si ritrovano, stando ai corpora consultati, anche nelle edizioni di testi molto successivi. Si registra, per esempio, un’occorrenza di ogni un in Goldoni, così come ogn’uno in Foscolo, ma l’oscillazione grafica principale è tra ognuno e ogniuno. Dopo il Cinquecento l’oscillazione ognuno / ogniuno si riduce progressivamente, anche se, come emerge dalla consultazione della BibIt (Biblioteca Italiana), ogniuno è attestato fino all’Ottocento: "le gentili nazioni si fondarono sulla credenza, ch’ebbe ogniuna, di certi suoi propi dei" (Vico, Principi di scienza nuova); "Ogniun vede che queste sono allusioni a Paolo e Francesca d’Arimino" (Foscolo, Epoche della lingua italiana); "onde ogniun di loro si disse Omero" (Leopardi, Zibaldone di pensieri). Il Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612) normalizza ognuno, rifiutando ogniuno. Tuttavia, nella seconda edizione (1623) ogniuno ricorre cinque volte s.vv. abbandonatamente, chiappola, facezia e tregenda, e nella terza (1691) s.vv. uccellare e tregenda. Dunque, il Vocabolario, in quanto grande corpus testuale, in queste due edizioni, riporta la forma ogniuno in alcuni esempi, ma dal punto di vista della codificazione la emargina. Ogniuno scompare definitivamente a partire dalla quarta impressione (1729-1738), così come nella quinta (1863-1923), almeno s.v. ognuno, la variante con la i non è presente.
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